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"È colpa mia?"
"No. È stata una mia scelta."
Cesare prende il telefono.
"Mi dispiace. Non è il tuo zerbino."
E chiude a chiamata.
Potrebbe essere vero.
Forse sono davvero uno zerbino.
Guardo fuori dal finestrino.
Fuori c'è la pioggia.
E dentro è la stessa storia.


4:30.
Entriamo in casa.
Abbiamo deciso di lasciare Leo da un' amica.
"Faccio davvero così tanto schifo?"
Alza gli occhi dal suo libro.
"Perché hai così poca autostima in te stessa?"
"Perché hai detto che sono lo zerbino di Dario."
"Non volevo intendere questo, volevo solo fargli capire che se vuole te dovrà passare sul mio corpo."
Mi sorride.
"Grazie."
"E di cosa?"
"Di tutto."
Lo bacio e quella notte finisce così.
Tra una pagina e l'altra.
Del libro della NOSTRA storia.






10:30.
Mi alzo.
Una luce che penetra dalla mia finestra mi acceca.
"Cesare?"
"..."
"Cesare?"
"Dimmi."
"Sei sveglio?"
"No. Sto dormendo..... ma che domande mi fai?"
"Vero...oggi seratina Netflix?"
"No. Oggi era la giornata palestra."
Mi ha sempre messo a disagio andare andare in palestra.
Quella gente palestra.
Che ti guarda.
Che ti scruta.
Che ti giudica.
"Me lo avevi promesso."
Si gira verso di me.
"Per poco."
"Prometto."
"Allora a che ora partiamo?"
"Tra 1 ora."
Guardo il telefono.
"Sono solo le 10."
"Siamo anche in ritardo!"
Si alza di scatto.
"Non ho voglia di alzarmi. È così bello qui."
"Lo sai che se non ti alzi oggi ti cancello il tuo film preferito."
Mi alzo.
" Sono già pronta!"

Dopo 5 minuti siamo in palestra.
Mi butto a capofitto sul tapisroulant.
Cuffie all' orecchio e nonostante tutto ascolto Il podcast di Dario.
"Troppe cose."
Ma perché ha sempre ragione?
La ragazza affianco a me mi sorride.
Levo le cuffie.
"Ciao!"
Mi saluta con la mano.
"Io sono Matilde, tu?"
"Sono Gaia. Non ti ho mai visto qui, vieni qui da poco?"
"Sì, da oggi. Tutta colpa del mio ragazzo."
"Ti capisco."
"Anche tu per questo?"
"Si. Si mi ha obbligato lei."
Mi indica la ragazza con le cuffie alla sua destra.
"Capisco."
"Ti va un caffè?"
"Mi va bene tutto quello che mi allontanerà da questo tapisroulant."
Sorride.
Ci fermiamo alla caffetteria davanti alla palestra.
"Come si chiama il tuo ragazzo?"
"Cesare."
"Bello. La mia si chiama Chiara."
"Come mai sei andata in palestra se non volevi?"
"Per la tua stessa ragione."
"Netflix" diciamo in sincro.
Per poi ridere.

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