Capitolo 40

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“Ogni cosa sarà OK alla fine. Se non è OK non è la fine.”

–Ed Sheeran

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«I tuoi occhi sono molto più chiari, sono di un verde intenso»cosa? Cosa ha detto? Sono più chiari? Allora finalmente dopo un anno ce l’ho fatta. Fino a cinque minuti fa odiavo i miei occhi perché erano troppo scuri, quelli non erano i miei occhi, questi sono i miei occhi. Color verde foresta, un colore vivo, un colore quasi felice per una me quasi felice. «E io li amo» continua accarezzandomi una guancia. «Li amo proprio come amo i tuoi capelli, le tue debolezze, il tuo corpo…i tuoi tagli, i tuoi lividi» istintivamente a quelle parole tiro ancora più giù il mio maglioncino in modo da cercare di coprire i miei lividi e tagli.

«Emh..» biascico abbassando la testa. Non doveva vedere né quei tagli e né quei lividi. E ora cosa gli racconto?

«Che cosa hai fatto sui polsi?» mi chiede con un tono severo. Cosa gli dico? Oh Calum, Harry e Zayn mi legano tutta la notte per allenamento, sai com’è è normale no?

«Niente, stai tranquillo» provo a rassicurarlo ma dalla sua faccia non sembra per niente convinto.

«Non sto tranquillo per niente. Cazzo Noelle chi ti ha fatto questi tagli e questi lividi?» si comincia a innervosire non so per cosa. Non ho mai visto Calum così agitato. Non glielo posso dire come me li sono fatti, vorrei ma non posso.

«C-come fai a sapere che qualcuno me li ha fatti?» quelle parole mi escono di bocca senza il mio consenso. Mi sono condannata da sola, ora pensa ancora di più che qualcuno mi ha fatto del male. È vero, Harry e Zayn mi hanno fatto del male ma io non lo vedo come un farmi del male. Cioè Tiziano mi ha fatto del male, Giuseppe mi ha fatto del male, Jessica mi ha fatto del male ma Harry e Zayn non mi hanno fatto del male fisico secondo me. Loro lo stanno facendo per il mio bene. Forse.

«Chi ti ha fatto del male?» mi chiede ancora speranzoso in una mia risposa che non arriverà mai. Il suo tono è molto autoritario e mi dispiace ma davvero non glielo posso dire.

«Ti ho detto nessuno» ringhio a denti stretti. Le sue mani si tolgono dai miei fianchi e adesso sono parallele al suo corpo, rigide.

«Non ci credo» comincia a urlare spazientito dalle mie risposte irritabili. Lo so che sono irritabili ma che ci posso fare? Assolutamente niente. Non posso fare niente, posso solo sopportare il dolore in silenzio. Il dolore che due fratelli mi hanno tradito rendendomi la persona che non volevo essere, una stupida perdente che si fa mettere i piedi in testa.

«Invece ci devi credere!» urlo a mia volta io, sicura delle mie parole non vere. Un mio pregio o difetto, constatate voi è quello di saper mentire bene. Fingo troppo bene, alcune persone pensano che sono la ragazza più felice del mondo solo perché rido sempre ogni secondo, ma nessuno si è mai fermato a chiedermi se stessi veramente bene.

Non posso più reggere questa conversazione. Mi giro dandogli le spalle e mi incomincio ad incamminare lentamente verso scuola. Ho appena fatto qualche metro quando sento ancora la sua voce dietro di me.

«Fidati di me!» urla. «Io mi fido di te» gli urlo facendo in modo che mi sentisse bene. Io mi fido ciecamente di lui ma questa non è una cosa di fidarsi o meno. «Ma veramente non posso dirtelo» aggiungo in preda alla disperazione. Non ne posso più di tenermi questo segreto dentro. Vorrei liberarmi, vorrei urlarlo a tutti, dirglielo al primo che passa, qualunque cosa. Vorrei solo che una persona mi disse “Tranquilla, tutto si risolverà” ma invece no. Queste parole non le potrò sentire da nessuno perché nessuno saprà mai questa cosa. Questo segreto sarà destinato a marcire dentro di me per sempre.

Guardo Calum un’ultima volta e poi corro via. Corro lontano dalla persona che mi potrebbe aiutare, che mi potrebbe far sfogare. Ma io sono troppo egoista, io penso sempre troppo a me. Se glielo avessi detto Harry troverebbe un modo per farlo azzittire. Gli farebbe del male e io non voglio questo. Voglio solo proteggerlo e proteggermi da altre torture.

Tutti questi pensieri mi hanno tenuta occupata mentre correvo e adesso mi trovo davanti al cancello di quel carcere minorile. L’ultima cosa che mi va di fare oggi è andare là dentro ma devo.

Prendo un sospiro e mi avvio da sola dentro l’istituto. Mi sento male, mi sento una stupida egoista. So che ho fatto del male a Calum non dicendogli questa cosa. Sicuramente sarà arrabbiato con me e non mi vorrà più vedere. Non mi sono aperta con lui e lui penserà che è per una mancanza di fiducia.

C’è troppa gente oggi per i corridoi e sento mancarmi l’aria. Devo uscire da questa calca opprimente. Troppe persone che parlano di cose inutili, troppi lamenti, troppo tutto. Voglio solo stare da sola. Finalmente riesco a passare quel muro di persone umane e mi appoggio al muro ancora stanca della corsa e di tutto.

Si, sono stanca veramente di tutto. Sono stanca di tenermi dentro questa cosa, sono stanca delle bugie di Zayn e di Harry. Sono stanca di vedere i lividi sul corpo di Calum. Sono stanca della sofferenza costante che mi circonda. Voglio esser felice o almeno stare in pace. Niente pressioni, niente botte, niente sofferenza.

«Ragazzi guardate chi c’è!» sento una voce da gallina provenire alla mia sinistra. Mi giro lentamente e vedo Jessica che fa segno ai suoi amici di avvicinarsi a me. «Ciao balena secchiona» mi dice con il suo tono fastidioso. Oggi non ce la posso fare a sopportarla, davvero. Già mi odio tanto non voglio odiarmi di più.

Quelle parole mi ricordano all’istante cosa sono veramente. Una balena secchiona, proprio come dice lei. Che altro posso essere? Una balenottera? Io sono solo una balena secchiona. Come ho fatto ad illudermi di farmi piacere qualcosa del mio corpo? I miei capelli? Ma quando mai. Sembrano i capelli di una strega spettinata, per non parlare delle mie gambe.

«Com’è essere cicciona e secchiona allo stesso tempo?» mi chiede ancora divertita. Perché non riesce a capire che quelle parole fanno male? Tanto male?

«Di sicuro meglio che essere una di quelle ragazze con i capelli biondi cotonati che apre le gambe a tutti i ragazzi solo per essere popolare e denominata bella solo perché è brava a letto» gli rispondo con tono di sfida. Fingo un’altra volta di stare bene e sembra funzionare. Mi guardo intorno e noto che tutti sono sbigottiti della mia risposta e si incominciano a preoccupare per come sta quella gallina starnazzata. Jessica fa una faccia offesa per poi ritornare rossa come un peperone dalla rabbia.

«Sei invidiosa» di chi? Di te che apri le gambe a tutti? No, grazie.

«Di che cosa?» gli domando con faccia divertita. Fuori sembro divertita, menefreghista ma dentro sto morendo, oh si che sto morendo. La mia ferita si sta aprendo sempre di più, il sangue esce, esce e non si ferma.

COLD LOVE || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora