Àgape

Capitolo 12

Come possiamo intenderci se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e il valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro?
(Luigi Pirandello)

SHARON'S POV

Salgo su in terrazzo e lo trovo di spalle mentre fuma, visto così è ancora più sexy. Sembra intercettare la mia presenza così, incerta, mi avvicino a lui e mi appoggio anch'io sul piccolo muretto che c'è «Cosa vuoi?» l'ho detto che è sexy anche mentre sbuffa il fumo o meglio quando sbuffa proprio?

«Come siamo acidi» «Ascolta ragazzina non ho tempo da perdere, infondo starai un altro giorno qui e poi ploof! Non ci vedremo più per fortuna» in effetti non aveva tutti i torti, perché sarei dovuta tornare a New York? Non avevo, non ho, nulla che mi leghi a questo posto. Tornerò a Boston solo per le vacanze natalizie, anche se mia madre mi vuole lì subito dopo Miami ma d'altronde faccio sempre di testa mia.

«Hai ragione» «Cosa?» domanda intontito «Ti ho detto che hai ragione. Non ho nulla che mi leghi qui, il mio itinerario sarà Miami e subito dopo Washington» si gratta la nuca con fare pensieroso e si accende un'altra sigaretta

«Non dovresti fumare molto sai?» sorride e i suoi splendidi occhi si posano su di me «Ti preoccupi per me?» «In realtà saresti un problema in meno per la società, ma tu vedila come ti pare» scuote la testa e porta lo sguardo sulla città «Cosa ti costa ammetterlo?» «Scusami, ma perché devo ammettere qualcosa che non è vero? Ammetto di aver alzato il gomito l'altra sera comportandomi in modo poco consono e ti chiedo anche scusa, non avrei dovuto, ma è finita lì punto»

«Toglimi una curiosità. Da ubriaca ti comporti così? Intendo con ogni ragazzo?» alzo gli occhi al cielo, un vizio di famiglia ereditato da mia madre «No, non mi comporto così, almeno credo, sai non ricordo quasi nulla dopo» mento, all'inizio ricordo a tratti ma dopo neanche un'ora riacquisto lucidità ricordando ogni piccolo dettaglio, ad esempio l'ultima volta ricordai di aver chiesto soldi in cambio di un balletto del far west... questa è una delle tante cavolate commesse.

«Preso appunti?» ripeto la stessa frase che poco prima mi ha fatto James, mi fissa da molto tempo  «Piccola non dovresti copiare le mie frasi non so tu ma io lo chiamo diritto d'autore» ma come gli vengono certe cose? Scoppio inevitabilmente a ridere e lui mi segue a ruota.

Non so assolutamente come sia possibile ma ci ritroviamo, un'altra volta, ad accorciare le distanze «Hai baciato quel tizio?» i suoi occhi mi scrutano attentamente, facendomi sentire nuda, così vulnerabile.

«No»

non so neanche perché gli sto dando delle spiegazioni, ma sento di doverlo fare e non va affatto bene, mi accarezza il viso... e sì non me ne frega nulla di come andranno le cose, io andrò a Miami, lui resterà qui, sarà solo uno stupido è normalissimo bacio, ma lo voglio, lo pretendo, lo desidero da quando l'ho visto.

Mi avvicino a lui di più e quando anche lui capisce quali saranno le mie prossime mosse, appoggia le sue grandi mani sui miei fianchi e si avvicina un altro pochino.

Ci siamo quasi su. Un ultimo sforzo!

È proprio quando sta per succedere veniamo interrotti da una voce maschile «Finalmente vi ho trovato. Venite, Aubrey sta tagliando la torta» Derek fa il suo ingresso, mi allontano subito da James, e solo ora si è accorto di cosa ha interrotto «Ehm... scusate io non pensavo di aver interrotto qualcosa» «Come sempre d'altronde» borbotta James andando via «Scusami Sharon» dice Derek in tono desolato «Non hai combinato nulla, tranquillo e ora andiamo ad assaggiare questo dolce»