22 capitolo

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I miei occhi sono spalancati da giorni, non riesco a dormire; in testa le mani di Aido che mi toccano con violenza.
Ryo dorme accanto a me, in questi giorni il suo comportamento è mutato molto: se prima era triste, adesso lo è ancora di più; è troppo furbo, ha capito che le cose non vanno bene tra me e Aido, non si fa domande; il suo tempo viene spartito con regolarità tra me e Hanabusa.
La tensione ha raggiunto i massimi livelli e se penso che le mani di Aido possano toccare ancora il mio corpo mi vengono i brividi.
Vengo interrotta da Hanabusa, che bussa alla porta.
"Avanti" sussurro.
Il suo volto è un misto tra imbarazzato e dispiaciuto.
"Come va?" Domanda, sedendosi vicino a me.
Mi allontano di qualche metro, facendolo sospirare.
"Mi dispiace davvero Hana." Sibila, con tono di voce basso.
"Anche a me: non pensavo saresti arrivato a tanto Aido" inevitabilmente le mie mani scorrono sui miei lividi ancora viola.
"Ero fuori di me Hana.. davvero non volevo." Sospira.
Improvvisamente la rabbia prende il sopravvento, e ho voglia di umiliarlo tanto quanto lui ha fatto con me.
"Sai qua l'è la cosa che più mi fa incazzare?" Sibilo, furiosa.
Lui deglutisce e mi sprona ad andare avanti.
"Il fatto che per punire una persona ci sono modi e modi! Hai preferito usare le mani, Aido maledizione sei quasi arrivato a stuprarmi! Anzi mi hai stuprata! Sei stato violento, mi hai fatta sanguinare, mi hai trattata come una delle tue puttanalle e io questo non lo accetto!
Sai almeno minimamente cosa ha significato per me quello tortura? Mi hai strappato i vestiti di dosso, come se fossi una sempliciotta in cerca di attenzioni! Ti beffavi della mia paura, hai sogghignato quanto mi hai vista piangere! Per cosa?! Per punirmi?! Per un semplice bacio che non ha significato niente per me?! Aido tu mi hai ferita come nessun altro è stato in grado di fare, mi hai portato via la mia dignità, mi hai umiliata! Dovrei ripagarti con la stessa moneta per quello che mi hai fatto subire !" Urlo, sentendo la mia voce piena di grinta e di fuoco.
"L'amore non è violenza Aido, l'amore non usa le mani per far del male, l'amore era tutto per me, e tu senza nemmeno pensarci hai deciso di distruggere tutto ciò in cui credevo." Sussurro.
"Stuprare una persona, vuol dire finire in manette, ringrazia gli altri per non aver avvertito i miei genitori". Dico fredda.
Me lo ritrovo in un nano secondo addosso.
Tremo dalla paura e tento di divincolarmi dalla sua presa leggerissima.
"Hana mi dispiace! Perdonami!" Singhiozza attaccandosi a me.
"Togliti dai piedi!"  Ringhio, spostandomi.
"Se tu questo lo chiami amore, preferisco di gran lunga Shiki a te". Dritta al cuore.
Lo vedo arrancare in cerca di respiro, mi inginocchio difronte a lui e sussurro nel suo orecchio:
"Vedi Aido? Le parole fanno più male dei gesti, e si sarei anche andata avanti, mi sarei concessa a lui, se solo i miei maledetti sentimenti non mi avessero fermata.
Alla fine, riesci a vincere anche quando non giochi, se tu questo lo chiami amore io la chiamo guerra.
Vuoi ferirmi? Vedremo chi avrà la meglio in questa battaglia" ringhio, dandogli una spallata.
"Che questo ti serva da lezione la prossima volta che osi toccarmi." Continuo gelida.
"Non hai detto davvero che preferisci Shiki a me." Sibila, rialzandosi con difficoltà.
La stanza diviene fredda, i suoi occhi sono blu elettrico, sprizzano scintille.
Lo guardo a mia volta con sfida.
"Oh si che l'ho detto, cos'è vuoi picchiarmi di nuovo?" Lo prendo in giro, pronta ad intervenire in caso mi saltasse addosso.
