8.

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3:45, Martedì.
Metto il vestito con le spalline di colore verde e la cintura di pelle.
"Leo come sto?"
"Wauff"
Lo so che è solo un cane ma è l' unico amico che ho adesso.
Ma mi guardo allo specchio...mi fa ancora male guardare quello specchio ma non ci posso fare niente.
Non posso rompere ogni specchio che compro.
Non posso continuare a scappare.
Mi cambio.
Mi metto un pantalone con le gambe a campana e una blusa.
Esco di casa.
Resto 5 minuti davanti alla porta per poi bussare.
Mi apre.
"Scusa. So di essere in anticipo ma non potevo venire dopo perché Leo non mi lasciava andare."
"Chi è Leo?"
"Scusa. È vero. Non te lo ho detto. Ho un cane e si chiama Leo."
"Di che razza è?"
"È un Labrador Retriver."
"Bello."
Mi fa segno di entrare.
Chiude la porta.
"Arrivo subito."
Mi siedo sul divano.
Prendo il telefono.
/Messaggio da numero sconosciuto/
Lo apro.
"Mati, sono Dario.
Non so se ti ricordi di me ma io invece sì.Come va laggiù?La mafia ti ha già ucciso?
Lo so. Ti ho ferito e non mi aspetto che tu mi perdoni, voglio solo parlare."
Fanculo.
Preferisco non parlarci proprio.
"Gradisci del vino?"
Se mi aiuterà a dimenticare, sì.
"Sì."







5:30.
La festa sta andando bene.
Ho scoperto che reggo il vino bianco e non quello rosso. Spero però di non diventare una persona dipendente dal vino bianco.
"Ti stai divertendo?"
Mi chiede Giuseppe.
Sono sempre stata quella "asociale"
"Sì."
"Non sembra."
"Perché?"
"Perché sei tutta sola."
"Sono abituata."
"Non si direbbe."
"Me lo dicono in molti."
"Come mai?"
"Sono sempre stata una persona solare ma non ho mai amato stare con la gente."
"Capisco."
Si alza e mi porge la mano.
Ed io gliela prendo confusa.
"Ti va di ballare?"
"In verità no."
Ma è troppo tardi perché mi tira a se e inizia a farmi girare.
"Non so ballare."
Cerco in tutti i modi di staccarmelo di dosso ma è impossibile.
"Non importa. Non serve saper ballare."
La gente intorno si allontana.
Io lo guardo.
Si sta divertendo.
Io non lo so ma mi sento a disagio ma allo stesso tempo felice.







21:00
La festa è finita.
Siamo sul tetto dell'edificio.
Guardiamo le stelle.
"Cosa vorresti fare dopo?"
"In che senso dopo?"
"Non resterai qui per sempre? O no?"
"Non lo so. Me ne andrò quando me la sentirò."
"Cosa ti spinge a stare qui?"
"Un po' tutto: il fatto che non ci sia nessuno che conosca, il fatto che qui c'è la squadra più forte del mondo e il fatto che forse non è così brutto stare lontano da casa. Se la posso definire così."
"E tu? Perché non vai al nord?"
"Perché sennò chi mi farebbe i cannoli?"
"Capisco."
Mi siedo per terra e guardo il cielo.
"Di che segno sei?"
"Toro."
"Anch'io."
"Ti sei mai innamorata? Intendo.........veramente."
Questa domanda mi mette a disagio.
"Tu?"
Cerco di cambiare argomento.
"Prima rispondimi."
"No."
Lo guardo.
"Tu?"
"Forse."
Non rispondo.
"Qual' è la tua stella preferita?"
"Tu.







Solo tu."
No.
Non lo fare.
Non mi.
Baciare.
Anche se forse...
Anche se...
Però...
Non mi fotte un cazzo.
Lo bacio.
È uno sbaglio.
Ma non è l'unico.
E non è così brutto.
E non fa male.
Come pensavo.

La mia ragione sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora