13: [𝘛𝘩𝘦 𝘏𝘦𝘭𝘭]

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È troppo tardi ormaiAbbiamo aspettato per un'ora abbondante

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È troppo tardi ormai

Abbiamo aspettato per un'ora abbondante. Mi è parso di aspettare solo qualche minuto, chissà perché. Forse troppi pensieri, troppe preoccupazioni, poi quel coglione che chissà che ha fatto.
In quell'ora Tae-hyung mi ha confessato che Jung-kook è già stato segnalato una volta in precedenza e che quindi questa è la seconda... Al terzo strike potrebbe finire seriamente nei guai. Anche se si trattano solo di ragazzate, il pugno di ferro della giustizia trionfa, no? Trionfa scagliandosi sulla faccia di quel cretino. Io non sapevo nulla della prima querela. Più che rendermi triste, mi fa incazzare. Si rende conto che non è figo, ma fa solo pena?

Tre agenti arrivano verso di noi: due di loro affiancano quello al centro, molto grosso.
"Salve, signorina Cheol. Sono l'uomo con cui ha parlato al telefono" dice l'omone stringendomi la mano, ma ignorando Tae. L'uomo ha un tono molto irritato, ma noto che cerca di mantenere la calma e il massimo rispetto nei miei confronti. Mi fa un po' di paura, lo ammetto.
Ci invita a seguirlo: attraversiamo lunghi corridoi pieni di porte, dove escono ed entrano un sacco di persone con fogli, taccuini, scatole. Anche foto, vestiti, armi. Di tutto e di più.

Alla fine dei corridoi, arriviamo davanti ad una porta di color bianco latte, molto appariscente date le pareti color verde miglio. Sembrava che la porta portasse in paradiso, tanto che era bianca.
"Vi sto accompagnando direttamente dal detenuto, ragazzi. So che il signor Kim non è maggiorenne e nemmeno lei signorina, quindi non posso lasciarlo andare. Potete, però, restare lì tutto il tempo che volete. È presente anche un telefono per chiamare. Se non volete più restare lì, chiedete ad una delle guardie di riaccompagnarvi fuori. Tutto chiaro?" L'agente ci da tutte quante le informazioni necessarie. Che quella porta candida portasse, in realtà, all'inferno?
Dopo aver ringraziato l'uomo, entriamo. Virgilio ha accompagnato Dante fino alle porte del paradiso, noi siamo stati accompagnati fino alle porta degli inferi. Bella merda...

Ho un po' di timore ad entrare, ma Tae-hyung mi da coraggio. Una puzza di qualsiasi cosa mi entra dritta al cervello. Dio, ma che mangiano ste persone?
Questa parte dell'edificio è completamente candida. Le pareti sono formate da sbarre continue: sono tutte celle. Le prime che incontriamo sono vuote: sono davvero molto sporche e l'odore poco gradevole peggiora man mano che avanziamo.
Più avanti noto che in una cella ci stanno fino a 5 persone. Alcuni si picchiano, altri chiacchierano e altri ancora dormono. Alcuni tirano fuori le mani dalle sbarre, sibilando dei "Uh, finalmente una bella signorina", "Vieni qui, ci divertiamo" o anche "Bella la puttanella". Quest'ultimo commento mi ha leggermente offesa.

Il turchino avvolge un braccio intorno alla mia spalla, come per indicarmi di non guardare. Arrivati a circa metà del lungo corridoio, finalmente arriviamo davanti alla cella di Jung-kook: dentro sono presenti anche una ragazza e altri due ragazzi.
Ma come cazzo è ridotto: ha due occhiaie nere e scavate, con un espressione indecifrabile, il viso chino e lo sguardo perso chissà in quale dimensione.
"Jung-kook" lo richiamo a voce alta. Il ragazzo alza la testa, stanco morto. Fa una risata isterica e quasi ironica.
"Guarda un po' chi c'è" dice sbadigliando. Si alza e si dirige a fatica verso le sbarre. Mi avvicino e ci ritroviamo faccia a faccia per la prima volta dopo quasi tre settimane.

"Jung-kook, ma che cazzo fai?" dico con tono intimidatorio. Vedo che guarda altrove mordendosi il labbro. Si abbassa, poi, alla mia altezza guardandomi dritto negli occhi.
"Non. Impicciarti" afferma solamente, facendo un espressione provocatoria.
"Sei patetico" sibilo nervosa afferrando le sbarre. Sono delusa e amareggiata dal suo comportamento. Lo prenderei a sberle, ma so bene che ciò non mi aiuterebbe a farlo tornare normale.

Respiro profondamente e mi calmo.
"Jung-kook, che cosa succede? Ci siamo sempre detti tutto, per favore. Possiamo risolvere"
"No, Dan-bi, svegliati! Capiterà anche a te quello che è successo a me se stai ferma lì. Vieni con me..." dice addolcendo il tono e lo sguardo. Allunga una mano attraverso le sbarre e mi accarezza il viso. Sento tanti sentimenti contrastanti.

"Vedi di non toccarla, brutto figlio di puttana" sbotta d'un tratto Tae-hyung sbattendo le mani sulle sbarre. Mi allontano immediatamente, così come il moro.
"Ascoltami bene razza di idiota, Dan-bi non verrà mai con della feccia come te, è chiaro? Toccala ancora una volta e ti spezzo entrambe le braccia." urla il turchino puntandogli il dito contro. Nel corridoio prevale il silenzio. Tutti sono impietriti dall'ira violenta del ragazzo.

"Voglio solo proteggerla, Kim" afferma Jung-kook stringendo le labbra.
"Come quella sera in cui lei hai detto quelle cose? Ma per favore, non ti crede nessuno. Fai pena" continua Tae, facendo una risata sarcastica. Nessuna risposta.
"Che fai? Non rispondi? Se non fosse per tua sorella ti farei marcire lì dentro, coglione. Non è in questo modo che diventi più forte..." all'ultima frase Jung-kook si impietrisce.

Tae-hyung è sempre stato il burlone della situazione, la gente lo ha sempre considerato come "la persona di cui non preoccuparsi", ma è sempre stato quello che, in realtà, capiva le persone solamente dallo sguardo. Per lui siamo tutti un libro aperto.
Jung-kook... Vuole solo essere più forte... Vuole... Proteggermi.
Forse le parole di quella sera sono uscite fuori a causa di una rabbia repressa.

"Non puoi proteggerla così.." dice infine Tae, lasciando le sbarre e prendendomi per mano.
"Andiamo via, Dan-bi" Ci voltiamo entrambi.
"Dan-bi aspetta! Non andartene!" sento mio fratello urlare dal fondo. Non mi volto, ma piango, in silenzio. Sta diventando ciò che nessuno vorrebbe diventare. Non so cosa fare. Ho paura.

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Ti consideravi un ribelle, uno spirito libero, ma gli uccelli non volano se chiusi in gabbia.
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𝙏𝙝𝙚 𝙥𝙡𝙖𝙮 𝙤𝙛 𝙢𝙮 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩|| 𝙠.𝙩.𝙝. || [𝙧𝙚𝙫𝙞𝙨𝙞𝙤𝙣𝙖𝙩𝙖✓] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora