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12:30
"Ciao ragazzi. Lei è Matilde."
Mi salutano.
Faccio lo stesso.
Mi siedo sulla prima sedia che trovo.
"Ciao ragazzi."
Mi giro.
È successo qualcosa?
Forse ha davvero capito.
Iniziano le riprese.
Quando Cesare è davanti ad una telecamera è sempre felice.
"Così tu devi essere Matilde."
Tonno mi guarda aspettando una risposta.
"Sì. E tu devi essere Francesco."
"Sì ma tu puoi chiamarmi Tonno."
Mi suona il telefono.
"Scusa devo rispondere."
"Non ti preoccupare."
È l'ospedale.
Mi avvicino alla porta d' ingresso.
"Pronto, è successo qualcosa?"
"Matilde ci serve il tuo aiuto. Abbiamo bisogno di infermiere per l'operazione."
"Arrivo."
Vado da Tonno.
"Di a  Cesare che ho un problema all' ospedale e che farò il prima possibile."
"Ok."

13:00
Ho appena finito l'operazione.
È stato un fallimento.
Non è servito a niente.
Sarebbe morta comunque.
Sarebbero morti lo stesso.
Torno a casa.
"Com'è andata?"
Mi guarda.
"Poteva vivere. Se solo..."
"Tu hai fatto quel che potevi."
Mi abbraccia.
"Stai bene?"
Mi asciugo le lacrime.
"Sì."
Mi butto sul divano e Leo mi salta addosso.
È come se anche lui mi capisse.
"Cosa hai cucinato?"
Mi avvicino alla cucina.
"Ho fatto le lasagne."
"Non sapevo sapessi fare le lasagne."
"Non sai molto di me!"
"Tipo?"
"Che ho delle fantastiche doti canore. Vuoi sentire?"
"No. Ti credo sulla parola."
Ci sediamo a tavola.
Cesare continua a guardare l'orologio.
"Aspetti qualcuno?"
"No."
"Allora perché  continui a guardare l'orologio?"
"Perché manca poco."
"A cosa?"
"Lo scoprirai se non lo sai già."
Quella notte finisce così.
Con un punto di domanda.



5:30.
Cesare mi sveglia.
"La casa va a fuoco?"
"No."
Ride.
"Perché mi hai svegliato?"
"Ho una sorpresa."
Mi porta in sala da pranzo mentre mi copre gli occhi con le mani.
"Posso guardare?"
"No."
Dopo qualche secondo apre le mani.
Ha ornato la sala con una scritta da compleanno, cose di colore  rosa e sul tavolo c'è una cenetta.
"Auguri."
"Grazie."
Ci sediamo a tavola.
"Questo però non è tutto!"
"Quindi hai altre sorprese in serbo?"
"Sì."
Sorridiamo.
Versa dello champagne nel bicchiere e  mi porge la sua mano.
La stringo e lo guardo.
Il profumo delle candele di libera nell' aria.
"Mi ricorda molto uno di quei film rosa che abbiamo visto."
"Tutte le volte che ho scritto ti amo?"
"No. La musica nel cuore."
"Mi ricordo che alla fine ti sei commossa così tanto che ti si è sbavato tutto il trucco. E sono dovuto restare davanti alla porta del bagno di quel cinema perché non volevi che io ti vedessi struccata."
"E tu mi hai detto che ero perfetta anche senza trucco."
"Avevamo cominciato a conoscerci in quel periodo, tu avevi l'apparecchio ai denti, gli occhiali neri e tanta insicurezza."
Che ho ancora adesso.
Che non se ne vuole andare.
Che è ancora parte di me.

La mia ragione sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora