Non erano le mie labbra che hai baciato; ma la mia anima.
(Judy Garland)SHARON'S POV
Siamo nella scena in cui il ghiaccio si rompe e Stella cade al suo interno, non so come accade ma mi ritrovo a stringere la mano di James proprio nel momento in cui Will prova a rianimarla con la respirazione bocca a bocca.
Soltanto dopo qualche secondo prendo atto del mio gesto irrazionale. Imbarazzata più che mai ritraggo la mano. Ma colui che si sente già grande e superiore, sembra non pensarla come me, infatti la riprende e la stringe tra la sua.
La sua grande mano emana calore non solo alla mia ma anche al mio petto. E come se qualcuno mi stesse facendo un massaggio cardiaco per rianimarmi. Posso dire di non aver seguito il resto del film a causa delle piccole carezze che mi lasciava James sul dorso della mano. Carezze delicate ma sicure, antitetico per il suo carattere orrendo.
Ho abbandonato anch'io qualche lacrima salata quando i due protagonisti si sono divisi. Chi sa piangere percepisce davvero certe emozioni, chi non lo fa perché si vuole sentire più forte sbaglia di grosso. Perché se qualcuno vuole scacciare acqua salata non può e deve tenersela dentro? Perché portarsi un peso nel petto? Accumulare porta ad essere, o meglio a diventare, una bomba ad orologeria e al momento opportuno esplode. Le lacrime possono sembrare innocue, possono sembrare semplici goccioline d'acqua, le lacrime possono essere di tutto. Possiamo distinguerle da quelle scese per gioia o da quelle scese per dolore.
Sono come stelle cadenti, entrambe cadono, con la sola differenza che le stelle cadenti viaggiano, si lasciano trasportare nell'oscurità della notte illuminando il cielo, mentre le lacrime viaggiano nella penombra della nostra anima. Perché penombra? Per lo sguardo. Da esso è possibile capire se una persona vive o combatte contro una tempesta. Le persone più deboli sono coloro che non piangono mai. Io non sono una di queste.
Quando usciamo dal cinema sotto la luce dei lampioni posso osservare meglio il viso di tutti i ragazzi, Aubrey è bianca come un cadavere per non parlare dei suoi occhi rossi e lucidi, Caleb non è da meno, Isaac si diverte con il suo cellulare mentre James continua a tenermi la mano. In questo momento i miei organi stanno ballando la salsa.
«Possiamo tornare a casa» dice Aubrey soffiandosi il naso. James mi tira delicatamente per un braccio e mi porta verso la sua moto «Ti va di venire con me in un posto?» mi domanda leggermente titubante, come se la mia risposta potesse cambiare le carte in gioco «Passami il casco» «Quanta audacia signorina» mi fa un sorriso sghembo e quando indosso il casco gli faccio un occhiolino che di sexy non ha proprio nulla, ma dettagli.
Salgo in sella e appena stringo le mie braccia intorno al suo corpo, sento quel senso di appartenenza a qualcuno che mi trasmette sicurezza.
Dopo mezz'ora siamo in un luogo isolato, lontano dalla città «Non scendi?» la sua voce mi desta dai pensieri e così scendo dalla moto restituendogli il casco. Ci addentriamo nel bosco e un senso di quiete misto alla pace si propaga in me, non nascondo di avere un po' di ansia e di volere ancora la sua mano intrecciata alla mia, infatti dopo qualche minuto sembra che gli si accendi la lampadina e mi prende per mano conducendomi nel luogo a me sconosciuto.
È il fratello di Aubrey, non penso che voglia uccidermi proprio ora e poi mi sono comportata abbastanza bene oggi quindi non dovrebbe pensare a come farmi fuori.
Siamo davanti una casa fatta in legno, James inserisce la chiave nell'intoppa ed entriamo. L'interno è tutto moderno con alcune parti rivestire in legno, molto accogliente, al centro della sala c'è un piccolo camino, non è molto grande ma è abbastanza spaziosa per una coppia.
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Àgape
عاطفيةIn corso... Àgape: Amore incondizionato, disinteressato e smisurato. «Non sa autocontrollarsi, respirare profondamente e contare fino a dieci» inizia a parlare stringendomi più forte al suo corpo. «Sa che non è bravo con se stesso, non sarà mai in...