Capitolo 20

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“E delle persone spesso ci manca ciò che credevamo fossero e non sono mai state piuttosto che la loro concreta assenza.”

–Massimo Bisotti

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ZAYN’S P.O.V.

Non ce la faccio a vederla lì, contro un muro, intrappolata. Le sto facendo del male. I suoi occhi mi mostrano il suo cuore spezzato, per colpa mia. Mi sento terribilmente in colpa. Mi sento un rimorso dentro. Mi sta facendo male il petto. Harry mi ha sempre raccontato cosa gli faceva fare. Ci sono stato sempre male, sapere che la mia Piccola soffriva e io non potevo fare niente mi lacerava. Ogni santo giorno sarei voluto andare a salvarla da Harry ma non potevo. Sapere che io sono il suo dolore mi fa morire dentro. Sono uscito da quella stanza per non piangere. Gli occhi mi hanno cominciato a pizzicare nel vederla ridotta in quella condizione. Decido di chiamare Harry magari lo convinco a lasciarla andare. Il telefono squilla. Dai Harry, rispondi.

«Zayn?»

«Harry»

«Che cosa è successo?»

«Posso lasciare andare Noelle? Sta male»

«Lo so come si sente ma no, non puoi. Lo sai meglio di me che solo così riuscirà a sconfiggere i spagnoli. Quelli non vogliono solo vincere la partita, quelli vogliono lei»

«Harry non vuole mangiare, è morta dentro. Mi sento male»

«In un modo o nell’altro falla mangiare non farmi venire lì. Legala»

«Cosa? Non posso farlo»

«Zayn è un ordine. Non vorrei nemmeno io ma preferisci che quando i spagnoli la prenderanno sarà impreparata?»

«Ma..»

«Basta» sento urlare dalla stanza dove è rinchiusa la mia piccola.

«Cosa è stato Zayn?»

«E’ stata Noel….emh Alex»

«Zayn adesso tu rivai là dentro, la leghi e se necessario la imbavagli. E falla mangiare. Fai l’uomo. Ci sentiamo domani mattina»

«Ciao» chiudo la chiamata e un altro colpo al cuore sento. Lei non si merita tutto questo. Prima o poi la dovrò tirare fuori da questo brutto giro. Non oggi. Vado a prendere una corda abbastanza resistente e una bandana. Non voglio fargli tanto male se la devo imbavagliare. So che le lo odia. Spero che non lo dovrò fare.

Prendo un grande respiro e entro. La vedo accovacciata contro il muro che fissa il vuoto. Lo faceva sempre quando stava male per Tiziano. Ho altri mille sensi di colpa. Quella maledetta corda e quella maledetta bandana che ho in mano le butterei via. Piuttosto preferirei legarmi io al posto suo. Non voglio più vedere sofferenza nei suoi occhi. Adesso io mi merito del male. Sto facendo del male a un angelo.

NOELLE’S P.O.V.

Qualche minuto dopo Zayn rientra ma io sento tutto ovattato. Sto ancora fissando il vuoto. Si mette davanti a me e noto che in mano ha una corda e una bandana in mano. Che cosa mi vuole fare?

«Ordini di Harry, mi dispiace piccola» mi dice guardandomi triste. È davvero triste ma non può capire quello che sto provando io. Nessuno lo può capire. E nessuno mi può aiutare. Sono sola. L’unica certezza che avevo si è sgretolata appena si è tolto il passamontagna.

Mi prende i polsi delicatamente e comincia a legarmeli. Io cerco di liberarmi in tutti i modi. Mi sono fatta mettere i piedi in testa da Harry ma non posso da Zayn. Lui mi ha già visto debole, non mi può vedere debole anche così. Provo a tirargli dei calci ma non ci riesco. Il mio corpo me lo impedisce. Non posso fargli del male.

In poco tempo mi ritrovo i polsi legati. La corda struscia contro la mia pelle e mi crea dei piccoli tagli. Sono simili a quelli che ha Calum. Solo che i suoi sono di più e più marcati. Aspetta un attimo. Lui, no no no. Non può essere.

Comincio a urlare. Me ne voglio andare. Voglio andare a casa. Voglio svegliarmi nel mio letto e capire che tutto questo è un sogno. Purtroppo questa è la mia amara realtà. La mia schifosa verità. Le lacrime non escono. Sono rinchiuse.

«Se non ti stai zitta ti faccio stare zitta io» mi dice in modo minaccioso. Prende la bandana e me l’avvicina alla bocca. No, anche questa umiliazione no. Non può togliermi anche la dignità. Decido di starmene zitta. Tanto in un modo o nell’altro mi avrebbe tappato la bocca.

Zayn non mi aveva mai minacciato come ha fatto adesso. Il suo tono mi ha fatto ancora più male. Che fine ha fatto il mio Zayn? Il ragazzo dal cuore d’oro che si è ripreso la fiducia dalle sue sorelle dopo averle lasciate sul baratro dello sfratto? Il ragazzo che ogni singolo giorno veniva a controllare come stavo? Dov’è? Adesso io vedo solo un ragazzo che un tempo lo reputavo come un fratello legarmi e minacciandomi di imbavagliarmi.

«Ti prego Noelle mangia. Non farmi chiamare Harry. Sappiamo benissimo tutte e due come andrà a finire» mi dice in modo supplichevole. Prende con la forchetta la pasta e me l’avvicina alla bocca. Non voglio mangiare però so che devo farlo altrimenti chiamerà Harry e voglio sapere quello che succederà. Chiudo gli occhi e mi faccio imboccare. Mi sembro una paralitica, voglio la mia libertà.

«Se mi sleghi mangio da sola» gli dico guardandolo. La corda mi fa male. Non è tanto stretta ma non sono abituata. Non sono abituata a essere così debole.

«Non posso, mi dispiace» mi dice. I suoi occhi cominciano a bagnarsi. Vedo scendere una lacrima e poi un’altra ancora. Se le asciuga velocemente e poi si gira. Io invece rimango impassibile davanti a lui di spalle che piange. Le lacrime sono intrappolate e ricomincio a fissare il vuoto.

COLD LOVE || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora