Capitolo 32: S.O.S.

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Un battito di ciglia e le vacanze sono terminate

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Un battito di ciglia e le vacanze sono terminate.
I concorrenti sono di nuovo in giro per il castello, così come lo sono io. Solo che sono sballottata tra i vari appuntamenti.
E non sono ancora riuscita a braccare James per parlare.
Siamo in uno spazio chiuso, per quanto grande, sempre di uno spazio chiuso si tratta e non riesco ancora a capire come diamine faccia a scapparmi sempre.

Un sospiro fuoriesce dalla mia bocca e il ragazzo al mio fianco se ne rende conto.
"Tutto bene, Principessa?"
Mi volto e una zazzera di capelli rossi interrompe il mio spaziare per l'orizzonte.
"Certo, Mr. Alec. Perché mai non dovrebbe andare tutto bene?"
Alza le spalle e punta il suo sguardo oltre l'oceano, come stavo facendo io qualche momento fa.
"Le varie interviste hanno sempre chiesto a noi come ci sentiamo per questa competizione, ma io mi sono posto una domanda."
Questo ragazzo sembra una continua sorpresa.
"Qualcuno l'ha mai chiesto a lei?"
Rimango con la bocca spalancata, fissando il suo profilo sconvolta.
Non avevo mai fatto caso alla gobbetta presente all'inizio del suo setto nasale. Lo rende più particolare.
Sospiro di nuovo, quando riesco a connettermi di nuovo al cervello. Puntello i gomiti sulle ginocchia e poggio il mento sopra di essi.
"No, in realtà no."

Rimaniamo in silenzio per lunghi attimi. Io non so cosa dire e lui pare volermi lasciare i miei spazi.
Alla fine, si alza e mi porge la mano per aiutarmi a imitarlo.
"Le va una cavalcata per le vie del Paese, seguendo il percorso del sole che tramonta?"
Un sorriso spunta sulle mie labbra e afferro la sua mano con convinzione.
"Deve essere un sensitivo, perché è una cosa che adoro fare, seppur io sia del tutto imbranata a cavalcare!"
Scoppiamo a ridere.

"E così sei caduta sei volte solo per riuscire a montare in sella?" La sua risata si spande per la sala in cui ci siamo accampati

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"E così sei caduta sei volte solo per riuscire a montare in sella?" La sua risata si spande per la sala in cui ci siamo accampati. "Da, da, da. È proprio una cosa da te."
Fingo di offendermi e gli tiro in faccia la prima che trovo: il cuscino sul quale ero comodamente seduta.
Fa una smorfia schifata e me lo rilancia indietro.
"È ancora caldo!"
Ed entrambi riprendiamo a ridere.

"È ancora caldo!"Ed entrambi riprendiamo a ridere

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