Capitolo 5

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Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano.
(Paulo Coelho)

SHARON'S POV

Stamattina mi sono svegliata alle cinque per preparare le mie due valigie dato che partirò sia per New York e probabilmente anche per Miami, se poi così non sarà non torno comunque a Washington, ma vado a trovare la mia famiglia a Boston. Il professor Johnson dovrebbe farmi sapere in giornata l'esito degli esami.

Aaron invece è scomparso, volatilizzato. Non lo sento da ieri e a quanto pare non gli importa nulla di me. Sembra che io sia single, giuro che appena torno da Miami, augurandomi di andarci, lo mollo.

Una volta era geloso se qualcuno mi guardava ora invece se ne frega altamente anche se qualcuno flirta con me.

Assurdo! Inconcepibile.

C'è qualcosa che non mi dice, non ho paura di scoprire cosa mi nasconde però, diamine, dimmelo se c'è un'altra e la finiamo una volta per tutte. La "MONOGAMIA" è un concetto abbastanza semplice.

Aubrey entra in camera e mi fa vedere i suoi bikini, davvero sexy «Porto le nostre valigie già in macchina» «Aubrey sono pesanti e non capisco perché te ne porti due anche tu» mette una mano sul fianco e mi guarda scuotendo la testa «Dopo New York vado da mamma. Comunque tranquilla le valigie le faccio portare da Lucas!» mi fa un occhiolino e va via.

Ieri dopo aver giocato a poker abbiamo voluto fare dormire qui i gemelli, anche perché Peter aveva bevuto un bicchiere in più di birra e non volevamo avere nessuno sulla coscienza.

Indosso dei jeans aderenti, una semplice maglia bianca e le mie adorate Converse nere. Scendo di sotto e afferro una ciambella sorseggiando il caffè preparato da Lucas. Quel ragazzo è un tesoro!

«Andiamo? Sono già le 8:00 e dovevamo essere un'ora fa in auto!» sbuffo e la guardo male «Ora andiamo tranquilla, salutiamo gli altri almeno» all'improvviso sentiamo Brianna e Victoria gridare come pazze «NON AZZARDATEVI A SALIRE PER SALUTARCI. HASTA LA VISTA!» «Ci vediamo il mese prossimo Sharon. Per quanto riguarda te, Aubrey, ci sentiamo tra qualche giorno»

Lasciamo un post-it destinato a Peter che dorme beatamente e raggiungiamo il garage. «Bene ragazze allora buon viaggio» salutiamo anche Lucas con la mano e ci dirigiamo verso la mia auto.

«Sharon per favore andiamo sui 200 km/h divertiamoci un po' io mi occupo della musica» annuisco e parto sgommando.

Adrenalina.

Ecco cosa provo quando guido. Libertà e spensieratezza, un mix di emozioni.

Come pensavo dopo mezz'ora Aubrey è crollata in un sonno profondo e non ho intenzione di svegliarla anche perché siamo quasi arrivati a New York, precisamente ci troviamo Philadelphia, manca davvero poco.

Ho bisogno di una pausa, muovo il braccio della mia amica svegliandolo appena «Siamo arrivate?» bofonchia tutta assonnata «No Aubrey, siamo a Philadelphia. Mi sono fermata un attimo in questo autogrill, ho bisogno di un bagno e un caffè. Tu vuoi qualcosa da mangiare?» scuote la testa in segno di negazione e riprende a dormire.

Scendo dall'auto ed entro in questo autogrill. Vado alla toilette e dopo essermi data una sistemata esco fuori, prendo degli snack e delle bottigliette d'acqua.

Aspetto in coda alla cassa per pagare e quando è il mio turno un ragazzo mi supera. E no caro!Devo ancora arrivare a destinazione e già mi tocca litigare con qualcuno.

Sbuffo rumorosamente e gli tocco la spalla con il dito. Cazzo che muscoli! Il ragazzo si volta e io mi scontro con una tempesta, i suoi occhi. Mi guarda con sufficienza da capo a piedi e finalmente incrocia i miei occhi, dato che i suoi erano impegnati sul mio seno.

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