KendraVorrei poter dire tante cose, vorrei saperlo fare, ma in questo momento credo che i miei occhi stiano già svelando tanto.
Lo guardo, inginocchiato ai miei piedi, e penso che solo chi non ha paura di cadere riesce veramente a toccare il cielo con un dito.
La mia storia, la mia malattia mi hanno sempre fatto convivere con la paura di essere felice. Non volevo esserlo, credevo di non meritarlo e di non esserne neppure capace.
Ho passato lo scorso anno a maledire la mia vita, i miei polmoni che mi permettevano di respirare, ed il mio cuore che non smetteva mai di battere. Ho desiderato la morte nel modo più sbagliato possibile. Ho fatto soffrire tante persone senza mai pensare alle conseguenze. Avevo scelto la mia strada con la consapevolezza che avrebbe portato ad un'unica cosa: la morte.
Ora sono qui, in una stanza di un centro di recupero per anoressiche, con un ragazzo che mi ha fatto vedere il paradiso e subito dopo l'inferno, eppure c'è una parte di me che crede ancora in quel paradiso, e che riesce a vederlo in fondo ai suoi occhi neri.
Lascio le sue mani ma solo per afferrare il suo viso e baciarlo. Non se lo aspettava, ma basta poco per farlo reagire a farmi capire quello che forse, entrambi, non saremo mai in grado di dirci. Le sue mani afferrano i miei fianchi, mi solleva ma solo per farmi distendere fra le lenzuola sotto il suo possente corpo, attento a non farmi male. Amo la cura che ci mette in tutte le cose che fa con me, amo il modo in cui mi accarezza dolcemente ma con passione. Amo sentirmi desiderata e finalmente bella. Amo sentirmi al sicuro e sicura di me stessa. Amo l'odore della sua pelle, i suoi capelli e le sue labbra. Amo il modo in cui è riuscito ad abbattere muri insolcabili fino a non molto tempo fa.
Amo sentirmi viva e probabilmente amo lui, come mai successo prima.
"Kendra", strizza gli occhi come se stesse lottando, come se si stesse trattenendo, ma io non lo voglio più.
"Ti voglio", spalanca gli occhi, mentre io passo le dita fra i suoi capelli.
"Kendra...io..", chiude ancora gli occhi, ma quando accarezzo il suo viso li riapre piano mostrandomi tutta la sua paura e confusione.
"Se non ti piaccio, basta dirlo", ammicca.
"Già, hai proprio ragione", sussurra baciando la punta del mio naso. "In effetti", poi il mento, "non mi piaci affatto", poi mi stringe a se, mi bacia e mi fa sua prima ancora che i vestiti possano sparire.
"Neanche tu. Per nulla", ansiamo quando con le dita raggiunge le mie gambe aprendole ed avvolgendosele attorno al busto. Ed è come se fosse stato sempre lui, come se le sue mani fossero sempre appartenute al mio corpo.
"Sei la miglior cosa che potesse accadermi in questo casino", sussurra nel mio orecchio mentre alza il vestito dalle gambe, piano, senza alcuna fretta. Mi aggrappo alle sue braccia, così grandi, forti. Sicura di non cadere.
"Sarò sempre dalla tua parte", gli dico perchè è quello che provo e sento in questo momento. Fuori da questa porta troppe persone ci vogliono divise, troppe credono che lontani staremmo meglio. Ora so che non è così, che non è quello che voglio.
Gli sfilo la camicia, lo tocco e penso di non aver mai visto nulla di più bello.
"Vieni qua", mi guarda, quasi estasiato mentre gli strati di stoffa scompaiono man mano. E non mi vergogno, e non ho più freddo.
Lascio che il suo corpo nudo compra il mio facendomi sentire a casa. Lascio che i suoi occhi mi guardino senza la paura di essere giudicata. Lascio che tocchi i miei fianchi, ancora un pò magri, il mio seno e la mia pancia piatta ma non come prima. Lascio che mi lisci i capelli, sorrido quando mi guarda con quegli occhi furbi ma cauti. E basta quello per fargli capire che non avrò ripensamenti, ne rimpianti.
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RomanceToccare il fondo è qualcosa a cui non ho mai pensato prima, e mentre fisso il mio riflesso allo specchio, mi rendo conto di essere andata ben oltre quello che mi ero imposta. Stringo forte le mani sulla mia valigia aggrappandomi alla consapevolezza...