19 capitolo

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Mi sveglio, sentendo un gran dolore alla schiena.
La vecchiaia si fa sentire, aveva ragione Ryo.
Mi giro nella direzione di mio figlio, vedendolo ancora profondamente addormentato, sorrido accarezzandogli i capelli biondi, finitigli nel viso.
Successivamente mi giro verso Hanabusa; mi scappa una risatina: è addormentato nella stessa posizione del figlio.
Sono identici.
Scendo a fare colazione, non vedendo nessuno.
Controllo l'orologio: è ancora troppo presto.
Mi bevo un caffè, rilassandomi completamente nel silenzio della cucina, per poi corrugare la fronte.
Ripenso al sogno fatto nello stesso momento con Ryo: e se avesse ragione? Se io e Aido incombessimo in questa lotta per la vita? Se Ryo rimanesse senza genitori? Non posso pensarci.
Io e Aido gli abbiamo promesso che non accadrà nulla, che senso ha farsi tutte queste paranoie?
Persa nei miei pensieri, non mi rendo conto che Shiki è entrato nella stanza, mi saluta con un buongiorno e un bacio sulla guancia, che mi fanno risvegliare dal mio stato di trance.
"Oh buongiorno Senri" dico, sgranchendomi.
Come se non potesse fare a meno di darmi fastidio, la mia mente torna al bacio assurdo che mi ha lasciato Shiki ieri.
"Shiki, ho bisogno di parlarti".
Lui mi sorride, mi alzo mettendomi davanti a lui.
"Così mi metti ansia" dice, lievemente a disagio.
"Provi qualcosa per me? Cosa ha significato quel mezzo bacio mancato ieri?" Domando di getto, vedendolo gelarsi sul posto.
Sussulta, fa di tutto per evitare i miei occhi, che lo scrutano con insistenza.
Ha le mani sudate, l'iride ristretta, si morde le labbra nervoso.
"Devo andare, Rima mi sta chiamando." Dice, letteralmente scappando dalla cucina.
Sospiro, mi rendo conto di aver incasinato tutto.
Mi maledico e mi massaggio le tempie.
"Buongiorno amore mio". Le labbra calde di Aido si posano sulla mia guancia, nello stesso punto in cui si sono soffermate anche quelle di Shiki.
Sorrido leggermente e vado a svegliare Ryo: è tempo che lui si metta al sicuro, ancora prima di iniziare la battaglia.
"Ryo, sveglia." Sussurro dolcemente, accarezzandogli il viso.
Lo vedo aprire prima un occhio, poi l'altro e poi tutti e due.
Fa un grosso sbadiglio a bocca aperta e gli metto la mano davanti alla bocca.
"Ryo le buone maniere non sai nemmeno dove stanno di casa". Asserisco, scompigliandogli i capelli.
Mi fulmina con lo sguardo e ritraggo la mano.
Tale padre tale figlio.
"Ti aspetto giù per la colazione, poi partiamo." Gli dico, vedendolo ammosciarsi.
Scendo di sotto, sospirando pesantemente; di Shiki nemmeno l'ombra.
Ryo scende le scale con calma, una calma innaturale che sembra presagire un temporale.
Si siede con altrettanta calma e osserva ciò che lo circonda con apatia.
"Non voglio andare" asserisce con voce dura.
Sospiro, infilandomi le dita tra i capelli, nervosa.
"Devi farlo." Rispondo con altrettanta durezza.
"E se io non volessi?" Domanda a mo' di sfida.
"Non costringermi Ryo, sarebbe peggio per te". Dico, guardandolo.
Lui ringhia, innervosito.
"Odio la mia vita" dice serio, con tono gelido.
Boccheggio, in cerca di aria.
"Ryo, basta così." Asserisce duro e autoritario Aido.
Ryo sbuffa, alzandosi senza dire una parola, e andando in camera sua.
Non ha nemmeno fatto colazione.
Sospiro, guardando Aido.
