Capitolo 27: L'amicizia con l'alcool non è molto funzionale

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Entro, per la prima volta dopo qualche giorno, nella sala della colazione e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che il belga non è più tra noi

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Entro, per la prima volta dopo qualche giorno, nella sala della colazione e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che il belga non è più tra noi.
"Char!"
Adam urla e si sbraccia per chiamare la mia attenzione, come se fossimo in un corridoio scolastico pieno di gente, ma l'unica cosa che riesce a ottenere è tutta l'attenzione su di me.
Un ragazzo biondo si palesa davanti a me e i suoi zaffiri luccicano come non ho mai visto fare, si inchina e mi rivolge un timido sorriso.
"Vostra Altezza, non vorrei sembrare maleducato o con poco tatto, ma vorrei sapere come si sente."
Lo squadro bene e davanti a me si palesa un altro volto, molto simile, seppur senza barba.
"Aspetta, ma io mi ricordo di te! Abbiamo ballato insieme al mio ingresso in società!"
Lui ride e i suoi occhi blu splendono come Sirio.
"No, Maestà. Purtroppo, quella sera non ho potuto prendere parte alla cerimonia, ma mio fratello maggiore, Jørgen, sì."

Incapace di proferire ulteriori parole, e per evitare l'ennesima figuraccia, faccio solo un piccolo sorriso di scuse e rimango un attimo in silenzio, dimenticandomi della domanda che mi aveva posto.
"Oh, ehm... Quindi come si sente oggi?"
Mi riscuoto e mi do una pacca sulla fronte.
"Maestà! Perché si picchia da sola?"
Vi prego, rinchiudetemi in una torre nascosta e lasciatemi marcire lì.
"Nulla, avevo sentito un insetto." Mento, cercando di tirarmene fuori in maniera dignitosa, prima di rispondere alla sua domanda.
"Ne sono lieto, pertanto potrei chiederle un appuntamento per questa sera?"
Le sue guance diventano più rosse e mi fa capire di non essere l'unica in imbarazzo, perciò annuisco.
"Perfetto! La farò chiamare e accompagnare all'auto che ci porterà al ristorare per le diciannove, circa. Le può andare bene?"
Annuisco ancora, pensando a quale ristorante faremo tappa.
Già riprendo a ridere.

Come mi ero già immaginata, il ristorante in cui Frederik mi ha portata è Pom pino's e io ho dovuto lottare contro me stessa per non mettermi a ridere come la prima volta che mi sono fermata davanti alla loro insegna

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Come mi ero già immaginata, il ristorante in cui Frederik mi ha portata è Pom pino's e io ho dovuto lottare contro me stessa per non mettermi a ridere come la prima volta che mi sono fermata davanti alla loro insegna.
"Sei già stata qui?" Mi chiede, tenendomi la porta aperta per farmi entrare.
Quindi la cavalleria non è morta, ottimo a sapersi.
Annuisco.
"Dicono che questo sia il miglior ristorante del paese, ma non sono ancora riuscita ad assaggiare i loro piatti."
Sorride e mi prende per mano, conducendomi davanti al maître che ci accompagnerà al tavolo.
Percorriamo la poca strada che ci separa, anche se i miei occhi sono fissi nel punto in cui i nostri corpi entrano in contatto.
Non sento assolutamente niente.
E il panico comincia ad assalirmi.

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