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Steve non riusciva a togliersela dalla testa e non sapere perché stava iniziando a renderlo nervoso. Non era una questione fisica – anche se doveva ammettere che era una donna incredibilmente bella – era qualcosa che andava oltre e che stava facendo fatica a identificare. Respirando a fondo sciolse le bende che gli avvolgevano le mani e bevve un lungo sorso d'acqua da una bottiglietta. Rimase in silenzio, ascoltando i suoni intorno e quando fu sicuro di essere solo si schiarì la voce.

"Jarvis" chiamò mettendosi a sedere su una delle poltroncine che Tony aveva fatto sistemare in quella grande stanza che fungeva da palestra. "Ho bisogno di chiederti un favore."

"Qualunque cosa le serva, Capitano."

Steve sorrise. "Potresti dirmi tutto quello che sai su Lidya Abel?"

"Certamente" nel bel mezzo della stanza comparve una specie di proiezione, la foto di Lidya in alto a sinistra in quello che sembrava un curriculum, o qualcosa del genere. "Lidya Abel, nata il 26 Gennaio del 1983 a New York. Figlia unica, è stata cresciuta dal padre e non ha mai conosciuto la madre. Il padre, Edward Abel era un avvocato piuttosto rinomato, morto in una sparatoria in Tribunale quando Lidya aveva diciotto anni. A diciannove anni è stata reclutata dallo S.H.I.E.L.D, dal direttore Fury in persona, e grazie alle sue abilità da combattente e alla sua grande maestria con le armi, è diventata presto una delle predilette dell'intera organizzazione. Si è dimessa cinque anni fa, dopo undici anni di onorato servizio."

Steve annuì mettendosi in piedi. "Non si sa niente della madre?"

"Poco o nulla. L'unica cosa certa è che non fosse di queste parti."

"Che altro puoi dirmi?"

"Lidya è una donna di buon cuore: fa parecchia beneficienza e molto spesso si reca presso gli ospedali pediatrici per passare del tempo con i bambini. Non ha molti amici e ha una grande passione per la lettura. Adora il caffè ed è, praticamente, l'unica capace di tenere testa al signor Stark senza farlo andare su tutte le furie."

"Sì, l'ho notato" Steve ridacchiò. "Sai come rintracciarla?"

"Un attimo, Capitano" calò il silenzio per un istante, poi Jarvis parlò di nuovo. "In questo momento si trova al Belmondo Cafè. Posso darle l'indirizzo se vuole."

"So dove si trova. Grazie, Jarvis. E per favore, avvisami se dovesse muoversi, okay?"

"Sarà fatto! Capitano?"

"Sì?"

"Posso chiederle perché è così interessato alla signorina Abel? Non si fida di lei forse? Perché se è così posso assicurarle che può farlo."

"Sono solo curioso, c'era qualcosa nel suo sguardo quando se ne è andata via l'altro ieri... voglio solo capirne di più."

"Capisco."

"Jarvis, pensi di poter tenere il segreto?"

"Sono una macchina e obbedisco agli ordini del signor Stark. Suppongo quindi che se lui non mi chiederà nulla al riguardo, allora non dirò nulla."

Steve piegò le labbra in un cenno di assenso. "Grazie."

"Prego, Capitano."

***

Lidya stava bevendo una tazza di caffè macchiato quando una figura alta le si era sistemata davanti coprendo il sole. Socchiudendo gli occhi, alzò lo sguardo per vedere di chi si trattasse e sorrise sorpresa. "Capitano Rogers, buongiorno. Che sorpresa!"

"Signorina Abel" lui ricambiò il saluto. "Passavo da queste parti e l'ho vista seduta qui."

Lidya si alzò con grazia, scoprendo un vestitino chiaro che la fasciava come un guanto. "La prego, si sieda."

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