2: [𝘊𝘩𝘦𝘳𝘳𝘺 𝘵𝘳𝘦𝘦𝘴]

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[NARRATORE]

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[NARRATORE]

"Jimin, sei sicuro che non ci scopriranno?" chiese insicura Dan-bi. Era la prima volta che saltava una verifica, ma pensó fosse meglio così piuttosto che rischiare di beccarsi un brutto voto. Aveva passato tutta la settimana a giocare invece di studiare.

Il ragazzo le sorrise dandole una pacca sulla spalla.
"Non ci scopriranno mai, però... Non dire niente né a Tae né a Kookie ok? È il nostro piccolo segreto!" le rispose sicuro di sé.

Il luogo dove si trovavano assomigliava molto ad un piccolo santuario abbandonato, dietro alla scuola. Gli alberi di ciliegio contornavano la struttura priva di alcune pareti e l'edera cresceva rigogliosa sulle due misere panchine di legno presenti. Il terreno era un prato ricoperto di petali rosa. Agli occhi della ragazzina questo parco le sembrava un luogo incantato e magico.
I due erano su una delle panchine, quella con meno edera, a godersi il canto degli uccellini e i raggi timidi di sole che passavano attraverso i rami.

Dan-bi e Ji-min passarono un'ora lì, da soli, mangiando, parlando e giocando. Sembravano due bambini appena usciti di casa dopo una lunga giornata di pioggia!

Il divertimento, però, venne interrotto bruscamente da un fischio. I due si congelarono per lo spavento. Si girarono lentamente e davanti a loro videro due ragazzi più grandi, forse di seconda o terza superiore. Erano certamente due bulli, che si divertivano a infastidire i più piccoli e i più deboli.

"Bene bene. Guarda Ji-uk, abbiamo delle piccole prede qui" disse il primo ragazzo all'altro.
La ragazzina era spaventata, ma mostrava un volto sicuro e aggressivo.
Neanche Ji-min aveva il minimo timore davanti a quei ragazzi. Si mise coraggiosamente davanti a Dan-bi, per proteggerla.

I più grandi scoppiarono in una grossa risata, considerandolo un pazzo.
"Beh, se proprio insisti iniziamo da te e poi continuiamo con la ragazzina" affermò uno prendendo e bloccando Ji-min, mentre l'altro iniziò ad avvicinarsi a quest'ultimo con fare minaccioso e i pugni stretti.
A Dan-bi si bloccó la voce in gola e tutta la sicurezza che aveva acquisito sparì in un soffio di vento. Non sapeva cosa fare, non sapeva come salvare l'amico.
Era nel panico, ma in una frazione di secondo, una scossa le oltrepassó il colpo.
Prese la rincorsa e si lanciò verso il ragazzo libero, spostandolo solo di poco.
"Dan-bi vai via!" urlò Ji-min tirando una gomitata al ragazzo dietro di sé che lo bloccava, liberandosi.

Si girò verso la direzione della piccola per assicurarsi che stesse bene, ma non fece in tempo a fare un passo che il ragazzo che aveva ricevuto la gomitata gli tirò un pugno sul viso.
Il sangue iniziò a sgorgare dal suo naso, il labbro era lacerato e un dente venne scheggiato.
Un secondo pugno venne sferrato dal secondo ragazzo sul suo stomaco.
Si accasciò a terra, in ginocchio, e con voce flebile pregava Dan-bi di scappare. Quest'ultima non riusciva a muoversi.

I due ragazzi si avvicinarono pericolosamente a lei. La ragazzina chiuse gli occhi, pregando ogni dio esistente. Forse per magia o forse grazie al fato, accadde un miracolo.
Uno dei bulli cadde a terra provocando un tonfo, mentre l'altro si fermò di colpo sgranando gli occhi.
Dietro a quest'ultimo c'era un altro ragazzo, davvero molto alto. I suoi capelli castani erano tirati indietro e qualche ciuffo ricadeva sulla sua fronte. Sembrava dell'ultimo anno delle superiori.
"Via. Ora" ordinò il ragazzo misterioso. I due scapparono via spaventati.
Dan-bi corse verso l'amico, che era steso a terra.