"Tornassi indietro non proseguirei la mia gravidanza." Confesso.
"Non dire sciocchezze. Dice così solo perché è nervoso, anche tu quando quando sei così dici cose che non sono vere." Mi risponde, ammonendomi con lo sguardo.
Vengo circondata nelle sue braccia calde, e annuso il suo profumo.
Aido scioglie il suo abbraccio, preparandosi.
"Ruka sei pronta?" Domando, affacciandomi alla sua stanza.
"Si." Risponde, prendendo lo stretto necessario.
"Lascia, lo porto io".
"Grazie.... senti Hana: non giocarmi brutti scherzi, sei come una sorella per me.
Non lasciarti ammazzare, sarai  la zia più cazzuta che mia figlia conoscerà. Promettimi che farai di tutto per proteggere le persone che ami. " mi dice in tono serio e emozionato.
L'abbraccio, rifugiandomi nel suo abbraccio, come qualche anno fa, quando i problemi erano capire come vestirsi per andare a passeggiare o di che colore mettere lo smalto.
Siamo cresciute, troppo, e troppo in fretta, troppe responsabilità.
"Te lo prometto" dico, sorridendole.
Ci avviamo alla macchina, con il cuore in subbuglio, mentre Aido sistema Ryo nel sedile posteriore.
Partiamo, nessuno dice una parola, arriviamo in poco tempo alla villa di Kuran, Ruka entra dentro la casa, lasciandoci il nostro tempo.
Mi inginocchio difronte a Ryo, così Aido.
"Non far arrabbiare Ruka, comportati per bene ." Dico, tentando di non piangere.
"Va bene." Risponde semplicemente, ma le vedo chiaramente le lacrime che gli scorrono sul viso.
"Ryo tranquillo, torneremo." Asserisce Aido, scompigliandogli i capelli.
Ryo singhiozza, buttandosi nelle nostre braccia.
Gli accarezzo i capelli, lasciandomi sfuggire qualche lacrima.
"Ti vogliamo bene piccolo eroe". Dice Aido, mordendosi le labbra.
Dopo baci, abbracci, dopo aver passato qualche ora con Ryo e Ruka ci rimettiamo in moto, io e Aido da soli.
Io alla guida, lui accanto a me.
Nessuno dei due osa dire una parola, troppo presi a pensare a Ryo.
Al suo profumo, alle sue manine....
"Hana hai sbagliato strada." Mi informa Aido.
Mi riprendo dai miei pensieri, rendendomi conto di aver preso la via sbagliata.
"Scusa" .
Faccio retromarcia e arriviamo al collegio.
Su questo edificio di pietra è calata la notte, e insieme a lei una fredda ombra .
Si sentono i gufi e i grilli cantare.
Scendo dalla macchina, con il cuore in gola, lasciare lì Ryo e rendermi conto che lo vedrò tra due settimane, mi rende nervosa, inquieta, come se mi mancasse una parte di me.
"Allora è andata?" Mi chiede Shiki, appoggiato allo stipite della porta del bagno.
Annuisco, mentre le mie domande nei suoi confronti vorticano rumorosamente.
"Non mi hai ancora risposto." Dico, incrociando le braccia.
Il suo gesto è fulmineo, troppo veloce perché me ne renda conto.
Mi trascina nel bagno con se, chiudendo la porta a chiave.
Spinge il mio corpo alla porta, intrappolandomi, sento il suo aderire al mio, i suoi occhi gelidi incastonati nei miei.
"Si Hana, hai visto giusto, ogni mia cellula freme quando ti guardo, la voglia di farti mia quella notte si è ripresentata il giorno dopo e quello dopo ancora.
Mi sto torturando per capire perché per Rima non provo lo stesso che provo per te, mi sto torturando per capire perché il mio corpo voglia toccare il tuo, perché una tale sciagura è capitata a me.
Mi rendo conto che ti sposerai con Aido, che hai già un figlio con lui, che quello che ti sto dicendo ora non fa bene ne a te ne a me, che non saremo mai più come prima dopo questo, ma ne ho bisogno.
