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9:00
È tornato tutta la normalità.
Adesso non ci sono problemi, o almeno, non tra di noi.
Ma fuori c'è abbastanza caos.
Nonostante il sole, nonostante tutto quanto.
Guardo quel coso, fotutto coso.
Cosa fatto, per meritarmi questo.
Per caso, qualcuno lassù ce l'hanno con me?
Le lacrime non servirebbero neanche, qui c'è.
Cesare mi guarda stranito.
"Tutto bene?"
"No che non va bene."
Si avvicina.
"Cosa c'è che ti turba così tanto?"
"Il fatto che.....no, non capiresti."
"Dimmelo, dai!"
"Il fatto che Sheperd possa morire così, nella tredicesima stagione. Ma perché?"
"....."
"Vedi? Non ha capito! Io te l' avevo detto."
"Matilde, ragiona un attimo..... tu mi hai fatto tutto sto piagnisteo perché un attore, in una serie TV è morto?"
"Sì."
Si mette a ridere.
"Amore, neanche tu finirai mai di stupirmi."
"Lo so, è per questo che mi ami no?"
"Anche."





14:00
L'aria in ospedale è quasi gradevole.
O almeno, quella condizionata.
In ospedale hanno tutti la faccia un po' distrutta.
"La signora Ciconi ha un tumore."
Un'infermiera mi guarda aspettando che mi alzi.
"Chiama il primario di oncologia."
"Mi ha detto di chiamare lei."
"Arrivo."
Mi avvio verso la paziente.
Suona il telefono.
"Pronto?"
"Matilde?"
"Dove cazzo sei?"
"Non posso venire."
"Perché?"
"Ho un impegno."
Sento una voce femminile in sottofondo.
E non è Sara.
"Mattia dove sei?"
"A casa con Sara."
"Non dire cazzate."
"Non sto mentendo."
"Devo lasciarti."
Chiudo.
Busso sulla porta.
"Buongiorno signorina Matilde.
Vuole accomodarsi?"
"Buongiorno."
"Stavo elencando agli altri medici come potevamo operare sulla paziente."
Alzo la mano.
"Sì?"
"Qual è il mio coinvolgimento in questa operazione."
"La paziente ha un tumore maligno al seno e lei, signorina, essendo specializzata in  chirurgia potrebbe esportare il cancro."
"Ok. Mi servirebbe un un minuto."
Tocco la mia pancia quasi per mandare un segnale dicendo di stare male.
Il primario mi fa segno di andare.
Mi chiudo nel primo bagno che trovo.
E provo a chiamare Cesare.
Non risponde.
Esco.

16:00
Mi avvio verso la sala operatoria.
"Sta tranquilla." Penso tra me e me.
Entro.
Tutti mi guardano.
Mi avvicino alla paziente e respiro profondamente.
Dopo 5 minuti entra un'infermiera.
"La signorina Matilde è qui?"
"Sì. Cos'è successo?"
"La vogliono al telefono."
Le faccio segno di avvicinarsi.
"Apra la chiamata e la metta in viva voce."
L'infermiera mi guarda stranita per poi eseguire.
"Pronto?"
"So che mi hai chiamato. Tutto ok?"
"Volevo sentire la tua voce prima dell' operazione ma tu non mi hai risposto."
"E cosa stai facendo?"
La sua voce diventa sempre più dolce.
"Un' incisione nella parte finale del seno della paziente."
"Capisco, o almeno, so che lo stai facendo bene."
Comincio a piangere.
"Come mai piangi?Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Mi asciugano il viso.
"No. Non hai detto niente di sbagliato. È solo che mi manchi."
"Anche tu a me."
"Cosa stai facendo?"
"Ho appena finito di registrare un video."
"Ho appena finito."
"Brava la mia dottoressa peluche!"
"Ti amo."
"Ti amo anch'io cucciola."
La gente mi guarda quasi innamorata.
È la sensazione che Cesare provoca un po' a tutti.

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