Capitolo 29

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Sono l'ultima a lasciare la mensa.

Ho un'ansia assurda per quello che Dan e Karl possano essersi detti.

Non so dove e se aspettarlo, non so cosa pensare.

Vado a sedermi sulle scale che portano alle stanze, ma che mi permettono comunque di controllare i movimenti degli uffici.

E' passata un'ora, non sento urla o mobili che sbattono. Questo dovrebbe essere un segnale positivo, eppure io non riesco ad essere così tranquilla.

Poi lo vedo uscire, l'espressione furiosa, le mani che gli tremano. Dan non esce, rintanandosi nuovamente nel suo ufficio.

"Karl", lo chiamo e di colpo si volta nella mia direzione. I suoi lineamenti si addolciscono ma è ancora teso. Credo che qualcosa sia successo.

"Principessa", quel nomignolo ha sempre un certo effetto su di me. Mi piace pensare che io possa calmarlo, che possa farlo stare bene.

"Tutto bene?" Gli chiedo. Non so se vuole parlarmene. Certo lo preferirei, ma sono pur sempre fatti suoi.

"Me lo aspettavo, nulla di nuovo. Vogliono che mi allontani da te o parleranno con i tuoi".

"Che cosa?" Urlo, scendendo le scale a due a due.

"Non rinuncerò a te", afferra il mio viso fra le mani e mi bacia, così, all'improvviso. "Sono preoccupati come giusto che sia. Ho fatto un'enorme cazzata, Kendra, e probabilmente anch'io al loro posto allontanerei da te un soggetto come me".

"Abbiamo già chiarito noi due. Mi hai spiegato come sono andate le cose e i motivi".

"Questo non mi giustifica, Kendra. Ne agli occhi tuoi, ne a quelli degli altri".

"Lo so Karl, non sto dicendo questo. Solo che...sono adulta e vaccinata. Nessuno può impedirci nulla".

"A me importa solo di te, Kendra. Non permetterò a nessuno, neppure a tuo padre di interferire fra noi", mi stringe, e a me viene da pensare.

"Karl....vorrei chiederti una cosa", sono incerta ma sento di doverlo fare. Lui mi guarda, annuendo appena. E' come se già avesse capito cosa voglio sapere. "Come pagherai i tuoi debiti con quelle persone?" Abbassa il capo, questo non mi piace.

"Kendra", sospira. "Ti prometto che sarò sempre sincero con te, ma per nessuna ragione al mondo ti coinvolgerò in questa storia".

"Non è quello che volevo sentire", sussurro. "Io non voglio impicciarmi della tua vita, non ne ho alcun diritto. Sono solo preoccupata".

"Non ne hai alcun diritto?" Sbuffa una risata. "Io su di te non la penso proprio così", le sue mani scendono e premono forte sui miei fianchi.

"I-in che senso?" Poggio le mani sul suo petto.

"Nel senso che....mi impiccerò ogni secondo della tua vita", mormora sulle mie labbra prima di morderle.

"Ahi", lo guardo male ma poi mi sciolgo pensando al significato delle sue parole.

"Non so se la cosa ti è chiara o meno. Ma sono abbastanza possessivo su tutto, ed è ovvio che lo sia anche con la mia ragazza", schiudo le labbra. Questo è un colpo basso, direbbe Davina. "Voglio sapere tutto di te".

"Ed io non posso sapere tutto di te", gli bacio il mento, poi glielo mordo e lui sorride.

"Devo proteggerti dai miei errori", si fa serio. "Ma sappi che risolverò tutto il prima possibile e in modo pulito. Credimi", mi guarda negli occhi e non ho alcun dubbio.

"Se ci scoprono mi cacciano", mi viene da ridere, ma quello che ho detto è la pura verità. Siamo già in una situazione critica, e far scoprire ai signori Hunt che Karl passa tutte le notte qui, sarebbe un disastro.

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