Capitolo 24: James (parte 2)

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Lo specchio davanti a me riflette un'immagine che non sono contento di vedere

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Lo specchio davanti a me riflette un'immagine che non sono contento di vedere. E so bene quanto sia facile, anche dall'esterno, capire che la mia testa non è proprio dove dovrebbe stare.
Le parole di Eduardo si rincorrono, furiose e instancabili, nella mia testa.
Continuo a non capire perché mi abbia detto tutte quelle cose.
Eppure, Adam aveva detto che...

Guardo lo smoking che indosso: mi calza a pennello. Non è cambiato molto dall'incoronazione di Charlotte.
Non fisicamente, almeno.
Aggiusto il papillon, rosa come il colore che indosserà lei stasera, e sono pronto.
Eppure, le mie gambe sono immobili.
Mi sento come una ragazzina davanti al ragazzo più popolare della scuola: imbarazzante.

<<I lavori nel Regno sono terminati e il ballo è cominciato.>> Penso guardando tutti i pretendenti e i giornalisti chiusi in questa stanza.
Sembra di trovarsi in mezzo a una gabbia di leoni, con la bistecca prelibata che deve ancora essere mostrata.
Infatti, di lei non c'è ancora nessuna traccia.
Alcuni ragazzi, come Dmitri e pochi altri, indossano un completo elegante, ma la maggior parte devono avere un criceto in via d'estinzione al posto del cervello e si sono presentati qui con un abbigliamento indegno anche per una corsa nella palestra nascosta in camera propria.

"I Regnanti in carica, il Re Dominic Gonzales I e la sua consorte, la Regina Margharet Bellson, proveniente dal vicino popolo americano."
Tutti li osserviamo, lui con il suo completo rosso, come da tradizione che riesce a portare indosso con eleganza e profondo orgoglio, mentre lei indossa un lungo abito blu notte più che elegante.
Penso che quei ragazzi abbiano capito di non aver superato la prova.
I Regnanti passano tra di noi per un saluto e scambiare due chiacchiere con i più fortunati.
Li vedo davanti a me e faccio una piccola riverenza a entrambi.

Ed è quando mi sto rialzando che la vedo, in cima alle scale che la porteranno da noi.
È talmente bella che non riesco a staccarle gli occhi di dosso e il mio cervello ha smesso di funzionare.
Forse ora ho lo stesso quoziente intellettivo di quel ragazzo dai capelli rossi che ha indossano una tuta gialla e scarpe da ginnastica verdi per venire al ballo.
I suoi capelli sono acconciati e raccolti sulla nuca, lasciandole solo un paio di ciuffi a incorniciarle il suo volto perfetto.
Gli occhi, resi penetranti dal trucco, scandagliano la sala e le sue labbra, tinte di un dolce e sensuale rosso, ti tirano in una smorfia.
Sei bellissima nonostante tutto e tutti.

Quando volta la testa di lato e lascia intravedere i suoi denti bianchi, lasciati scoperti da uno dei suoi magnifici sorrisi, mi rendo conto delle presenze della sua guardia del corpo, Adam e tutta la sua famiglia.
Il vichingo le porge il braccio e l'accompagna per i gradini, aiutandola a non inciampare con quelle scarpe dal tacco improponibile. Infine, la lascia in balìa degli squali appena l'orchestra comincia a suonare.

Com'era prevedibile, il primo a farsi avanti è il damerino russo. Strigno i pugni e i denti nel vederli insieme.
<<Vorrei tanto esserci io al suo posto.>> Dico tra me e me, mentre ammiro il sorriso che nasce sulle labbra di Charlotte mentre volteggia con il biondo.
Sento tirarmi per la giacca e distolgo lo sguardo dalla coppia che ha aperto le danze, trovandomi davanti un ragazzino dai capelli biondi che riconosco subito: è Marco, il più piccolo della famiglia Militiello.
Sento qualcuno ridere al mio fianco, ma non sposto gli occhi da quelli azzurri, come quelli del fratello, del ragazzino di undici anni, ancora aggrappato al mio abito.

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