Ho bisogno di dirti che mi piaci, ho bisogno di dirti che voglio averti tutta per me, ma contemporaneamente so che devo farmi da parte. " dice, col fiatone, avvicinando il suo viso al mio.
"So anche che quello che sto per fare, mi procurerà 5 dita stampate in faccia, ma ne ho bisogno Hana.." mi dice con tono straziante.
Non riesco a proferire parola, Shiki, il mio migliore amico è innamorato di me...
Le sue labbra si posano con dolcezza sulle mia per un minuto, in cui non riesco a muovere un muscolo.
Mi discosto, allontanandolo.
"M-mi d-dispiace Shiki, ma io amo Aido con tutta me stessa." Rispondo, sconvolta.
Lui sospira, si passa una mano tra i capelli, e esce senza dire una parola.
Rimango ferma mezz'ora, senza sapere cosa fare.
"Hana! Ma dove diamine ti eri cacciata!" Mi chiede Aido.
"Io ero in bagno" rispondo, tentando di mostrarmi tranquilla.
Non posso dirglielo, rovinerebbe l'amicizia che hanno e rovinerei il mio rapporto con lui.
"Tutto bene?" Mi chiede Aido, dopo avermi guardata con attenzione.
"Si". Rispondo semplicemente, facendo un falso sorriso.
Aido sembra berla, ma sono fortemente convinta che sa che c'è qualcosa che non va.
"È pronta la cena" mi dice, sussurrando.
"Perché sussurri?" Domando, ghignando.
"Non lo so".
"Andiamo." Mi prende per mano e scendiamo le scale, dove tutti sono già riuniti intorno al tavolo.
Durante la cena, noto che manca Shiki.
"Hana, hai visto Shiki? So che era venuto per parlarti di una cosa importante, ma non l'ho più visto." Mi dice stranita Rima.
Vado nel panico e mando giù un generoso sorso di vino bianco.
"Mh si, ma niente di importante, non ho idea di dove si sia cacciato Senri" rispondo, facendo la finta gnorri.
Ho addosso gli occhi di Aido.
"Ma non avevi detto che eri in bagno?" Mi chiede a bassa voce Aido.
"Si, ma mentre mi struccavo, è venuto a parlarmi, niente di importante come ho detto." Rispondo, bevendo.
Maledizione.
La cena prosegue tranquilla, tutti parlano tranne io, chiusa nel mio mondo.
Mi manca Ryo da morire.
Prendo il telefono e lo chiamo; dopo tre squilli risponde, con la sua vocina monotona.
"Mamma" mi dice.
"Tesoro, come va?" Donando, mordendomi le labbra.
"È successo qualcosa?" Chiede.
"No, assolutamente niente, volevo solo sapere come stavano andando le cose... mi manchi" Gli dico, tentando di non piangere.
"Bene, Ruka sta preparando la cena."
"Cosa mangerai di buono?"
"Non ne ho la minima idea" risponde, facendomi sorridere.
"Voglio tornare da te mamma" aggiunge, sospirando.
"Chi è al telefono? Ryo?" Domanda Aido.
Annuisco e gli passo il telefono.
"Hei ometto, come procede?" Chiede Aido.
Non riesco a sentire la risposta, ma vedo Hanabusa sospirare.
"Anche a noi, tanto" Continua il biondo vampiro.
"Hana vuole te." Dice Aido, allungandomi il telefono.
"Mamma vienimi a prendere".
"Tesoro sai che non posso farlo, però domani posso venire tutto il giorno e stare con te". Gli dico.
"Davvero? Lo puoi fare?" Mi chiede visibilmente più allegro.
"Certo tesoro." Sorrido al telefono e mi sembra di vederlo veramente davanti a me.
"Devo andare mamma, è pronta la cena." Dice Ryo, salutandomi.
Chiudo la chiamata sospirando.
Decido di mettermi a letto, stremata.
Durante la notte mi agito nel sonno, sudo.
Decido di alzarmi, ormai stanca di questa situazione.
Mi alzo come uno spettro, uscendo dalla stanza e andando in cortile.
Mi siedo su un gradino, tirando fuori una sigaretta; sto decisamente fumando troppo.
L'accendo e faccio un tiro, calmandomi.
"Sai che non ti fa bene il fumo" mi dice Shiki.
Sembra distrutto.
"Scusa se ti ho ferito" Gli dico, mentre lui mi ruba una sigaretta dal pacchetto.
"Era inevitabile, mi passerà stai tranquilla."
Maledizione! Incasino sempre tutto!
Sospiro e decido di rientrare.
Le due settimane passano con una velocità impressionante, fra incubi, tremori, baci, notti di fuoco, pianti e lacrime.
Non vedo l'ora che tutto questo sia finito.
Il grande giorno è arrivato, sono stanca, avrò dormito tre ore a notte, non riesco a reggere, ma il fuoco, l'adrenalina scorrono nelle mie vene, riuscendo a darmi la carica giusta.
Sembra mi sia drogata, ho la pupilla dilatata, non sto ferma un secondo.
A mezzogiorno puntualmente arriva il Venerabile, con una scorta ben fornita di vampiri.
"Allora, hai deciso cosa fare?" Mi chiede il Venerabile.
Lo guardo con sfida.
"Si, non mi sottometterò ai tuoi ignobili desideri" Gli dico sputando con rabbia.
Lui sorride e in pochi secondi la battaglia inizia.
È cruda, sanguinosa, lunga.
Tutti sembrano battersi con valore, la battaglia infuria anche durante la notte, ci sono tantissimi vampiri.
Un odore pungente di sangue si è sparso nel Collegio, mucchi di cenere cospargono il terreno.
Inchiodo al muro il Venerabile, sono stanca, ma ho anche la forza necessaria per non lasciarlo andare.
"Sei solo un'ipocrita! Non ti permetterò di distruggere tutto ciò in cui credo, tutto ciò che amo. " Il Venerabile sogghigna, per niente impaurito, mi giro nella direzione in cui guarda l'anziano vampiro, non faccio in tempo a spostarmi, che una lama affilatissima preme dentro di me.
Cado in ginocchio, un dolore incredibile si propaga nel mio corpo.
E sento chiaramente l'urlo  straziante di Aido.
Toglie di mezzo chiunque si mette nel suo cammino, arrivando difronte a me.
Sono stesa, boccheggiante, sentendo il sangue scorrere liberamente.
"Amore mio no" dice Aido piangendo disperato.
"Sono ancora qui" dico flebilmente sentendo le mie membra debolissime.
Faccio fatica a tenere gli occhi aperti.
Le sue lacrime mi rigano il viso, noto nel suo sguardo azzurro disperazione, rabbia.
"Amore mio, rimani con me, abbiamo una vita davanti a noi." Dice Aido, poggiando la fronte alla mia.
Sorrido debolmente, stringendogli la mano leggermente.
Non riesco a respirare, intravedo una luce cristallina, ne sono attratta, ma Aido mi chiama ancora.
"Hana no per favore! Stai con me, rimani con me! Non andartene!" La sua voce è colma di disperazione, di pianto.
I singhiozzi lo scuotono, sento il mio corpo diventare più freddo che mai.
Le mani di Aido premono sulla ferita, tentando di fermare l'emorragia.
"Ti amo, ricordatelo, proteggi Ryo con tutto te stesso, vivi la tua vita; io starò bene." Gli dico sussurrando.
I suoi occhi azzurri mi scrutano, doloranti.
"No! Non voglio! Hana! No!" I miei occhi si chiudono, mentre vengo avvolta dalla luce cristallina e calda.

SPAZIO AUTRICE: Sono riuscita ad aggiornare prima di partire! Amatemi e io amerò tutte le 420 persone che leggono la storia! Grazie!

Have a nice life 🍀

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