I petali erano tinti di rosso e gli occhi dell'amico erano socchiusi. La ragazzina si inginocchiò e lo prese tra le braccia.
"Ji-min..." sussurrò accarezzando il suo viso malconcio. Lui sorrise per rassicurarla, mostrando il dente rotto.
Dan-bi alzò la testa per cercare il ragazzo misterioso, per ringraziarlo, ma era già sparito.

Come promesso i due non raccontarono mai a nessuno quello che successe.
In seguito continuarono ad andare in quel luogo magico, ma né i bulli, né il ragazzo misterioso si fecero più vivi.

***
[DAN-BI]

Cado sul prato ancora ricoperto di petali, senza causare tonfo o rumori. Non so su cosa sono inciampata, so solo che sono un'idiota.
Mi giro a fatica a pancia in su, affranta. Il panino è ricoperto di terra e schifo, dunque è immangiabile.
Allargo le braccia e giro la testa verso la mia destra. Con molta sorpresa vedo dei piedi a pochi centimetri dal mio viso. I pantaloni non sono quelli della divisa scolastica: la persona davanti a me indossa una tuta grigia e delle scarpe da ginnastica malandate.

Mi alzo di scatto e mi metto a gambe incrociate. La persona al mio fianco si siede allo stesso modo. Ehm... Aiuto?
È molto alto e per guardarci negli occhi devo alzare la testa.
I nostri sguardi si incontrano e per poco non sussulto.
I capelli castani sono tirati all'indietro e qualche ciocca cade sulla fronte imperlata di sudore. Quel volto avrei potuto riconoscerlo fra mille.
"Tu... Tu sei quel ragazzo che ci ha salvati tanto tempo fa! Ti ricordi?" dico sorpresa allungandomi verso di lui.
È cambiato, è cresciuto, ma i suoi lineamenti sono inconfondibili.

Il ragazzo mi guarda, sorride muovendo la testa su e giù, ma senza dire una parola.
Continua a guardarmi in silenzio.
"Io sono Dan-bi, tu sei..?"

Quello non risponde. Chiude gli occhi e alza la testa passandosi una mano tra i capelli. Il sole riflette sulle goccioline di sudore sul suo viso e solo in quel momento noto il fascino del misterioso ragazzo.
Lo analizzo e dal suo abbigliamento capisco che stava facendo jogging, o qualcosa di simile. La maglia a maniche corte nera mostra le braccia del ragazzo, muscolose e possenti.
Decido di rompere il ghiaccio.
"Volevo ringraziarti tanto per quella volta in cui mi hai salvata. Mi dispiace per n-" non faccio in tempo a finire la frase che il ragazzo, con uno scatto, si avvicina pericolosamente al mio volto. La voce mi si blocca in gola.
Ci guardiamo fissi negli occhi per un tempo che mi è sembrato eterno. Nessuno dei due muove un muscolo.

Dopo quel tempo infinito, il ragazzo sorride e si alza in piedi. Si volta e prima di andarsene dice solo "Nam-joon".
Il tipo pazzo si allontana, lasciandomi lì seduta e incantata. Il mio cuore batte fortissimo e sento le guance bollenti. Ma che succede?!

Il telefono squilla, riportandomi con i piedi per terra: è Song-i.
Rispondo e invento una scusa per il mio ritardo.
Torno a scuola come se nulla fosse successo e per sbaglio vado a sbattere contro un ragazzo. Oggi non ci sto proprio con la testa!

In classe Song-i non fa domande. In realtà non parliamo proprio. Mi sono messa in un angolo a pensare a ciò che è successo prima.
Nam-joon... E' il suo nome?

Passo la giornata a pensare, ma alla fine delle lezioni, nel pomeriggio, i tre ragazzi mi distraggono.
Decido di non dire nulla a nessuno.
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𝙏𝙝𝙚 𝙥𝙡𝙖𝙮 𝙤𝙛 𝙢𝙮 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩|| 𝙠.𝙩.𝙝. || [𝙧𝙚𝙫𝙞𝙨𝙞𝙤𝙣𝙖𝙩𝙖✓] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora