Capitolo 6: Domande e risposte

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Al mio risveglio, non riesco a mettere a fuoco niente, se non l'ombra di un caschetto di capelli ricci

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Al mio risveglio, non riesco a mettere a fuoco niente, se non l'ombra di un caschetto di capelli ricci.
Gwen!
Quando la persona si volta, il mio cervello ricorda che lei ha dato la sua vita per salvarmi e che non può essere lei, poi capisco di essere svenuta nella stanza del consiglio e che, quindi, devo trovarmi in infermeria.
Quella davanti a me dev'essere Jacque.
La chiamo, diffondendo la mia voce roca e spezzata per la stanza e lei subito corre a chiudermi la bocca per farmi stare zitta.
Ma che cosa sta succedendo?

Il mio sguardo pieno di domande non deve arrivarle, visto il buio e io inizio a chiedermi come mai tutta questa oscurità.
L'ultimo ricordo che ho è una stanza piena di finestre che lasciavano entrare la forte luce del sole del primo pomeriggio.
Mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna fino a quando non si chiude la porta dietro le spalle.
-Mi scusi per i modi bruschi, ma il suo seguito si è addormentato da pochi minuti e non volevo svegliarli.-
Annuisco, senza capirci veramente e le chiedo che cosa è successo.
I suoi occhi si intristiscono e mi racconta di come James mi abbia portata in braccio qui in infermeria subito dopo che sono svenuta davanti al consiglio, di come stessero ancora cercando di capire come comportarsi con quella legge che non veniva applicata da più di un secolo e della preoccupazione di tutti, tranne che di Carmencita.
Jacque mi dice, anche, che quella donna è il diavolo in persona: dà filo dà torcere a tutti i sovrani che mi hanno preceduta e che odia tutti i Regnanti. Lei vuole la Repubblica.
Io pensavo che i problemi fossero terminati con la morte di Miguel e, invece mi investono in pieno comunque.
Sembra che il destino ce l'abbia con me e che non voglia farmi essere felice.

Torniamo nella stanza precedente e mi invita a riposare fino al mattino, al quale mancano poche ore e decido di assecondarla, sdraiandomi di nuovo sul letto.
Gli occhi rimangono sbarrati e non vogliono chiudersi, lasciando che la mia mente continui a lavorare sulle ultime novità.
Come farò adesso? Dovrò sposarmi per poter continuare a regnare e continuare a essere felice?
Sarò ancora felice quando conoscerò il mio sposo? Potrò sposarmi per amore o dovrò avere un matrimonio combinato per salvaguardare il Paese?
Mi rendo conto di non sapere poi molto, nonostante le leggi studiate, le lezioni seguite e i mesi passati a imparare da chi mi ha preceduto.
E se fosse meglio che io smettessi di essere Regina?

-Sento le rotelle del tuo cervello lavorare anche da qui.-
Adam mi coglie alle spalle, facendomi fare un balzo sul letto e atterrare malamente dove manca il materasso e sentendo dolore.
Esclamo il suo nome a mezza voce, imprecando contro la sua persona.
Mi abbraccia, facendomi zittire e lasciando che le lacrime distruggano il muro che avevo costruito.
Mi sembra di non fare altro che piangere da quando sono Regina, o meglio, da quando ho scoperto di questo Regno.
-Scusa se non c'ero alla seduta, ma Eduardo mi ha tenuto così impegnato che mi sono completamente dimenticato di cosa stesse succedendo.-
Sento il suo tono falsamente allegro che cerca di tirarmi su di morale e un piccolo sorriso increspa le mie labbra nonostante le continue lacrime.
-Ho saputo che cosa è successo. Ora che cosa accadrà?-
Bella domanda, proprio una bella domanda.
Sussurro di non saperlo, mentre mi tiene stretta ancora a lui e scivoliamo entrambi in un sonno senza sogni.

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