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Lidya aprì gli occhi a fatica, c'era polvere ovunque e fumo, su di lei giaceva il corpo di Michael. Soffiò per togliersi dalle labbra quel terriccio e sollevò il braccio per controllare il polso del ragazzo; il cuore gli batteva ancora ma era molto debole.

"Michael" gli disse, sentendo il bisogno di tossire non appena parlò. "Michael." Ma lui non si mosse.

"Lidya!"

La donna sentì la voce di Steve urlare il suo nome, dopo quella anche la voce di Tony e quella di Sam.

"Sono qui" rispose, ma il suono non venne fuori forte come aveva sperato. Sentì la mano di Michael muoversi sulla sua gamba, sembrava che stesse disegnando qualcosa ma non avrebbe saputo dire cosa. Doveva essere importante però, perché continuava a fare lo stesso movimento e continuò fino a quando ne ebbe la forza, poi smise e Lidya capì che era morto.

"Mi dispiace" sussurrò piangendo, poggiandogli la mano tra i capelli per accarezzarli con fare materno. "Mi dispiace tanto."

"È qui" urlò qualcuno e le sembrò la voce di Sam. Il suo pensiero trovò riscontro quando l'uomo si palesò con un sorriso. "Ciao bellezza" le disse.

Sam si accertò delle condizioni di Michael, con un sospiro tirò via il corpo liberandola e Lidya respirò a fondo rendendosi conto che il braccio sinistro le faceva molto male. Girò il capo per guardarlo e scoprì che la spalla era dislocata. Aggrappandosi a Sam si mise a sedere, piangendo più forte quando Steve arrivò e si gettò in terra per stringerla a sè.

"Stai bene?" le chiese baciandole i capelli.

"Avevo promesso che non gli sarebbe successo niente" sussurrò lei tra le lacrime, fissando il corpo di Michael. "Era solo un ragazzo. Mi ha fatto da scudo con il suo corpo."

"Mi dispiace" le disse Steve, "ora dobbiamo uscire da qui. Hai bisogno di un dottore" constatò guardandosi la mano sporca di sangue, notando che sulla sua nuca c'era un taglio abbastanza profondo.

Lei chiuse gli occhi lasciandosi aiutare.

***

"Lidya" Sharon andò loro incontro non appena li vide uscire dalla banca, diede uno sguardo a Sam che trasportava il corpo di un ragazzo, suppose Michael, e sospirò tornando a concentrarsi sul suo capo. "Stai bene?"

Lidya annuì. "Sì" disse. "Ho solo una spalla lussata. Steve" chiese rivolgendosi all'uomo. "Puoi rimetterla a posto?"

"Assolutamente no" lui scosse il capo indicando un'ambulanza poco distante, "ci penseranno loro, così potranno darti qualcosa per sopportare il dolore e potranno occuparsi anche del taglio sulla tua nuca."

Istintivamente lei si toccò il dietro della testa, scoprendo che sanguinava. Respirò a fondo deglutendo a vuoto e si guardò intorno: era il caos, fumo e polvere ovunque, polizia dappertutto, curiosi e giornalisti. Il Segretario Ross stava conversando con l'inviato di un'emittente locale.

"Agente Abel!" esclamò l'agente Everett Ross avvicinandosi. "Sta bene?"

"Sto bene" confermò lei. "Ma mi piacerebbe sapere cos'è successo."

"Stiamo ancora cercando di capirlo" Ross fece cenno a un paramedico che li raggiunse e prese Lidya per un braccio, delicatamente, per portarla all'ambulanza. Gli altri li seguirono. "Sembra ci sia stata una sorta di esplosione, i vigili del fuoco pensano che possa essere stato un guasto alle caldaie, sopra la banca c'è l'impianto di riscaldamento."

Lidya scosse il capo sedendosi, così come le disse il paramedico. "No" mormorò seguendo la luce che quel ragazzo le sparò negli occhi. "Non è stato un qualche incidente. L'esplosione è stata troppo violenta e troppo... mirata."

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