Capitolo 7: Giornata mondiale del grido arrabbiato

159 15 69
                                    

Esco dall'infermeria e mi ritrovo tutto il consiglio davanti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Esco dall'infermeria e mi ritrovo tutto il consiglio davanti.
-Signori e Signora.- li saluto con un abbassamento del capo in segno di rispetto, anche se devo stare attenta a non far cadere la corona ai loro piedi.
-Regina Charlotte.- tutti si inchinano al mio cospetto, tranne la donna che si limita ad abbassare il viso, copiandomi.
-Siamo spiacenti per l'inconveniente avvenuto ieri pomeriggio, non eravamo a conoscenza di quella particolare legge.- dice il presidente lanciando un'occhiata incendiaria alla sua vicina. -Tuttavia, non possiamo abrogare la legge e non possiamo far finta che non esista.-
Il fiato mi si incastra nei polmoni e, allo stesso tempo, sento il respiro mozzo di qualcuno dietro di me. Mi volto, trovando James funereo e con lo sguardo vacuo.
Mi preoccupa.

-Quindi che cosa succederà?- chiedo con la voce tremula.
Vedo Carmencita aprire la bocca per rispondermi, ma viene fermata dallo sguardo dell'uomo che mi ha parlato fino a ora.
-Ora, Lei avrà un anno di tempo per trovare marito e solo allora diverrà Regina a tutti gli effetti, fino ad allora non potrà fare atti che ordinari. A quello dovrà sottostare al volere del precedente sovrano.-
Sospiro, almeno ho del tempo a sufficienza per trovare qualcuno con cui condividere la mia vita.
-Come un anno?- strilla la donna, smettendo di stare calma al suo posto -Avevamo detto qualche mese!-
Il presidente del consiglio, il cui nome mi è ancora sconosciuto, si volta verso di lei, perdendo la calma trattenuta fino a ora e incomincia a gridarle addosso.
Faccio un passo indietro, sperando di non incappare anch'io nella sua furia e finisco per pestare un piede alla mia guardia del corpo che mi tiene in piedi con le sue mani che agguantano i miei fianchi in maniera istintiva, visti i suoi occhi ancora fissi nel vuoto.
Provo a rivolgergli qualche parola, ma sembra non essere più qui.

Nel mentre, tutti escono dalla stessa stanza dalla quale ero uscita io, attirati dalle grida dei due.
Forse credendo che io fossi la vittima delle grida.
-Che cosa sta succedendo?- chiede bisbigliando mia mamma.
-La signora Fernández voleva darmi solo pochi mesi per trovare marito, mentre il signor presidente mi ha dato un anno intero. Finché non sposerò un uomo non sarò Regina a tutti gli effetti e papà dovrà occuparsi della gestione straordinaria del Paese.-
Ci siamo rimasti male tutti tranne quella donna malefica che continua a gridare, fin quando, stufa di tutto, sono io ad alzare la voce e a urlare ai due di smetterla.
Termina subito la loro discussione ed entrambi mi porgono le loro sincere scuse.
-In conclusione, io ho un anno di tempo per sposarmi e poi potrò essere la Regina effettiva di questo popolo, con il potere di abrogare questa stupida legge?-
Mi premo il naso con il pollice e l'indice della mano destra, abitudine che ho acquisito passando il tempo con James, mentre sento il presidente affermare che ho ragione.

Li congedo, sapendo che a momenti sarebbe potuta iniziare la seconda lite tra i due e torno a sdraiarmi sul letto dell'infermeria, che è il posto più vicino per potermi stendere.
-Come procediamo? Devo sposarmi per un matrimonio combinato o cosa?- chiedo con il naso sempre premuto e con gli occhi chiusi.
In un tentativo disperato di calmarmi.
Nessuno mi risponde e questo mi fa aprire gli occhi.
-Non lo sappiamo tesoro, non eravamo a conoscenza nemmeno dell'esistenza della legge cinquecento bis.-
La disperazione ci investe tutti e nessuno sa più come muoversi.
Sposto lo sguardo sui presenti in questa stanza, fermandomi sull'unico che non ricambia lo sguardo.
Avrei voluto avere del tempo per provare ad avere una relazione come farebbe una ragazza qualsiasi con lui, ma non posso, non ne ho il tempo.

The Princess Saga - La propostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora