Capitolo 31

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"Non pensi sia una decisione un pò affrettata?"

Lo è, e voglio che il mio trasferimento avvenga il più in fretta possibile.

Karl non si è fatto sentire, tenendo testa ad un atteggiamento che sono sicura di non meritarmi.

Devo dare una svolta e questo rapporto, per capire fino a che punto io possa ancora investire i miei sentimenti.

Fa male, molto male e probabilmente con il mio atteggiamento otterrò solo l'opposto di quel che voglio.

Ho fatto tanto per lui, e non mi meritavo la sua rabbia, ne la sua delusione.

"Sono sicura di quello che sto per fare. Voglio cambiare centro di recupero". Il signor Hunt mi guarda preoccupato, mentre Anne sembra quasi sollevata dalla mia decisione.

"In ogni caso tuo padre sta arrivando", prende parola. Non credo mi odi, ma sono sicura che vedere me e Karl lontani la tranquillizzi.

Io invece sto morendo dentro, e mi sento anche in colpa per Davina.

Tuttavia, a detta sua, Karl lo merita, e forse farlo impazzire un pò potrebbe davvero portare a qualcosa di bello. E' un discorso contorto, ma sono dell'opinione che chi ti vuole, verrebbe a prenderti anche in capo al mondo.

"Nel frattempo vado a preparare le mie cose". Non ho molto qui, non pensavo davvero di restare in questo posto per un anno, e invece....ne sono legata in modo viscerale. Mi mancherà, ma credo che la mancanza più grande avrà sempre un altro nome e un altro cognome.

Salgo in camera, Davina è uscita e ha detto che non tornerà fin quando non sarò andata via. Questo non è un addio, possiamo vederci quando vogliamo, ma a dir la verità anche a me farebbe male doverla salutare oggi.

Fisso il letto e mi viene da piangere. Mi chiedo come faccia a resistere senza di me, quando io senza di lui sono solo una povera pazza.

Una povera pazza che farebbe di tutto pur di fargli capire qualcosa.

Mi sento molto stupida mentre infilo alla rinfusa i miei vestiti in valigia, cerco di non guardarmi intorno. Di non pensare a nulla.

Cerco di essere forte perchè so di esserlo, so di potercela fare.

E non mi guardo indietro quando chiudo per l'ultima volta questa porta alle mie spalle.


Karl

"Credo che tu stia esagerando".

Non avevo mai fumato così tanto in vita mia, avevo smesso, poi tutto d'un tratto mi ci sono ritrovato dentro.

"Voleva solo aiutarti".

"Basta. State zitti". Non sono mai stato tanto aggressivo con i miei amici, almeno non dopo aver provato il periodo più brutto della mia vita: l'astinenza.

Ecco, ora mi sento come allora, ma non è la droga a mancarmi.

"Sono passate due settimane da quando l'hai lasciata", continua Dylan.

"Non l'ho lasciata, stiamo ancora insieme", lo fulmino con lo sguardo.

"Beh, spero che anche lei lo sappia", scrolla le spalle.

Sono stati giorni orribili, giorni in cui ho dovuto risolvere troppe cose con il rischio di spaccare la faccia a qualcuno.

"Se tu mi avessi dato ascolto, non si sarebbe arrivati a questo. Tom era l'unico che poteva tirarti fuori, e così è stato". Mi sento un'idiota. Dopo quello che quel pezzo di merda ha detto sulla mia fidanzata, mai avrei voluto ricevere il suo aiuto. Tuttavia, i miei amici hanno ben pensato di agire alle mie spalle come un'altra persona. O forse no.

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