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La notizia del matrimonio tra Lidya e il Capitano fu ben accolta da tutti. Al lavoro, i colleghi di Lidya si erano detti felici e si erano mostrati tali, al quartier generale gli Avengers avevano deciso di festeggiare bevendo da una fiaschetta che Thor aveva con sé e che conteneva dell'alcol invecchiato migliaia di anni. Roba forte, che solo lui riusciva davvero a sopportare senza alcuna conseguenza.

Era stato un momento di totale euforia, una serata piena di normalità, ed era proprio quello di cui tutti avevano bisogno. Avevano mangiato pizza, bevuto birra, giocato al biliardo e usato il piano bar fino a quando non si erano sentiti tutti troppo brilli. Poi si erano persi in aneddoti di infanzie e mondi diversi, racconti che rasentavano l'assurdo ma che erano veri.

I mal di testa di Lidya decisero di darle una tregua per quella sera e, per fortuna, nemmeno una volta si ritrovò a dover affrontare lo sguardo preoccupato di Steve fermo su di lei. L'anello che le aveva comprato brillava sotto le luci della stanza: un diamante dal taglio tondo e delicato, esattamente come piaceva a lei. Ci si era sentita subito così a suo agio che, da quando lo aveva al dito, non lo aveva mai tolto. Neppure per un minuto.

Era felice e credeva di meritarselo, in fondo.

C'era così tanta meraviglia intorno a lei. Aveva pensato spesso a suo padre, dopo la proposta: gli sarebbe piaciuto Steve, di quello era certa, e le dispiaceva il fatto che non lo avrebbe mai conosciuto. Sarebbero andati d'accordo, sarebbero stati amici. Suo padre l'avrebbe accompagnata all'altare e ogni cosa sarebbe stata perfetta. E anche se suo padre non c'era più, le piaceva credere che la stesse guardando, che la osservasse sempre.

Approfittando di un momento di sfida al biliardo fece cenno a Tony e uscì fuori fermandosi a bordo piscina. Lui le si fermò accanto.

"Sono davvero felice per te e il Capitano" le disse con un sorriso sincero. "E Pepper è al settimo cielo."

Lidya sorrise ripensando a come la sua amica quasi non avesse pianto quando le aveva comunicato la bella notizia. Sperava che presto anche lei e Tony sarebbero convolati a nozze. "Grazie, Tony" gli disse guardando il cielo. "Credi che a mio padre sarebbe piaciuto Steve? Io credo di sì."

"Scherzi? Lo avrebbe adorato. Rogers è praticamente il marito che ogni padre vorrebbe per la propria figlia: è leale, generoso, educato. Un uomo di altri tempi."

"Sì lo è" confermò lei annuendo. "Mi dispiace che non si siano conosciuti. Ma così è la vita."

"Così è la vita!" le fece eco lui.

Lidya si voltò a guardarlo, la consapevolezza che fosse l'amico più caro che avesse le fece capire che quello che stava per chiedergli era la cosa giusta. Il timore che rifiutasse, però, la paralizzava. "Tony, vorrei chiederti una cosa importante."

"Chiedi pure."

"Io... mi accompagneresti all'altare?" domandò. E si aspettava una risposta immediata che però non arrivò. "Non sentirti obbligato se non vuoi" si affrettò a dire. "Forse non avrei dovuto chiedertelo."

L'uomo bevve tutto d'un sorso il contenuto del suo bicchiere e la strinse in un abbraccio. "Sarà un onore accompagnarti all'altare."

Lidya ricambiò la stretta chiudendo gli occhi.

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Andy svoltò a destra, senza smettere di correre. Ad ogni passo urlava alla gente di levarsi torno, la cravatta oscillava seguendo il ritmo del suo corpo. "Si dirige verso Central Park" urlò premendosi l'auricolare all'orecchio. "Gli sono dietro."

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