10.

340 21 1
                                    

Sono passati 10 minuti ma non ho voglia di andare.
Mi farebbe male.
Mi farebbe cadere più in basso di quanto non lo sono già.
Ma non vorrei neanche lasciare in sospeso questa discussione.
Mi vesto ed prendo Leo per il guinzaglio per farlo uscire.
Ma lui si impunta.
"Dai Leo, non voglio chiamare la dog sitter."
Mi guarda con quegli occhioni da cucciolotto.
Mi rassegno e la chiamo.
Appena arriva scappo al luogo dell' incontro.
Ormai non mi aspetto neanche che sia ancora lì.
Ma mi sbaglio.
È restato.
Ho sempre saputo che era testardo ma non così tanto.
Mi saluta e mi invita ad entrare nella pizzeria aprendo la porta.
Ci sediamo al tavolo più in fondo della sala.
"Allora......cosa vuoi dirmi."
"Io volevo dirti che a Bologna senza te non ce la facciamo."
"Noi chi?"
"Io, Dario,"
Lo fermo.
"Non credo che io manchi a Dario. E non credo che tu sia qui solo per dirmi questo."
"È vero. Non sono venuto solo per questo. Anche per dirti che senza di te io non so stare."
"È la stessa cosa che hai detto prima."
"No. Voglio dire che... che io..."
"Cosa?"
Mi avvicino.
Voglio sentirglielo dire.
Voglio che dica la parola con la T.
Quella che non è mai riuscito a dire.
"Tu mi manchi."
"In che senso?"
"Vuoi capire che mi piaci!"
Urla.
Lo sentono tutti.
Ci guardano tutti.








Resto senza dire niente.
Abbasso lo sguardo.
"Cosa mi dici adesso?"
"Che forse non dovevo venire."
Me ne vado.Me lo aspettavo.
È vero ma cosa avrei potuto fare?
Dargli la soddisfazione di aver sempre avuto ragione?
Che lo ho sempre amato?

Che...che...io sono sempre stata qui a sentire le sue lamentele.
Sono sempre stata Io quella che ascoltava le sue battute maschiliste.
Sempre io quella che cadeva in silenzio.

Mi ferma prendendomi il braccio.
"Cosa c'è adesso?"
"Forse me lo potevi dire prima. Forse non mi avrebbe fatto male. Forse non avresti dovuto aspettare 7 anni.
Forse non sai che anche a me cade la corazza.
Anch'io sono un' essere umano."
Da dietro sento una voce.
"Matilde ti sta dando fastidio?"
Mi dice Giuseppe.
Mancava solo lui.
Mi giro.
"No."
"È arrivato il principe azzurro?"
"Cesare smettila."
Adesso fa l' ingelosito.
Che faccia tosta.
"Come mi hai chiamato?"
Cerco di fermare Giuseppe prima che qualcuno si faccia del male.
"Ti ho chiamato principe azzurro. Problemi?"
"Giuseppe, non abbassarti ai suoi livelli."
"Sei stato fortunato che c'è anche lei ma la prossima volta quelle ossa te le spacco."
Si allontana.
"Chi è?"
"Non sono affari tuoi."
Lo lascio con questa frase.
Non sono affari tuoi.
Non sono tuoi.



15:35.
Ho pagato la dogsitter e sono sprofondata nel mio letto.
Perché proprio adesso lo respingo?
Ora che forse è l' ultima volta che lo sento.
Ora che ci sono troppi forse.
Ora che siamo così lontani.
Ora che ha detto "mi piaci"
Ora che forse mi piace.
Solo che è un forse
Un forse un po' traditorio.

Solo che è un forseUn forse un po' traditorio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
La mia ragione sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora