Capitolo 40: Come una bambola

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"È andato tutto secondo i piani

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"È andato tutto secondo i piani."
Davanti a me c'è una figura, so bene di chi si tratta, ma rimaniamo al buio. Non vogliamo che qualcuno ci scopri proprio adesso.
"Sapevo di poter contare su di te."

"Oh, Principessa! Siamo così emozionate per lei!"
È da più di un'ora che le domestiche si stanno congratulando con me per il matrimonio che si celebrerà a momenti.
Il mio sguardo è spento, spento come una candela alle prese con un uragano.
Spento come me.
Non annuisco, lascio solo che i miei arti siano manovrati da loro come se io fossi una bambola.
Una bambola rotta, che non è più voluta.

Il mio riflesso, donatomi dallo specchio, mi rimanda una persona che non è più la stessa, una che non ha più la voglia di vivere dentro di sé.
Una persona alla quale hanno distrutto il cuore.
Una morta che ancora è capace di camminare.
Le ragazze attorno a me ridono felici, mentre mi acconciano i capelli e passano il trucco sul mio volto, in un disperato tentativo di ridarmi una parvenza di vita.

"Principessa, deve sentirsi molto fortunata a sposare Lord Alec."
Ancora silenzio da parte mia, come se le loro parole non entrassero neanche nel mio cervello.
E forse è proprio così.
Io sono una bambola e le bambole non hanno un cervello.
"Ho sentito da Rocìo che è molto bravo a letto, sapete?"
Tutte ridacchiano, ma i miei occhi rimangono puntati sul mio penoso riflesso.
"Confermo! Anche io ho potuto apprezzare le sue qualità amatorie e ammetto di essere invidiosa della Principessa, la quale ci priverà di un tale campione."
Le risate ricominciano e un urlo squarcia la stanza.
I miei occhi si posano sulla bocca spalancata del mio riflesso.
Che sia stata io?
"Principessa? Perché avete gridato?"
Sì, sono stata io.

Cerco di schiarirmi la voce ed emettere un suono, ma non ci riesco e le mando via con un cenno della mano.
"Si ricordi che sarebbe meglio che non piangesse, abbiamo finito le scorte di collirio, nonostante il trucco sia a prova di bomba."
Si chiudono la porta alle spalle e quel tonfo risucchia ogni mia energia, lasciando che le mie gambe cozzino contro il pavimento.
I singhiozzi mi sconquassano il petto, ma faccio il possibile per trattenere le lacrime.
Tra poco arriverà Eduardo che mi accompagnerà da mio padre.

Fatico ad alzarmi, ma dopo svariati tentativi riesco a rimettermi in equilibrio sui tacchi, seppur sia precario, e a raggiungere la scrivania.
Con le mani tremanti, prendo quel quaderno rosa che funge da diario e lo sfoglio con frenesia, alla ricerca di una pagina bianca.
Pagina che si macchia di rosso, rosso sangue.
Sento un bruciore al dito e abbasso lo sguardo, trovando un piccolo taglio, dovuto alla fretta con cui ho girato le pagine, su un dito.
Sono capace di provare solo dolore.
La mano trema e prendo un grosso respiro, prima di riuscire a scrivere la data odierna in maniera leggibile.

<<Caro diario,
Tra meno di mezz'ora si celebrerà il mio matrimonio, ma io vorrei solo scappare. Scappare lontano e lasciare dietro di me tutto il dolore. Lasciare indietro il mio cuore.
Mi hanno detto che, questa notte, James ha lasciato il castello e io non potrò incontrarlo mai più, mai più potrò bearmi dei suoi occhi verdi come il prato primaverile baciato dalla rugiada.
Mai più potrò nascondere le risate alle sue stupide battute e mai più potrò toccarlo.
Se n'è andato, mi ha lasciata.
Ha portato con sé tutte le cose più belle di me e ora mi sento solo vuota.
Vuota come quelle Barbie che chiedevo a Gwen di comprarmi e quelle con cui Adam era costretto a giocare.
Avrei dovuto capire molto tempo fa quale fosse la scelta migliore per me e per il popolo e, dentro di me, l'ho sempre saputo, ma avevo troppa paura.
Si può avere paura di amare? Si può avere paura di conoscere un'altra persona sapendo che è quella giusta?
Ormai è troppo tardi, ma non posso e non voglio rinunciare a questo matrimonio: amo il popolo quanto amo James e per entrambi avrei fatto di tutto.
Il primo capirà e affronterò la scelta che mi è stata imposta contro la mia volontà a testa alta, il secondo... ormai se n'è andato.
Se solo fossi qui James..."

Lascio che la penna scivoli via dalle mie dita e tocchi, con un leggero tonfo, le pagine che ho appena terminato di scrivere.
Il velo di lacrime che appanna i miei occhi mi impedisce di continuare con il mio sfogo scritto e le mani tremanti mi avranno fatto scrivere parole incomprensibili.
Ma a me va bene così.
Nessuno verrà mai a scoprire quello che si cela dentro di me.
Prendo un grosso respiro, mentre calde e grosse lacrime continuano a scorrere lente sulle mie guance, macchiandole di dolore e scavandole con la loro voglia di riscatto.
Cerco di rallentare il tremore dei miei arti e il battito furioso del mio cuore.
Furioso con James.
Non devo mentire anche a me stessa: è solo con me che sono furiosa.
Prendo un fazzoletto che le domestiche hanno lasciato qui e cerco di tamponare i miei occhi, cercando di riprendere un aspetto decente.
Ho un matrimonio a cui presenziare.

Qualcuno bussa alla mia porta e mi ci vogliono parecchi tentativi prima di riuscire a pronunciare una parola comprensibile ad alta voce.
La testa di Eduardo fa capolino nella mia stanza e, quando mi vede in queste condizioni, corre da me, stritolandomi in un abbraccio che mi spezza le costole.
Abbraccio che io ricambio con trasporto e disperazione.
"È ora di andare, Charlotte."
Annuisco, una volta tornata libera e mi alzo in piedi. Agguanto velocemente l'aiuto che si palesa nel suo braccio alzato e lascio che sia lui a sostenermi.
Ho sempre voi.
Volto il mio sguardo nel suo, concentrato a portarmi indenne per i corridoi del castello e, quando nota il mio interesse nei suoi lineamenti, mi regala un sorriso sghembo.
"Ti piace quello che vedi? Però ricorda che io sono il ragazzo del tuo migliore amico e che tu ti stai per sposare."
Sorrido, anche se si tratta di un sorriso triste e torno a guardare avanti.

"E anche la vittoria che stavamo aspettando."

Capitolo triste, come c'era da aspettarselo, ma carico

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Capitolo triste, come c'era da aspettarselo, ma carico.
Molto carico.

Per farmi perdonare, vi lascio con l'immagine del capitolo: il vestito di Charlotte. Spero che vi piaccia.
In realtà, c'era anche una lacrima sul suo viso, ma non si vede più 🙈

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non siate così arrabbiate con me da uccidermi: c'è ancora tanto da scrive (ancora 11 capitoli!)Spero anche che abbiate capito le emozioni della ragazza e di averle raccontate nel miglior modo possibile

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Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non siate così arrabbiate con me da uccidermi: c'è ancora tanto da scrive (ancora 11 capitoli!)
Spero anche che abbiate capito le emozioni della ragazza e di averle raccontate nel miglior modo possibile.

A venerdì con il capitolo 41!

A venerdì con il capitolo 41!

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