"Complimenti Hanabusa, sei riuscito a trasformare in drama un semplice fatto che contava meno di zero." Gli faccio un applauso sogghignando.
La cattiveria ha preso il sopravvento e ho voglia di fargliela pagare.
Gli giro attorno ridacchiando.
"Ma guardati, piccolo, debole, fuori controllo.
Come ci si sente ad essere a terra e non potersi rialzare? Come ci sente quando la persona che ami di più ti umilia?" Domando con nonchalance.
"Tu non sei così Hana, sei molto ferita e lo capisco." Prova a parlare Aido.
"Silenzio! Non ho ancora finito con te" ringhio, buttandolo di nuovo al suolo.
Mi siedo sopra di lui, imprigionando i suoi polsi.
I suoi occhi azzurri sono nei miei: i suoi doloranti e tristi, i miei rossi e furiosi.
"Ti manca questa sensazione? Il mio corpo sopra il tuo.. io che gemo il tuo nome... beh, pensa come sarebbe potuta andare con Shiki...
Io sotto di lui, lui che bacia il mio collo e entra dentro di me.. dimmi ti da fastidio tutto questo?" Rido, gioendo della sua sofferenza.
Lui ringhia e tenta di spostarmi, inutilmente; i miei poteri lo inchiodano al suolo.
"Mhh arrivati a questo punto, visto che sei appiccicato inerme al terreno , perché non gustarmi un po' del tuo sangue? Mhh aspetta, quasi quasi faccio come te.. vuoi?" Domando, facendo spuntare i miei canini e facendo aumentare la loro lunghezza.
Li accarezzo con la lingua, sentendo una goccia di sangue farsi spazio nella mia bocca.
"Perché lo stai facendo?" Domanda, rimanendo calmo, ma sento dentro la sua voce un tono disperato e sofferente.
"Per ripagarti della tua generosità." Sibilo.
"Che senso ha vendicarti in questo modo? Uccidimi e basta. " lo vedo rassegnarsi e inevitabilmente mi ritrovo a pensare come mai, quando è che siamo finiti a procurarci sofferenza l'un con l'altra.
La mia lingua lecca il suo collo e il suo profumo mi inebria i sensi, appoggio i miei denti sopra la sua pelle, ma prima che possano affondare mi scanso quasi schifata.
Ma cosa sto facendo? Io non sono così.
Sulla porta vedo Ryo guardarci con le lacrime agli occhi.
"Perché?" Domanda.
Libero Aido dalla mia trappola e ritiro le zanne.
"Perché cosa?" Chiedo guardandolo.
"Perché state facendo così? Madre tu non sei così, cosa ti è successo per accanirti in questo modo con papà? Se non fossi arrivato io, cosa avresti fatto?" Domanda con la voce che trema.
Sospiro, massaggiandomi le tempie: di sicuro non posso dirgli che Aido ha alzato le mani su di me, lo ucciderebbe lui a suon di mazzate.
È geloso di me e di chiunque mi ronza intorno, il suo senso di protezione nei miei confronti sta crescendo a dismisura.
Se sapesse quello che è successo qualche giorno fa non so come potrebbe reagire.
"Se prima di tutto tu avessi bussato, come è buona educazione fare, non avresti assistito alla scena di tua madre che si disseta.
È un vampiro anche lei sai?" Dice leggermente stizzito Aido.
"Non prendermi per i fondelli padre". Ringhia Ryo.
"È troppo intelligente lo avrebbe capito." Ribatto, massaggiandomi le tempie.
"Vieni Ryo credo sia arrivato il momento di spiegarti le dinamiche tra me e tuo padre." Aggiungo facendolo accomodare.
"Vedi... tuo padre ha fatto una cosa che non avrebbe dovuto fare, mi ha ferito, molto.
Il motivo per cui non ci vedi parlare come due persone normali o dormire insieme come una coppia è perché ancora non me la sento, ma questo non riguarda te; ti chiedo scusa se hai assistito a questa scena, faremo in modo che non capiti più davanti ai tuoi occhi." Dico.
"Ferita in che senso? Ti ha fatto del male fisicamente?" Si allarma subito, guardando male Aido.
La saliva mi va di traverso.
"No Ryo, non mi toccherebbe mai con un dito.. ferita sul piano emotivo." Rispondo, scoccando un'occhiataccia verso Hanabusa.
"La verità Ryo è che anche tua madre mi ha fatto del male e ho agito di conseguenza." Ribatte Aido.
"Ma come dice Hana, niente che riguardi te piccolo ometto, sta tranquillo in qualche modo riuscirò a conquistare di nuovo la fiducia di tua madre" aggiunge Aido.
"Pff hai visto un bel mondo coglione." Rispondo.
Ryo mi guarda attentamente.
"Perché hai dei lividi nelle gambe madre?" Chiede sospettoso Ryo, toccandone uno.
"Aia Ryo! Piantala! Sono caduta, fine della storia."
"Assomigliano a delle dita.." dice curioso.
"Siamo sicuri?" Aggiunge.
"Ryo le domande le faccio io qui, chiudi il becco." Dico, scompigliandogli i capelli.
Lui sbuffa e mi fulmina.
"Quando penserete di rimettervi di nuovo insieme e darmi una sorellina?" Chiede speranzoso.
"Aspetta e spera caro" sogghigno.
"Chissà ci penserà tuo padre a ingravidare qualche d'una durante il mio periodo di pausa". Lo stuzzico.
"Ci penserà tua madre a farsi mettere incinta da Shiki, non ti preoccupare." Ribatte con stizza.
"Mi hai appena dato della puttana?" Chiedo.
"Mi hai appena dato del puttaniere?" Domanda.
Touché.
"Ora fuori dai piedi Aido: credo che Yuki ti stia aspettando a gambe aperte, perché non le fai un po' di compagnia? Ho notato che ultimamente trascorrete molto tempo insieme." Dico innervosita. 
"Non mi vorrai dire che sei gelosa? Lei per lo meno non mi tratta come se fossi l'uomo delle caverne!" Ribatte.
"Credimi perché anche lei è abituata a darla al primo che passa, che casualmente sei sempre te!
Dimmi: fate anche i bagnetti insieme? "Chiedo.
"Tu con Shiki allora? Sai bene cosa prova per te e non fa altro che girarti attorno come uno squalo su una preda! Dimmi: gli aprirai le gambe appena mi sarò girato? O magari ti farai succhiare il sangue come l'ultima volta." Dice nervoso.
"Ma come osi compararmi a una delle tue puttane! Guarda bene chi hai davanti Aido! Sarò sempre uno scalino più avanti di te! Non dimenticare con chi stai parlando Aido Hanabusa.
Posso ridurti in cenere ancora prima che tu riesca a dire <ma> ".
Ringhio sentendo le mani prudermi.
"Ti sei sempre giocata tutto su questo fatto del sangue.. la verità è che continuerai a trattarmi come uno schiavo." Dice, con tono afflitto.
"Attento a come parli caro Aido: io ti ho sempre amato, ma non sono stata io a ridurre in cenere il nostro rapporto.
Hai preferito tu sai cosa, che parlarne civilmente e questa cosa dello schiavo non è assolutamente vera.
Ho sempre nutrito una grande fiducia nelle tue capacità biondino, ammiravo ogni cosa che facevi.
Ma come al solito hai deciso di rovinare tutto; mi sono stancata di correrti dietro Aido.
Cerca di fare ammenda e pensare a come TU hai trattato me." Concludo, alzandomi.
"La speranza è l'ultima a morire, che se anche lo nego a me stessa sarai sempre tu il custode del mio cuore: ma attento a come lo maneggi, potrebbe rompersi da un momento all'altro." Aggiungo uscendo dalla stanza.
I litigi con lui mi sfiniscono, non so davvero come potrebbe andare a finire la nostra relazione.
Avevamo in mente tanti progetti, tanti sogni: credevo che il nostro amore fosse senza fine, ma a quanto pare una pietra messa male, è riuscita far crollare tutto.
Nei giorni indietro e Aido non abbiamo fatto altro che litigare, litigare e litigare: sono venute fuori cose che pensavo sarebbero rimaste sepolte per sempre.
