4.
"Salve" salutò Lidya con un cenno della mano. Lo sconosciuto, di nome Daniel per quel che ne sapeva, stava in piedi davanti alla vetrata che dava sulla parte più bella della città. Le mani incrociate dietro la schiena. Indossava un completo elegante ma lei non aveva alcun ricordo di averlo mai incontrato prima. "Daniel, giusto?"
"Daniel Miller" replicò l'altro annuendo, ma non si voltò.
La donna si inumidì le labbra, guardò Steve per un istante, poi Tony arrivare dalla parte opposta della stanza. Le indicò l'uomo con un dito, sul suo viso un'espressione interrogativa e Lidya si strinse nelle spalle in risposta.
"Salve!" esclamò Tony avvicinandosi al bar per armeggiare con la macchina del caffè. "Le piace la vista della città?"
"Ho visto di meglio."
Stark rise mettendo dello zucchero in una tazza. "E dove, precisamente?"
L'ultimo arrivato finalmente si voltò, i suoi occhi erano di un blu intenso, brillante. Sulla guancia sinistra aveva una cicatrice che partiva dall'occhio e finiva quasi al mento. "È mai stato in Toscana, signor Stark? Le assicuro che per quanto New York sia maestosa, non c'è nulla come un'alba vista da un vigneto della Toscana."
Tony annuì. "Sì, le credo" gli disse. "Ora potrebbe gentilmente dirci chi è e cosa ci fa in casa mia?"
Daniel Miller mise la mano in tasca e facendolo fece scattare tutti sull'attenti. Lidya si accorse che il braccio di Steve si era allungato fino a lei, davanti, quasi fosse pronto a spingerla via e proteggerla se fosse servito. Ma l'unica cosa che l'ospite tirò fuori dalla tasca fu un cellulare. "Ho un messaggio per lei signorina Abel" disse rivolto proprio a lei. "È una cosa privata."
Stark si mise a sedere sul divano. "Questa è casa mia, lo sai vero? Non c'è niente che io non possa sentire."
Gli occhi di Miller si poggiarono su Steve, quasi come se cercassero un minimo di ragionevolezza in lui. Ma il Capitano incrociò le braccia sul petto e parlò a Lidya senza neppure voltarsi a guardarla.
"Vuoi che ce ne andiamo, Lidya?" le chiese.
"No" la donna assunse la stessa posizione di Steve. "Potete rimanere."
"Come preferisce" mormorò Miller cercando qualcosa sul cellulare, avvicinandosi a Lidya.
"Ah-ah" Tony lo avvertì. "Non c'è bisogno di avvicinarsi così tanto. Jarvis" chiese alla sua intelligenza artificiale. "Puoi collegarti al cellulare del nostro nuovo amico e mostrarci sullo schermo grande quello che deve farci vedere?"
"Certo signore!" Jarvis rimase in silenzio qualche secondo. "Sono pronto."
"Prego" disse il padrone di casa a Miller. "Faccia partire il messaggio."
L'altro ridacchiò. "Credete che voglia farle del male?" chiese. "Se volessi farlo, lo avrei già fatto."
"Oh mi piacerebbe vederti provarci" Lidya piegò poco il capo e gli sorrise sarcastica.
"Anche a me" aggiunse Steve guardandola per un istante, per poi tornare a guardare Miller.
"Ho appena ristrutturato" si lamentò Tony alzandosi e raggiungendo il Capitano e Lidya. "Ma se proprio dobbiamo batterci, okay. Sono pronto" disse mettendosi di fianco alla sua amica.
Miller premette un pulsante sul suo cellulare e sullo schermo comparve il viso di Nick Fury. Sembrava un qualche collegamento in diretta. Lidya pensò che doveva aspettarselo, dopo la morte di Thierry. Eppure non lo aveva fatto.
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Assemble
FanfictionGli Avengers affrontano ogni giorno nuovi nemici e sono bravi in quello che fanno. Un po' meno bravi sono invece nelle questioni di cuore e, infatti, a parte uno di loro, nessuno ha una vita sentimentale stabile e qualcuno da cui tornare la sera, do...