"Siamo sicuri sia questa?" chiese Felix, fissando la modesta casetta in stile coloniale che si innalzava dinanzi a loro.Minho posò gli occhi sulla chat sua e di Jisung, aperta sul suo cellulare, e rilesse il messaggio inviatogli da lui dove vi era indicato l'indirizzo, confermò.
Si avvicinarono alla porta, salendo i gradini tipici degli ingressi americani. Minho suonò il campanello, aveva un bel suono. Il più piccolo si nascose dietro di lui, agitato.
In attesa che qualcuno li aprisse, Minho si mise a studiare l'architettura della casa; si sviluppava su due piani, e l'esterno era caratterizzato dal classico porticato. A vederla, da fuori, si poteva dedurre avesse camere molto spaziose.
Essendo sera, la facciata era illuminata da un paio di lanterne, le quali emanavano della luce fioca.
Il rumore metallico delle chiavi che venivano mosse nella serratura fecero ritornare il maggiore con i piedi per terra. Guardò davanti a lui, la porta si stava aprendo, rivelando la figura di un ragazzo.
Lo scannerizzò con lo sguardo in fretta; indossava un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una felpa nera che gli copriva le gambe fino a metà coscia, i capelli scuri nascosti da un capellino con la visiera.
"Tu devi essere Minho" lo accolse, "sono Changbin, piacere" parlava in perfetto coreano, solo ora Minho si accorse della sua nazionalità.
"Minho" si presentò, stringendogli la mano, "e lui è Felix" scoprì il suo amico, facendo un passo di lato.
"Piacere" sorrise timidamente il minore, abbassando lo sguardo. Le sue guance acquisirono un colorito roseo, il quale gli donava mischiato alle sue lentiggini.
"Dai, entrate" Changbin si spostò, lasciando lo spazio necessario ai ragazzi per passare.
Una volta dentro, Minho e Felix si guardarono intorno, ad entrambi piaceva l'arredamento e come erano disposti i mobili.
"Jisung è uscito poco prima che arrivaste" li informò Changbin, mentre prendeva una lattina di birra dal frigo bianco, "ma dovrebbe tornare a momenti"
"Avete proprio una bella casa" si complimentò Felix, trovando il coraggio di parlare; quel ragazzo, Changbin, lo metteva in soggezione.
"Oh, grazie. È Jisung che l'ha sistemata così bene" sorrise, "volete una birra?"
I due ragazzi annuirono, anche se Minho fu titubante nel farlo; lui beveva solo champagne e vini costosi, la birra non sapeva nemmeno che gusto avesse.Felix fu sorpreso dalla risposta del suo hyung, ma non disse nulla, si limitò a prendere la lattina che gli porse il ragazzo vestito di nero, arrossendo quando le loro dita andarono a contatto nel farlo.
"Mh, è buona" commentò Minho, mandandone giù un goccio, "davvero buona"
"Non l'avevi mai bevuta?" chiese sorpreso Changbin, sedendosi su uno sgabello."Il fatto è che, sono abituato a bere altro" rispose vago Minho, non voleva dirgli che solitamente si ubriacava con alcolici da più di mille dollari a bottiglia.
In quel momento, il rumore di una porta che veniva chiusa attirò l'attenzione dei tre ragazzi, che smisero di conversare.
"Binnie, sono a casa!"
Minho sorrise al suono di quella voce, gli era mancata, come gli era mancato lui.Jisung, spettinato e vestito con una tuta grigia, fece la sua entrata in cucina, in mano teneva una cassa di birra. Minho si chiese se bevessero solo quello.
"Minho" disse Jisung con un filo di voce, quando notò il ragazzo. Posò il cartone contenente le sei lattine a terra, e si avvicinò a lui.
"Ehi, come stai?" chiese, prendendo il viso di Minho fra le mani, "stai bene?"
Minho annuì, posando la sua mano su quella di Jisung, "tranquillo" lo rassicurò.Changbin si schiarì la voce, interrompendo i due ragazzi, "prendetevi una camera" commentò.
"Stronzo" ribatté Jisung, fulminandolo con lo sguardo."Tu devi essere Felix" Jisung notò il più piccolo del gruppo, "sono felice di conoscerti" si avvicinò.