Aido è stato l'unico e il solo a essere riuscito a cucire e accoltellare il mio cuore al contempo.
Siamo montagne russe, ci si innalza verso il cielo e l'attimo dopo si finisce all'inferno.
Non avrei mai dovuto iniziare la mia relazione con lui: non siamo fatti per stare insieme.
Quand'è che Aido ha deciso di farmi a pezzi? Quando è che il nostro rapporto tornerà ad essere quello di prima? Perché nonostante lo ami, non riesco a farmi toccare?
Ho paura la notte senza di lui, ho paura di sapere come sarà il giorno dopo senza la sua presenza accanto e odio me stessa per avergli permesso di ingabbiare il mio cuore.
Alla fine dei fatti una sola cosa conta: che lo amo nonostante tutto, che per un attimo ho tentennato nel vederlo rassegnato in quel modo.
Perché Aido? Perché?!
La vista mi si annebbia e calde lacrime come di dolore mi rotolano giù dalla faccia.
Mi manca, da morire, ma c'è qualcosa dentro di me che mi impedisce di accoglierlo come dovrei.
So che non lo ha fatto intenzionalmente, ma nonostante tutto, l'umiliazione ancora brucia dentro la mia anima, ma al tempo stesso riesco a capire perché ha agito in quel modo.
È venuto a chiedermi scusa un milione di volte, e un milione di volte gli ho chiuso la porta in faccia.
Ripenso agli inizi, ai bei momenti in cui le sue mani mi davano piacere, in cui mi rifugiavo tra le sue braccia, convinta che era lì il paradiso, quando le sue labbra vermiglie mi baciavano con dolcezza.
Questi momenti, non fanno altro che far sprofondare la mia anima nell'oscurità e senza di lui, non so come farla andare via.
È entrata dentro di me e non intende lasciarmi, mi circonda con il suo gelido abbraccio, mi fa urlare e piangere.
Mi guardo allo specchio e odio la mia faccia; do un pugno allo specchio spaccandomi le nocche e tagliandomi le mani.
Il sangue scorre a fiumi, ma è il dolore dentro che mi fa pensare a quello che sono diventata e al fatto che senza di lui io non riesco a vivere.
Non fermo il sangue che esce copioso, non fermo le lacrime che mi innondano la faccia, non fermo i sentimenti che fluiscono nelle mie vene.
Non sento la voce che mi chiama da fuori, non vedo il fumo che esce da bagno e le fiamme che mi circondano.
Non sento niente, solo il dolore.
Vado verso di esso e mi lascio cullare nelle sue braccia.
Il dolore è l'unica cosa che mi ricorda che lui per me è essenziale, come essenziale è l'aria che respiro e il sangue che mi serve per sopravvivere.
Mi manca affondare i denti nel suo collo diafano, mi manca intrufolare le dita tra i suoi capelli biondi, mi manca sentire il fuoco sulle sue labbra e di una cosa sono certa: non lascerò che il nostro rapporto si deteriori inutilmente per un singolo caso, non lascerò che la paura mi inchiodi sotto le coperte.
Io lo amo, ho visto il pentimento nel suo sguardo, non si merita tutta questa cattiveria: per una buona parte della mia vita c'è sempre stato, è il mio turno adesso.
Le fiamme mi circondano, il sangue si mischia al colore arancione del fuoco: lo osservo sentendomi bene, sentendomi a casa.
Stare tra le sue braccia e come stare nell'inferno: caldo, lussurioso, il suo sangue è brace che desidero ardentemente, i suoi occhi pozzi ghiacciati in cui mi butterei per raffreddare il mio corpo, la sua bocca l'entrata verso un mondo migliore.
Ora le fiamme le sento bruciare addosso a me, ma non fa male.
La porta si spalanca: Aido mi osserva preoccupato, tenta di portarmi fuori dalla stanza in fiamme, ma non mi muovo di un millimetro.
Lo tiro per un braccio e richiudo la porta.
Ora le fiamme circondano anche lui, ma Aido è troppo perso nel mio sguardo, per rendersene conto.
I suoi occhi azzurri riflettono il fuoco attorno a noi e non c'è spettacolo più bello.
