Sono ore che fisso l'orologio appeso al muro, sono ore che Davina creca di parlarmi senza ottener risposta.
"Voleva solo ottenere quello che ha ottenuto. Non crederai davvero che Karl posso aver finto con te per chissà quale assurdo motivo?"
Non riesco a rispondere neppure a questo. Ho paura a rispondermi.
"Kendra", sospira. "Smettila di comprimerti il cervello con queste idiozie". "Non so fino a che punto siano idiozie", sussurro. "Sembravano tutti preoccupati quando Dasha e Jessica hanno iniziato a parlare".
"Sicuramente non è tutto chiaro, ma cosa mai avrebbe potuto ottenere da te? Il mondo non fa così schifo".
"E' qui che ti sbagli, il mondo fa molto più schifo di quanto tu possa credere", sbotto facendola sobbalzare. "Scusami, è che mi sembra di....mi sento così vuota", una lacrima solca il mio viso cadendo sulle coperte del mio letto.
"Hey", poggia una mano sul mio ginocchio. "Ci sarà una spiegazione a tutto questo".
"Temo questa spiegazione", la guardo. "Il sol pensiero che lui possa avermi presa in giro mi....mi uccide".
"Non trarre conclusioni affrettate. Non soffrire per qualcosa di cui non sei affatto certa".
"Il problema è che non so se e quando avrò delle spiegazioni. Sono così stanca di tutto questo mistero. Intorno a lui ce n'è sempre stato troppo".
"Possiamo sempre tentare il piano Maria".
"No", scuoto il capo. "Non voglio tentare più nulla".
"Come vuoi", sospira stendendosi al mio fianco, "ma in qualunque momento dovessi cambiare idea, io sono qui".
"Lo so", la guardo. "Grazie davvero, Davina. Infondo non sei così male come amica", ridacchia. "Beh, grazie. Non sei male neppure tu".Karl
"Vaffanculo", con un gesto secco faccio cadere tutte quelle maledette scartoffie dalla scrivania. Troppi soldi che non troverò mai.
Mi passo le mani fra i capelli, vorrei potermeli strappare uno ad uno ma non servirebbe a nulla.
Porto alle labbra la birra quasi finita e me la scolo fin quando non ne rimane nulla. Mi sento proprio così vuoto, ed è giusto.
Non ho mai combinato nulla di buono nella mia vita, danni su danni. Pensavo che la musica potesse salvarmi, e in parte lo ha fatto. Mi ha aiutato a capire che forse, oltre quella merda, c'era altro che poteva farmi sentire vivo. Ma i tuoi errori non si cancellano da soli, saranno sempre lì pronti a bussare alla tua porta quando meno te lo aspetti.
Avevo confidato tanto nel mio nuovo ruolo di insegnate di pianoforte, volevo chiudere per sempre con quella vita che non mi appartiene più. Sono pulito, ma mi sono sporcato ancora coinvolgendo una persona che non avrebbe mai dovuto incrociare il mio cammino.
"Cazzo", chiudo forte gli occhi. Vorrei poter dimenticare i suoi, ma è impossibile. Sono impressi nella mia mente come un tatuaggio, e nulla potrà mai cancellarli. Nulla.
Ho sempre pensato, fin dalla prima volta che l'ho vista, che Kendra fosse diversa, e forse questo doveva fermarmi. Ma non ci sono riuscito, e da un maledetto scopo personale, lei è diventata molto più di quanto le parole possano descrive. Dovrei vergognarmi per ogni attimo in cui ho finto con lei, ma non sarebbe la verità.
Ero al suo fianco, e il motivo per cui c'ero non esisteva più. Avevo solo voglia di conoscerla, di farla parlare e di fare persino l'idiota per farla sorriso. Le dicevo di porsi un obbiettivo nello stesso istante in cui io perdevo il mio. Il telefono squilla ed io vorrei prenderlo a pugni. "Cosa c'è Dylan?"
Sono giorni che non lo sento. "Hey amico, credo ci sia un problema".
"Ne ho troppi, chiama più tardi", sto per mettere giù quando la sua voce mi blocca. "Si tratta di Kendra", e basta quel nome per spezzarmi il respiro. Non avrei mai immaginato che una ragazza potesse farmi sentire così. Così come? Non lo so, e questa cosa mi destabilizza più di quanto voglia ammettere a me stesso.
"Parla", stringo le mani in due pugni. Non prevedo nulla di buono, e poche volte il mio sesto senso si sbaglia. "E' andata da Brad. Credo che volesse chiedergli di te, ma c'eravamo tutti", passano dei secondi in cui credo di poter esplodere.
"Che diavolo è successo Dylan? Lei sta bene?"
Lo sento ridere e vorrei davvero sfogare la mia rabbia come un tempo, ma ho scelto di cambiare. Almeno era quello che volevo prima che quei bastardi tornassero a chiedermi altri soldi. "Sai come sono fatte Dasha e Jessica. Non sanno tenere la bocca chiusa". E' come se tutto il mondo mi fosse caduto addosso. Ma esattamente, che rumore fa?Credo di poterlo descrivere ora. "karl, sei ancora in linea?". No, non ci sono più. Mi sento esattamente così. Non ragiono mentre afferro le chiavi dell'auto, non penso alle conseguenze e a tutti i casini che sto continuando a rimandare per una sola persona. Una persona che in settanta giorni ha cambiato tutto. Ora è lei la mia dipendenza.
STAI LEGGENDO
365
RomanceToccare il fondo è qualcosa a cui non ho mai pensato prima, e mentre fisso il mio riflesso allo specchio, mi rendo conto di essere andata ben oltre quello che mi ero imposta. Stringo forte le mani sulla mia valigia aggrappandomi alla consapevolezza...