Capitolo 3

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Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo.
(Virginia Woolf)

SHARON'S POV

«Rilassati! Se continui di questo passo rischi una convulsione cerebrale» mi dice Brianna per l'ennesima volta. Sono le 7:30 e dalle 9:45 alle 13:45 sarò all'università per svolgere gli esami.

È da più di mezz'ora che non faccio altro che camminare avanti e indietro con i libri e inoltre ho bevuto già quattro tazzine di caffè, il che è un male perché mi rende estremamente nervosa.

Avanti Sharon pensa in positivo... se passerò l'esame andrò due settimane a Miami, farò sicuramente amicizia con qualcuno e chissà magari capirò che è il momento di lasciare Aaron, ma se non lo passo Joseline mi butterà fuori di casa, starò ancora con Aaron e sarò una delusione enorme per tutti, per non parlare del fatto che...

«Ahi! Sei per caso impazzita!» urlo contro Brianna. Mi ha appena lanciato un libro enorme addosso. «Infatti come ti permetti di lanciarle il mio libro sulla nuova collezione invernale!» Esclama indignata Victoria «E io che pensavo che tu mi volessi difendere. Wow!» dico ironica allargando le braccia.

«Avanti ripeti con più enfasi» sono passati ventidue minuti e Joseline mi fa ripetere la stessa frase da un quarto d'ora, secondo lei incute più sicurezza.

Sbuffo sonoramente e inizio a ripetere per la centesima volta «Io sono Sharon Anderson. Sono una ragazza bella, solare, intelligente, piena di autostima e sicura di sé. La mia mente è predisposta solo per i miei obiettivi» sembro un robot.

«Vado bene?» «Alza il culo e vai» annuisco
e mi alzo dal divano.

Prendo la borsa con all'interno tre penne nere, tre matite, due gomme da cancellare, un righello, le chiavi dell'appartamento e il cellulare. Preferisco portare del materiale scolastico in più, non si sa mai. Apro la porta di casa e a passo deciso mi dirigo verso la mia nuova Alfa Romeo 8c, piccolo regalo di papà.

Dovrei andare piano lo so, ma quando sono su questo gioiellino non riesco a non sfiorare i
180 km/h e adesso che sono in ansia li supero raggiungendo addirittura i 200. Questa è la volta buona che mi tolgono la patente.

Dopo cinque minuti sono alla WCU. Parcheggio e prima di scendere dall'auto faccio tre lunghi e profondi respiri.

Cammino con sicurezza a testa alta come mi hanno insegnato i miei e mi tornano in mente le parole di mia nonna Adelaide "Lascia guardare, lascia ammirare, lascia desiderare, lasciati andare ma al momento giusto attacca come un serpente Sharon e fai dei tuoi nemici le tue prede. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio"  nonna Adelaide è la madre di mio padre, una testa calda, la amo mi sembra di parlare con una amica proprio come con mia madre d'altronde.

Entro in aula e mi vado a sedere al mio posto, ci sono solo io è un po' inquietante come cosa anche perché potevano partecipare più persone ma Ian Johnson, il mio professore, non la pensa così.

Secondo le mie amiche ha un debole per me l'hanno capito da alcuni atteggiamenti, mi permette persino di chiamarlo per nome!

È un uomo o meglio un ragazzo affascinate ha ventotto anni, è single. Alto, moro, occhi scuri.

A volte ho pensato di lasciare Aaron proprio per lui, ma finché non avrò delle vere avance da parte di Ian non ci penso minimamente oppure sì, insomma la situazione con Aaron sta precipitando dentro me. E poi lui mi ha tradito tempo fa anzi forse lo fa ancora...

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