"Non lascerò che la mia paura distrugga il nostro rapporto Aido.
Sono stanca di respingerti, ho visto il dispiacere nei tuoi occhi, ho visto che mi ami con tutto te stesso e non ho intenzione di allontanarti un'altra volta: non ti meriti la mia cattiveria." Dico, guardandolo.
Lui sorride.
"Non ho mai voluto farti del male con quello scopo li Hana, mi dispiace davvero." I suoi occhi azzurri trasformano le lacrime in brina ghiacciata.
Lo stringo a me e nel caos della stanza, nelle fiamme che bruciano i nostri cuori,  le nostre labbra si uniscono.
Folli, pazzi di amore, febbricitanti: il mondo attorno a noi esplode, ma noi non ci badiamo.
Persi inesorabilmente, le mie mani tra i suoi capelli, la sua bocca sul mio seno.
È difficile non ridere, nemmeno qualche ora prima ci si stava urlando addosso le più infime cattiverie e ora mi lascio accarezzare come se nulla fosse, dalle stesse mani che mi hanno fatto del male.
Ora le sue dita sono gentili, ora il pizzicore alla base del collo che si propaga nel mio basso ventre non fa male, mi stuzzica, mi inebria col suo dolce tocco.
Le fiamme sembrano danzare al nostro cospetto, non ci urtano, non ci bruciano, entrano dentro di noi con delicatezza come Aido sta facendo adesso con me .
Le sue mani calde mi circondano i fianchi, le sue labbra sul mio collo accaldato, i suoi denti sulla mia pelle.
Beve con avidità, mentre io faccio lo stesso con lui, è pura follia, è puro godimento.
Gemo il suo nome con enfasi, sentendo lacrime di piacere farsi spazio nel mio viso.
I suoi sentimenti fluiscono in me, donandomi gioia e calore.
"Mi sei mancato amore mio." Dico al suo orecchio, mentre mi fa sua ancora e ancora.
"Anche tu" appoggia la fronte alla mia, succhiando le mie labbra.
Le mie dita tirano i suoi capelli, quando lo sento affondare con più enfasi dentro di me.
Lo sento irrigidirsi e venire, io con lui e non tardo a farmi sentire.
Mi bacia con prepotenza, soffocando il mio urlo.
Il mio corpo è ricoperto di succhiotti,  sono accaldata, e alla fine mi rendo conto davvero che ci siamo donati l'uno all'altra, in mezzo ad un incendio che devo aver fatto scattare io.
Gli allungo un asciugamano e me ne metto uno intorno al corpo, uscendo dalla stanza fumante.
"Porca miseria! Sono vivi!" Urla sospirando Kain.
"Ma non vi siete resi conto che la dentro c'era un incendio?" Sbraita Rima.
"Mh no." Rispondiamo in coro io e Aido; mi lancia un occhiolino che mi fa sorridere.
"È incredibile, non una sola fiamma li ha bruciati, ma come è possibile?" Domanda sconvolta Yuki, toccandomi un braccio arrossito.
"Beh, ci credo, da fuori si sentivano cose e rumori che lasciamo perdere, noto che avete fatto pace?" Chiede Takuma, osservando il mio corpo.
Merda! Mi copro al meglio e senza dire una parola io e Aido ci prendiamo per mano, lasciando agli altri il compito di domare e spegnere il fuoco.
Per non non c'è n'è bisogno, noi il fuoco lo abbiamo dentro.  

SPAZIO AUTRICE: hei hei! Sono tornata! Eh niente ho visto 533 visualizzazioni, che dire: vi amo da morire!
Grazie! Grazie davvero!
Sono felice di annunciarvi due cose:
1) Endless è al 24 posto nella categoria sadness;
2) ho creato un nuovo libro in cui espongo i miei pensieri e le mie riflessioni sul mondo che ho dentro e quello esterno.
Passate se vi va, lo trovate nel mio profilo: si tratta appunto di idee, che ho provato ad esprimere in modo poetico, fatemi sapere che ne pensate!
As always ringrazio davvero tantissimo chi mi segue!
Vi lascio alla storia, buona lettura!
Have a nice life 🍀🤙🏻

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