"Anche io" sorrise Felix, "Minho mi ha parlato molto di te"Jisung si girò velocemente verso Minho, il quale distolse lo sguardo, portandosi una mano dietro la nuca, imbarazzato.
"Immagino siate affamati" dedusse Changbin, "Jisung mi ha detto che il vostro è stato un viaggio improvviso"
Felix annuì, imitato dal suo hyung."In effetti, sto morendo di fame" ammise il più piccolo, senza pudore. Minho gli diede un leggero pugno sul braccio, ma Felix non gli diede peso; se c'era di mezzo il cibo, nulla lo avrebbe fermato.
"Noi solitamente il cibo lo ordiniamo e ce lo facciamo portare a casa, spero che per voi non sia un problema" spiegò Jisung.
Minho non aveva mai ordinato del cibo, non sapeva nemmeno come funzionasse il meccanismo, lui mangiava solamente i piatti cucinati dai suoi chef e frequentava ristoranti classificati tre stelle Michelin.
Non disse nulla, ancora una volta aveva paura di essere giudicato, e non voleva che ciò accadesse.
Changbin prese il telefono e chiamò una pizzeria, il ragazzo parlava un ottimo inglese, e Minho riconobbe il nome del luogo, Domino's Pizza; la conosceva, ce ne erano alcune anche a Seoul.
Le aveva viste di sfuggita passandoci davanti macchina, molte furono le volte in cui provò il desiderio di entrarci, ma i suoi non glielo avrebbero mai permesso.
Il loro ordine arrivò circa due quarti d'ora dopo averlo effettuato, per le nove ebbero finito di mangiare. Minho e Felix non erano abituati a cenare a quell'ora, normalmente il loro pasto terminava intorno alle otto.
Dopo aver sistemato in cucina, il gruppo si diresse in salotto, dove occuparono il divano e le poltrone presenti. Decisero di guardare una partita di calcio, ma nessuno si interessò realmente a ciò che accadeva in televisione.
Parlarono del più e del meno, Minho e Jisung notarono come fossero affiatati Felix e Changbin. Tra i due c'era qualcosa.
Fattasi l'ora di andare a dormire, Minho e Felix seguirono i due padroni di casa al piano superiore, dove vi erano le camere da letto.
"Minho, Felix, questa è la vostra camera" disse Jisung, indicando una porta bianca, "io e Binnie dormiremo nell'altra accanto"
"Sei sicuro di non voler dormire con Minho?" chiese Changbin, riferendosi a Jisung. Quest'ultimo guardò Minho, il quale sorrise.
"E Felix?" disse Jisung, "magari vuole stare con Minho e..."
"Non ti preoccupare" lo interruppe il più piccolo, "non mi dispiacerebbe passare la notte con Changbin" arrossì.Minho era felice di poter passare del tempo con Jisung, ma era altrettanto contento per Felix.
"Spero usino delle protezioni" sorrise Jisung, mentre si toglieva la felpa.
Minho non rispose, la vista di Jisung che si spogliava davanti a lui lo bloccò."Che c'è?" Jisung lo guardò con sguardo interrogativo.
"Niente" Minho sviò la domanda con un gesto delle mani, "ma non è che avresti un pigiama da imprestarmi?" chiese, imbarazzato.Jisung annuì, aprendo un cassetto del comò nero opaco.
"Tieni" e gli lanciò un paio di pantaloncini verdi insieme ad una t-shirt bianca, "la maglia ti sarà grande, ma i pantaloni dovrebbero andarti"
"Grazie" sorrise Minho, iniziando a spogliarsi. Come aveva insinuato Jisung, la maglietta gli era un po' larga, ma i pantaloni erano della misura perfetta.
Quando si misero a letto, fra i due calò il silenzio. Si limitarono a fissarsi negli occhi, Minho accarezzava delicatamente la guancia di Jisung.
Quest'ultimo, fu in procinto di dire qualcosa, ma venne interrotto da un leggero urlo proveniente dall'altra stanza, seguito da un'imprecazione da parte di Changbin.
Entrambi capirono cosa si stava sviluppando dall'altra parte della parete, e soffocarono una risata.
"Certo che il tuo amico non perde tempo" rise Minho, "nemmeno il tuo scherza" ribatté Jisung.
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bet on me ; minsung #wattys2019
Fanfic- scommetti su di me. lee minho ♡ han jisung alrekix ® 22 marzo 2019 ; ongoing