La lingua può nascondere la verità, ma gli occhi – mai!
(Michail Bulgakov)SHARON'S POV
Osservo la mia figura slanciata allo specchio e posso dire di sembrare davvero una persona seria per il mio primo giorno in azienda. Indosso un tailleur nero e dei tacchi leggermente alti.
Ho raccolto i capelli in uno chignon perfetto lasciando ricadere solo due ciocche ai lati del viso, quest'ultimo contornato da un leggero strato di trucco.
Quando sono tornata a casa con James per puro caso ho aperto il mio Mac e ho notato diverse e-mail, tra cui quella del signor Bowski, direttore dell'azienda per cui avevo avuto un breve colloquio. Sono stata assunta e a quanto pare non solo sarò retribuita come una vera e propria dipendente, ma varrà anche come tirocinio in management.
Scendo le scale silenziosamente per evitare di svegliare qualcuno e mi dirigo in cucina per preparami una sana tazzina di caffè. Se non ci fosse il caffè la mia vita non avrebbe alcun senso.
«Buongiorno» entra in cucina un Isaac in boxer, si siede sul tavolo e con tutta me stessa cerco di non guardare proprio lì, ma purtroppo i miei ormoni non la pensano come la sottoscritta. Anche lui è messo bene... mi chiedo se lui e i suoi amici si siano messi d'accordo per essere alti, belli e ben dotati.
«Quindi che ne pensi?» mentre ero impegnata a fissare spudoratamente il corpo di Isaac, non mi sono accorta che mi stava parlando «Ehm... sì, sono d'accordo con te. Ora potresti coprirti?» sorrido e le mie guance vanno leggermente a fuoco. Sgrana gli occhi e boccheggia «M-mi stai dicendo che la ragazza per cui mi sono preso un'infatuazione è lesbica? E che cazzo!»
Quella a non capire sono io «Di chi stai parlando?» «Di Joseline, di chi dovrei parlare?!» mi soffoco con il caffè e inizio a tossire forte. Isaac scende dal tavolo spaventato, mi afferra dai fianchi e mi mette seduta sul bancone della cucina dandomi dei colpetti, con la mano, dietro la schiena.
«Stai bene?» mi domanda ancora preoccupato, tossisco un ultima volta e annuisco con il capo «Non è lesbica, fidati» si insinua tra le mie gambe e mi stritola tra le sue braccia «Oh grazie al Signore. Quindi posso ancora provarci? Vero?» «Puoi sempre provarci, ma ora scollati perché mi sto soffocando nuovamente e non vorrei morire» ride ma continua ad abbracciarmi allentando la presa.
«Che cazzo fate?» quella voce brusca mi riporta con i piedi a terra, Isaac scioglie l'abbraccio e mi sussurra un grazie nell'orecchio per poi lasciarmi sola con l'uomo delle caverne.
«Buongiorno anche a te, tesoro» anche lui è in boxer, quindi se anch'io me ne andassi in intimo in casa di altre persone non ci sarebbe nulla di male.
Hanno scambiato questo appartamento per Mykonos? Qui non siamo su un'isola greca o in una di quelle spiagge per nudisti... ma poi non hanno freddo?
Oh ma stai zitta! E poi non sono nudi, hanno ancora i boxer...
Per mia sfortuna sì.
Odio dover dare conto a una stupida vocina.
«Cosa ci facevi con Isaac in quel modo così intimo?» si avvicina pericolosamente al mio viso «Perché dovrei darti una spiegazione? Non sei il mio fidanzato» scendo dal bancone «Però ci scopi con me» sorride con strafottenza «Ripeto quello che ti ho detto ieri, come mi dai piacere tu potrebbe darmelo anche un altro ragazzo. Non sei l'unico James» sarà anche una gran cazzata ma voglio tenere io il coltello dalla parte del manico.
Stringe la mani in pugno, ma prima che possa dire qualcosa lo anticipo «E se ora permetti, ho cose più importanti a cui pensare» prendo la borsa e con tutta l'eleganza che possiedo lascio l'appartamento.
STAI LEGGENDO
Àgape
RomansaIn corso... Àgape: Amore incondizionato, disinteressato e smisurato. «Non sa autocontrollarsi, respirare profondamente e contare fino a dieci» inizia a parlare stringendomi più forte al suo corpo. «Sa che non è bravo con se stesso, non sarà mai in...