"Minho, va tutto bene?" domandò Felix preoccupato, squadrando il suo amico con sguardo critico, posandogli una mano sulla spalla.Minho si chiuse la porta dell'ufficio di Taehyung alle spalle, porta che venne riaperta poco dopo da Jungkook e Yoongi, i quali scomparvero silenziosamente lungo l'imponente corridoio.
"Ehi, lo vedo che c'è qualcosa che non va" lo riprese il ragazzo dalle lentiggini, scrollandolo delicatamente, in modo da attirare la sua attenzione.
Minho scosse la testa faticosamente, abbassando lo sguardo.
"Va tutto bene" rispose, ma il suo tono lasciò intendere il contrario. Felix non si bevve le sue parole, e gli chiese una seconda volta cosa lo turbasse, quale fosse la causa del suo malessere.
Minho sospirò con tono arreso, gli era impossibile resistere al lato cocciuto di Felix; quando egli si imponeva di ottenere una cosa, allora la otteneva.
"V" sussurrò Minho, speranzoso che l'altro ragazzo non avrebbe continuato con quelle domande scomode.
Ma, sperare, serve a poco nella vita, e Minho l'aveva già capito da molto tempo.
"Intendi Taehyung?" si sorprese Felix, come se ai suoi occhi quel ragazzo fosse apparso come l'innocente di qualsiasi campo, il colpevole inesistente.
"Sì, lui" sospirò Minho, come infastidito dalla reazione avuta in precedenza dal suo amico, "non ti fa provare la sensazione di avere a che fare con una persona falsa e... manipolatrice?"
Felix sembrò pensarci su un attimo, ma concluse spiegando che il capo di Yoongi e di Hoseok aveva avuto una buona impressione su di lui.
Minho, gli lanciò uno sguardo pieno di renitenza, incredulo di ciò che gli era appena stato detto.
"Pensi questo di lui solo perché non l'hai ancora conosciuto"
Felix e Minho si voltarono, Jimin li fissava con le mani appoggiate sui fianchi e con un'espressione preoccupata ad occupargli il viso.
"Cosa intendi dire?" chiese Felix avvicinandosi a lui, il ragazzo dai capelli rosa pastello fece un passo in avanti per accorciare le distanze in modo più rapido.
"Quando avrai visto tutte le sue sfumature, allora potrai dire che V è un ragazzo dall'animo gentile ma, fino ad allora, se penserai il contrario, fidati, non sbaglierai" le parole di Jimin ebbero uno strano effetto su Minho, mentre sembrarono non sfiorare minimamente l'animo di Felix.
"Ehi, aspetta!" gridò il più piccolo in direzione di Jimin, allungando il braccio verso di lui, quando notò quest'ultimo andarsene.
Ma Jimin non ci diede peso, continuò per la sua strada, lasciandoli soli, noncurante dei richiami di Felix.
"Tsk, ma chi si crede di essere" imprecò flebile Felix, portandosi le braccia al petto, e tirando un calcio al battiscopa.
Il quadro appeso al muro sopra ad esso vibrò notevolmente, Minho lo fermò prontamente con le mani.
"Tu, chi ti credi di essere" ribatté il suo hyung, dandogli una leggera spinta all'altezza della clavicola.
Felix andò a sbattere contro la parete, la tela raffigurante un paesaggio innevato riprese a dondolare più forte di prima.
"Oh, ma che cazzo fai" il più piccolo sembrò sul punto di iniziare a litigare con Minho, e quest'ultimo non era da meno.
Se avesse potuto, Minho l'avrebbe rispedito a Seoul dalla sua famiglia, con molta probabilità, assente per un fantomatico viaggio in Australia.
Entrambi vennero interrotti da Hoseok che, gridando qualcosa di rimando a Taehyung, uscì frettolosamente dall'ufficio.
Minho fece per fermarlo, ma il ragazzo sembrò non notarli, e corse lungo il corridoio verso una meta sconosciuta.
"Io me ne vado" sbottò Felix, l'indice sinistro puntato verso il volto di Minho, il quale stringeva i denti e i pugni lungo il corpo.
"Sparisci" gli ordinò Minho, lo sguardo basso di chi non ha più nulla da dire.
Felix gli diede ascolto, camminando con grandi falcate nella stessa direzione in cui si era volatilizzato Hoseok pochi secondi prima.
Minho scivolò lungo il muro fino a ritrovarsi seduto a terra, le ginocchia raccolte, e la mano destra ad accarezzare il tappeto rosso che si srotolava per tutta la lunghezza del passaggio.
Alcune lacrime scivolarono lungo i contorni del suo viso; in quel momento, si rese conto di aver paura, ma non paura di morire, paura più che lecita date le circostanze in cui si era ritrovato, bensì paura di diventare come coloro a cui non aveva mai aspirato.
Ripensò alla lite appena conclusasi con Felix, ragazzo che considerava come suo fratello, il quale aveva aiutato a crescere e al quale aveva promesso di esserci sempre.
Ma, ora, lui dov'era per Felix? Non c'era.
La consapevolezza di aver fallito si fece strada nel suo corpo, fino a diventare una certezza.
Una certezza difficile da mandare giù.
Con la mano destra, tirò un pugno sul pavimento duro, Minho sobbalzò per il colpo.
Nuove lacrime si mischiarono a quelle ormai asciugatesi, a causa del dolore inflittosi alle nocche.
Le osservò, erano segnate da un rosa acceso, in netto contrasto con la sua pelle chiara.
In quel momento, udì la porta lì accanto aprirsi. Scattò in piedi, come spaventato dal farsi scoprire seduto lì a terra, sul sottile tappeto rosso che non lo separava dal freddo emanato dal parquet lucido.
"Minho?" lo squadrò interrogativo Taehyung, ma egli non rispose, si limitò a distogliere lo sguardo e a posarlo sul quadro che in precedenza aveva rischiato di cadere.
"Tu... tu non mi piaci, Taehyung" disse poi improvvisamente, non rendendosi conto delle sue parole.
Calò un religioso silenzio, che avvolse delicatamente i corpi dei due ragazzi.
Minho appena comprese la gravità della sua azione, si preparò al peggio, ma non accadde nulla. Anzi, in risposta ricevette una sonora risata da parte dell'altro.
Inizialmente, Minho si domandò se Taehyung non stesse cercando di nascondere una probabile arrabbiatura nei suoi confronti ma, anche dopo averne studiato i tratti sul volto, Minho non riuscì a captare nulla che facesse presagire ad un mascheramento.
"Zuccherino, dopo tutte le minacce di morte che ho ricevuto con una lama a pochi centimetri dalla mia gola, il tuo suona più come un compimento" spiegò tra le risa Taehyung, ma nonostante il tono allegro, Minho capì che era serio.
"Allora, signorino Lee, vuole essere così gentile da dirmi come mai non io non sono di vostro gradimento?" lo interrogò, il tono affannato dal troppo ridere.
"Beh..." Minho iniziò a ciondolare con il corpo, il peso che si spostava da una gamba all'altra, "... perché non mi piaci, punto"
"E ti sembra una motivazione valida?" il palmo della mano di Taehyung sbatté con forza contro la parete, Minho serrò gli occhi per lo spavento.
"Ma, ora che ci penso, non fa niente" si calmò Taehyung, sospirando, mentre con una mano si lisciava la giacca, "da domani, smetterai di odiarmi"
Minho riaprì gli occhi, tutta la convinzione che sputava quel ragazzo lo irritava parecchio.
"E tu avresti una motivazione valida da darmi sul perché io dovrei cambiare idea sul tuo conto?"
"Portare qui il tuo amato croupier suona come una motivazione valida alle tue graziose orecchie?"
Minho non proferì parola, mentre la figura di Taehyung si fece sempre più piccola, fino a svanire nel nulla.
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bet on me ; minsung #wattys2019
Fanfic- scommetti su di me. lee minho ♡ han jisung alrekix ® 22 marzo 2019 ; ongoing