32.

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"Cosa le hai fatto?"
"Io niente."
"Sì, certo."
Lo guardo.
"Quindi si è fracassata una costola da sola?"
"Aspetta, cosa?"
"Sara si è rotta una costola."


"Sento, io la ho trovata già distesa."
"Ok.
Ma se scopro che le hai fatto qualcosa"
Non mi fa neanche finire.
"Cosa?"
"Giuro che ti denuncio."
"Per cosa?"

"Violanze domestiche."
"Certo."
Mi avvio verso Sara.
Ha ripreso conoscenza.
"Ciao.Stai bene?"
"Sì, sto bene."
"Si che non ti sei ancora ripresa ma devo farti una domanda."
"Dimmi tutto."
"Cosa è successo?"
"Quando."
Si sistema il cuscino.
"Ti ha picchiato?"
Sembra preoccupata.
"No. Sono caduta."
"Da dove."
"Dalle scale."
"E Mattia era con te?"
"Sì, stava in cucina."
La guardo incredula.
"Senti."
Mi avvicino alla sua orecchia.
"Se ti sta picchiando arrangiati il cuscino un'altra volta."

Lo fece.
Sistemò il cuscino un'altra volta.

"Lo sapevo."
"Sì, ma è stata colpa mia."
"No. Non è colpa tua. È lui che deve essere sbattuto al fresco."
"No!"
Mi ferma.
"Lo farò io."
"Ok."
Mi suona il telefono.
"Scusa, devo rispondere."
Entro nello stanzino dello spazzino che si trova nell'ospedale.
"Si?"
"Mati dove sei?"
"In ospedale."
In sottofondo sento delle voci ma l'unica che riconosco è quella di Nels.
"Che è successo?"
"Sara è stata picchiata, o almeno, ha fratture sulle costole."
"Forse hai ragione. Ma se così fosse non dovrebbe denunciarlo?"
"Sì, Lo denunceremo quando Sara si sarà ripresa."
"E tu? Come stai?"
"Un po scombussolata. Ma niente di più. Tu?"
"Abbastanza bene."
"Ok."







"Scusa."
"Per cosa?"
"Per il casino in cucina. Mi dispiace veramente tanto.
È solo che non avevo niente da fare."
"Tutto ok. Non ti preoccupare."
"Ciao."
"Ciao, ti amo."
"Ich liebe dich"
"Quando hai imparato il tedesco?"
"Mai. È l' unica parola che conosco."
Ridiamo.
"Ciao. Devo tornare sul set."
"Ciao."
Chiudo.

Esco dallo stanzino. Ma la porta è chiusa.
"Aprite!!"
"Signorina, è là dentro?"
"Si."
"Non può uscire."
"Questo lo vedo anch'io."
"Dovremmo aspettare l'addetto ma ci vorranno 45 minuti."
"Ed io cosa dovrei fare qui? L'aria non è molta e non ci sono finestre!"
"Cerchi di respirare il meno possibile."
"Grazie."

Ma che testa di cazzo.

Mi siedo per terra.
Prendo il cellulare.
Forse c' è qualcuno con cui potrei parlare.

Indovina un po' chi era l'unica persona online!

Sì, lo hai capito, o almeno spero.


Papà.
Ehhhhhh, non te l'aspettavi!
Guarda che faccia!

Mio padre è sempre stato online.
Non so il perché.
Forse aspetta che io lo chiami.
Non ci siamo più visti de quando sono venuta a Bologna, per vivere da sola.
Gli messaggio.
"Ciao papà, mi dispiace tanto per non averti scritto in questi giorni ma sono stata un po' occupata con l'ospedale è con Cesare."
"Ciao, non ti preoccupare. Ma svelami un dubbio."
"Dimmi."
"Chi è Cesare?"
"Scusa, non te lo ho mai presentato ma è il mio fidanzato attuale."
"Spero ti tratti bene."
"Sì, è la persona più dolce che io abbia mai visto. Sono sicura che piacerebbe anche a te."
"Ma.... Dario?"
"Non è andata a buon fine."
"Perché? Stavate così bene insieme."

"Stavate veramente bene insieme."

"Papà, le cose cambiano."
"Sarà, ma me lo devi presentare questo Cesare."
"Certo."


"E la mamma?"
"La mamma è in Umbria per un'operazione ma tornerà entro sabato."
"Bene."
"E tu? Dove stai?"
"Sono in Calabria per il libro."
"A proposito, ho scritto un libro!!"
"Noooo, non lo sapevo."
Sembra sarcastico.
"Perché quel tono?"
"Perché sono stato il primo a comprarlo.
E......sono fiero di te."
Piango.
"Grazie."
"Ti amo batuffolo mio."
"Ti amo anch'io papà."

Aprono la porta.
"Finalmente!!"

La mia ragione sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora