Epilogo

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“Chi ama non si arrende”

–Cit.

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No, no. Questo è solo un brutto sogno.

Mi sveglio di soprassalto e mi metto seduta. Sono nel mio letto, tutta sudata e dalla finestra entrano dei raggi di sole.

Sono ancora vestita. Mi tiro su la manica della felpa e vedo tutti i tagli causati dalle corde.

Calum. Amore mio.

Mi giro di scatto e vedo che l’orologio segna le 7.08 di mattina. O cazzo, Calum.

Esco dal letto e senza guardarmi allo specchio esco di casa. Non saluto nessuno, non ne ho il tempo.

Prendo il treno e mi dirigo il più in fretta possibile all’aereoporto.

Appena salgo sul treno mi piego in avanti e comincio a respirare profondamente, cercando di calmarmi. Ho corso fino a qua e le mie gambe non reggono, non dopo ieri. Sento che la mia pancia mi fa male e non oso vedere quanti lividi ci sono.

Sul treno c’è poca gente e nessuno fa caso a me.

Vorrei che il treno andasse più veloce così da arrivare prima da Calum ma non è possbile. Spero di arrivare lì e trovarlo che aspetta l’aereo. Magari succede come le scene dei film. Io arrivo e lo convinco a tornare a casa con me. Si, deve succedere.

Oh mio Dio come mi manca.

Tutte le immagini di ieri mi scorrono davanti agli occhi.

Diego è Alessio e Alessio è Diego.

Ho avuto accanto per questi 4 mesi l’incubo di Calum di anni. Loro erano amici. Loro erano fottutamente amici. No, ancora non resco a realizzare del tutto. Diego. Lui era una persona così bella. Sempre disponile, allegra, solare. Come poteva essere lui?

Come abbiamo fatto a non collegare le due persone? È vero, aveva dei semplici occhi marroni comunissimi ma la voce, dai. Eppure prma che si togliesse il passamontagna lui aveva la voce di Alessio e dopo alternava le due voci.

Che botta al cuore. Sono stata tradita, un’altra volta. E sapere che adesso lui sa quasi tutto di me, mi spaventa. Sa come uccidermi e l’ha già fatto ieri.

Ma la colpa è mia che mi sono fidata così presto. Ho voluto dare una possiblità a una persona e Diego mi sembrava quella ideale. È stato perfetto per questi mesi ma si è rivelato un diavolo.

Un diavolo travestito da angelo e io per la millesima volta non l’ho riconosciuto.

Il treno si ferma e scendo di corsa. Nemmeno aspetto l’autobus, comincio a correre verso l’ingresso principale dell’aereoporto. Corro pensando a quella volta, a Capodanno in cui io e Calum abbiamo corso mano nella mano sperando di arrivare prima al nostro muretto.

In quel momento mi sentivo bene, mi sentivo completa. Adesso sto correndo e delle lacrime mi escono pensando a quella scena così lontana ma così vicina.

Le lacrime, dalla velocità in cui sto correndo, mi finiscono nei capelli e cerco di trattenerle. Da oggi in poi, qualunque cosa accada, lotterò con tutte le mie forze per essere forte e per essere felice con Calum.

Lo seguirò anche in Australia, se necessario.

Arrivo all’aeroporto e mi inchodo davanti al grosso cartello con tutti gli orari dei voli. Ce ne sono una marea. Il cuore mi pulsa in gola e cerco di sbrigarmi a leggere quella maledetta scritta “Roma – Sydney”

Gli occhi mi si incrociano a forza di tutte quelle scrtte luminose. Mentre passo lo sguardo da un angolo all’altro un numero e un nome mi si ripete nella testa.

16.347

Calum.

16.347

Calum.

Finalmente trovo quella maledetta scritta. “Roma – Sydney” leggo velocemente il gate e mi avvio di corsa.

Sto sperando con tutto il cuore di trovarlo ancora qui.

Diego ha detto che partivano molto presto. Sono le 8 di mattna. Penso che fino a adesso per Sydney non ci sia stato nemmeno un volo.

Corro con tutte le mie forze, anche se sento le gambe cedermi. Non riesco a reggere tutto questo. Sono stremata.

Questa è la mia ultima possiblità. Se fallisco, muoio. E non so se riuscirò ad alzarmi ancora, non senza di lui.

Tutte le peggiori possiblità mi si presentano davanti agli occhi come se fossero immagini reali, le scaccio via e continuo a correre, determinata a riprendermi la mia felicità.

Arrivo ad un altro cartello. “Roma – Sydney ore 7.45 in ritardo”

Una fiamma di speranza si apre nel mo cuore e comincio a correre più forte. Ce la posso fare. Si, ce la posso fare.

Io ho sempre lottato per i miei sogni. E lui forse, è il mio sogno più grande. Lotterò con tutte le mie forze. Non lo lascerò partire anche a costo di prenderci tante di quelle botte da Diego.

In fondo al corridoio vedo un cartellone con la scritta del padiglione che cercavo. In fondo a questo padiglione c’è il gate dell’aereo.

Continuo a correre ma mi blocco appena vedo la figura di Diego e di Calum con le valigie in mano. Hanno appena strappato il biglietto e sono entrati nel tunnel che porta all’aereo, quello da cui non possono pù uscire.

Il mio cuore si ferma.

Anche le mie gambe si fermano.

Crollo in ginoccho, con le lacrime che mi rigano le guance, impotente, davanti al destino, che mi sta portando via la mia felicità.

SPAZIO AUTRICE

Se mi volete uccidere, lo potete fare però sentivo che doveva finire così. Noelle ci ha provato in tutti i modi a fermarlo ma a volte non basta. E questa volta non è bastato.

CI SARA' UN SEQUEL che sto già scrivendo quindi don't worry. Ovviamente il sequel lo pubblicherò tra qualche mese, dovete pazientare.

Ora che ho finito questo libro mi sento in maniera strana, mi sento vuota, più del solito. Ho ripreso subito a scrivere e quindi ad impazzire. Per quanto questa storia mi ha fatto impazzire, l'amo. L'amo perchè mi ha fatto sfogare. Mi ha fatto dire indirettamente cose che nemmeno riuscivo ad ammettere a me stessa.

E vorrei ringraziare anche alcune persone. Prima di tutti volevo ringraziare tutti voi che avete letto, votato o commentato questa storia. Ve ne sono enormemente grata. Non mi aspettavo tutto questo successo e vi ringrazio infinititamente.

Volevo ringraziare la mia migliore amica, per esserci stata, per avermi fornito idee e dato sempre il supporto necessario.

Grazie a Giulia, che ormai da qualche mese ci parlo e si è rivelata matta come me e una grandissima amica. Stai diventando sempre più importante e un giorno ti prometto che ci incontretemo e canteremo insieme l'inno in Curva Sud.

Ringrazio Francesco, Ludovica, Sara, Leonardo.

E ringraziono anche quel poraccio di Matteo che mi deve subire ogni santo giorno a scuola. Grazie perchè stai credendo in me. Grazie anche a Mattia e Manuele che, solo ora lo sto ammettendo, gli voglio bene. Indirettamente mi fanno stare bene con le loro risate.

Grazie a Tiziano. Grazie veramente a quel ragazzo con i capelli e occhi neri in cui ci ho sempre visto il mare.

Grazie ai miei idoli: i 5 Seconds Of Summer e i One Direction per esserci sempre stati a differenza di qualcuno.

E anche se non lo leggeranno mai volevo dire a Michele e a Matteo che mi hanno rovinato dentro, che non si meritano niente, che sono loro le principali cause di quello che sono ora.

E grazie a me. Grazie a me che mi sono risollevata sempre quando tutto sembrava finito. Grazie alla mia testardaggine e alla mia forza di rialzarmi sempre, anche senza idoli.

Ritornerò presto, ve lo prometto! Baci e abbracci a tutti ♡♡

COLD LOVE || CALUM HOODDove le storie prendono vita. Scoprilo ora