Capitolo 8

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L'egoismo è la matematica fatta di un solo numero: l'uno.
(Fabrizio Caramagna)

JAMES'S POV

«Ragazze dovrete stringervi, Aubrey si mette accanto al posto guida, Isaac e Derek dietro con me. Sharon tu puoi stare in braccio a me» dico guardando ognuno di loro, tutti annuiscono tranne la mia preda, a passo deciso mi si avvicina mantenendo sempre una certa distanza «Io vado con la mia macchina» avanzo di un passo e questa volta siamo vicini come prima in salone «Tu vieni con la mia macchina» ride... sta ridendo di me!

«Non sei nessuno per dirmi cosa fare perciò vado con la mia macchina. Isaac, Derek venite con me? Così lasciamo un po' da soli i fratellini» quei due annuiscono come cani, Isaac poggia una mano sulla spalla di Sharon mentre Derek sul suo fianco. Sto per esplodere.

«Bene, ci vediamo lì» mi volto e sbatto abbastanza forte lo sportello della macchina, Aubrey, come Caleb, mi guardano corrucciati. «Che c'è? È pur sempre una mia responsabilità, insomma è con quei due incoscienti» «Oh avanti fratellino Sharon ha 22 anni, è capace di badare se stessa... soprattutto i ragazzi» metto in moto e parto lentamente a differenza di Sharon che sgomma come una matta.

«Ma l'avete vista? Così le sequestrano la patente!» dico per niente sconvolto, forse agitato «Beh per venire qui ha guidato intorno i 250-300 km/h» freno di colpo e guardo in malo modo mia sorella.

«È stato divertente!»

«Aubrey non è una giustificazione! Cazzo vuoi finire in ospedale?» «Per favore evita di fingerti preoccupato per me, non ti si addice» ha gli occhi lucidi e volta la testa verso il finestrino «È davvero questo che pensi? Io ti voglio bene, per te darei tutto lo sai. Non dubitare mai dei miei sentimenti verso di te. Ho intenzione di recuperare il nostro tempo perso insieme» si gira e finalmente mi guarda negli occhi.

«Mi sei mancato James. Tu sei così distante da me e-e da quando mamma e papà hanno divorziato sei strano... anch'io soffro ma non mi comporto come te» le scappa un singhiozzo così la stringo tra le mie braccia e le lascio un bacio tra i capelli «Mi sei mancata anche tu Aubrey e scusa se non sono mai presente e a volte sono stronzo, egoista o scorbutico, ma non lo faccio apposta. Dammi tempo e rimetterò tutto al suo posto» le do un ultimo bacio tra i capelli e continuo a guidare, dallo specchietto noto un luccichio negli occhi di Caleb, scuoto la testa e mi concentro sulla strada.

«Sai James, Sharon è la sorella di Ethan, Ethan Anderson. Il bambino con cui giocavi da piccolo» cerco di mettere a fuoco i ricordi e mi si accende un flashback di una bambina.

«Già proprio così, Sharon era la bambina che si vestiva da maschio a cui tiravi le treccine»

«Oh cazzo!» esclamo e freno di nuovo di colpo, Caleb sbatte contro il sedile. «Cazzo amico! Vuoi per caso ucciderci?!» chiede ironicamente Caleb.

«Era così capricciosa, voleva per forza giocare con noi a calcio! Non poteva starsene con le altre bambine e giocare con le bambole? No, lei era e tuttora lo è, così testarda. Dove andava il fratello andava lei, stavano sempre insieme! Ho pure ricevuto un pugno una volta da Ethan solo perché stavo fissando il culo di Sharon!» «E ti sembra normale?» domanda Caleb scioccato.

«Aveva 4 anni e io 6! Ero ingenuo» Aubrey mi da uno schiaffetto dietro la nuca «A quell'età eri già vispo!» ridacchiamo tutti e tre e Caleb ricomincia con le sue domande.

«Allora Aubrey, raccontaci qualcosa in più  di Sharon» lo fulmino con lo sguardo ma lui sembra non farci caso «Beh che dire, vuole lasciare il suo attuale ragazzo, è intelligente e vede Miami come una svolta per la sua situazione sentimentale» sbuffo una risata

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