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"Ti va di tornare?Potrebbero aver finito:"
"Sì. Andiamo."
Stiamo attraversando quando mi spinge:
Cosa cazzo?
Non ci conosciamo neanche, perché mi ha spinta?





Il bus si ferma.
Cesare  accorre in mio aiuto.
"Cosa cazzo volevi fare? Suicidarti?"
poi alza lo sguardo verso "Gaia", se questo è il suo nome:
L' autista scende dall' autobus.
"State tutti bene?"
"Sì"
Mi alzo in piedi.
Gaia mi guarda preoccupata.
"Ti sei fatta male?"
Cesare mi guarda quasi sconcertato:
"Vi conoscete?"
"Perché? Voi sì?"
"Lei è la mia ex."
Non dico niente.
Ci mancava solo l' ex.
"E come mai mi hai spinto?"
guardo Gaia.
"Cosa? Ti sarai confusa."
Faccio finta di niente e la perdono.
O almeno.
Non del tutto.
Torniamo a casa.
"Cos' è successo?"
"Ho cominciato a parlare con lei e mi sono trovata bene, ci siamo fermate al bar ma quando stavamo tornando in palestra mi sono sentita spingere."
"Non ti preoccupare.Non ti darà pi fastidio finché sarò in vita."
"Grazie."
Lo abbraccio.
"Toglimi una curiosità: perché dai così tanta confidenza alla gente?"
"Perché sono una persona che crede ancora che le persone siano gentili."
"Sei molto ingenua. Ma ti amo anche per questo."
"Vado a dormire. vieni con me?"
"Sì."
Mentre si sdraia sul letto mi cambio in bagno.
"Secondo te dovrei cominciare ad essere meno estroversa?"
"Il giusto."
"Cioè?"
"Dovresti cominciare  a credere meno alla gente:"
"La gente è davvero così tanto cattiva?"
"Sì."




4:30.
"Matilde?"
"......"
"Mati?"
"......"
"Matilde?"
"Eh?"
"Ti amo:"
"Ti amo anch' io cucciolo ma lasciami dormire!"


7:30.
Lunedì.
Devo tornare a lavoro.
Come ogni santo lunedì.
Cerco di allzarmi per prima ma la mano di Cesare ma la sua mano mi stringe la vita.
Non voglio svegliarlo.
Non mi muovo.
La luce che penetra dalla finestra si posa sul mio telefono.
Che ormai non tocco da un' eternità.
Titolo del primo messaggio che vedo:Un messaggio urgente.
Cosa sarà mai successo?
Appena accendo il telefono vengo accecata dalla luce.
Stropiccio gli occhi e la vista torna normale.
Prendo gli occhiali.
Apro il messaggio.
"Signorina, abbiamo accettato la sua proposta e il suo libro verrà pubblicato.
Le chiediamo di recarsi alla nostra sede ufficiale.


                                                                                                                                         MONDADORI.Distinti saluti."
Do un urlo.

Cesare impaurito mi guarda strano.
"Perché sei così felice?"
"Hanno accettato il mio libro."
"Davvero."
"E tutto grazie a te."
"Non è vero. Sei stata tu a scrivere  il libro."
"Sì ma tu sei stato la ragione per fare tutto questo percorso."
Lo bacio.

"Scriverò un libro!"
"Evviva."
Mi abbraccia da dietro."
"E per il futuro?"
"Il futuro arriverà da solo. Intanto pensiamo al presente."
"Ma io voglio una famiglia!:"
"Prima però dovremmo pensare a fare qualcosa con la casa."
"La cambiamo?"
"Può darsi."
"Daiiiii. Dimmello!"
"OK. Sì, è ora di cambiare casa."
Mi metto di profilo.
"Potrei essere tranquillamente in dolce attesa."
Cesare mi ascolta la pancia.
"No, mi sa che è solo cibo."
Sorrido.
Anche se poi non sarebbe brutto avere un pargolo per casa.


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