Chapter 7: Dear Diary

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Caro diario,
oggi ho dovuto inventare una scusa per non fare ginnastica. Non potevo indossare una maglietta a maniche corte, non con le braccia ricoperte di lividi violacei, ma il prof non avrebbe accettato che indossassi una felpa.

Oggi sono arrivata di nuovo in anticipo e ho trovato, nonostante il cielo minacciasse pioggia e il vento soffiasse con forza, Samuel e Connor seduti sul prato, in disparte.

Quando li ho visti, Connor stava sorridendo e Samuel aveva un'espressione vittoriosa. È stata la prima volta che ho visto il ragazzo da cui tutti stanno lontani sorridere.

Ad essere sincera, aveva uno splendido sorriso, e il piccolo agnellino argentato al labbro inferiore non faceva altro che catturare l'attenzione.

Temo di essere rimasta per un attimo incantata su quel sorriso. Era un sorriso vero, così vero che l'ho riconosciuto simile ai miei, di sorrisi, per quanto rari siano diventati ormai.

"Ho vinto la scommessa, amico. Mi devi una cena da Joe's." Ho sentito dire a Samuel Parker.

"Non montarti la testa, Sam. E poi, io non ho mai accettato di scommettere." Ha ribattuto l'altro.

Il sorriso sulle sue labbra si stava spegnendo, ma i suoi occhi brillavano. Non avevo mai guardato i suoi occhi, un po' per non uscire dall'ombra, un po' perchè non ne avevo mai avuto l'occasione.

Sono azzurri, di un colore tanto intenso che ho dovuto distogliere lo sguardo perchè, anche se non mi stava guardando, mi sentivo a disagio.

Ed oggi, diario, se ero uscita con l'umore nero -infatti il mio ombretto era di quel colore-, subito dopo aver assistito a quella scena il mio umore è diventato azzurro. Dell'azzurro dei suoi occhi.

Vorrei tanto conoscerli, tutti e due, perchè Samuel Parker potrebbe tirarmi su, mentre Connor Wilson potrebbe capirmi e farmi sentire normale. Potrebbe farmi sentire accettata e me stessa.

Parola di oggi: sogno.

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