Chapter 20: Connor's P.O.V.

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Gli occhi del ragazzo si puntano sul cielo.

Non può fare a meno di pensare che Kevin deve essere lassù, tra le stelle. Quando erano bambini, la sua favola preferita era Peter Pan.

"Seconda stella a destra: questo è il cammino e poi dritto fino al mattino."

Sorride, Connor, alle stelle, mentre le lacrime gli scendono sulle guance.

È solo colpa sua, avrebbe dovuto prevederlo, avrebbe dovuto sapere. Doveva vedere quel dolore sul suo volto e nel suo cuore, doveva capire che non stava bene come faceva vedere.

- "Qual'è il modo in cui vorresti morire, se potessi sceglierlo?" Domanda Connor a Kevin, mentre guardano il cielo da sopra il tetto.

"In volo" Mormora l'altro, senza staccare gli occhi dal cielo.

"Non puoi volare, Kev, devi sceglierne un altro."

"E chi ti dice che non posso volare?" Ribatte.

Connor si volta di scatto verso l'altro, la sorpresa stampata sul volto, ma quando scorge il sorriso sul viso dell'altro mette il broncio.

"Non prendermi in giro, Kevin!"Esclama con finta rabbia.

"Scherzavo, Connor. Mi piacerebbe morire in acqua. A te?"

"A me piacerebbe morire con te, Kevin." Ammette debolmente Connor. "Lo sai che senza di te non so stare."

"Lo so, Connor. Ti prometto che non ti abbandonerò." Sorride Kevin.

"Grazie."

E rotola verso di lui, abbracciandolo.

Ed è così, stringendosi tra le braccia, che recitano ancora una volta quella frase che tanto amano, come un giuramento sotto le stelle.

"Seconda stella a destra: questo è il cammino e poi dritto fino al mattino." -

"Connor ti prego!" Grida per l'ennesima volta Sam.

Connor scuote la testa, incapace di fermare le lacrime che scendono sulle sue guance. Resta lì, dondolando le gambe.

Sam non può capire cosa prova, forse perchè lui bravo a nasconderlo, forse perchè nessuno può realmente capire.

È a metà tra un dolore struggente e una rabbia impetuosa, accompagnato da quel senso di vuoto che ha caratterizzato tutti i giorni della sua vita da quando Kevin non c'è più, che però sembrava alleviato da quando aveva conosciuto Tessa. Kevin si sarebbe di certo innamorato di lei, che è proprio come era lui, entrambi decisamente tenaci, alle volte pungenti, ma sempre gentili e pronti per gli altri, nonostante lo schifo che la vita aveva loro dato.

"Connor, sei il mio migliore amico. Tu- io senza di te non ce la posso fare, vieni giù."

Sente che Sam sta facendo di tutto per non scoppiare a piangere e questo gli fa solo più male.

Kevin non avrebbe mai fatto del male al suo migliore amico, a differenza sua.

Gli aveva spesso mentito, e ogni volta il riccio se n'era accorto, mentre ai suoi occhi si affacciava quella delusione che Connor spesso rivedeva negli occhi della sua famiglia.

Guarda le bottiglie vuote accanto a sè.

Non è solito bere così tanto, anzi, non beve quasi per nulla, ma ha una resistenza all'alcol spaventosa. Non è ubriaco, forse leggermente brillo, ma ancora troppo cosciente di sè stesso.

"Sam!"

Basta questo a fargli dubitare di essere così cosciente.

La voce di Tessa? Lei non può essere lì, non può uscire la sera, non sa dove abiti ne cosa stia succedendo.

"Tessa!" La chiama il biondo, facendosi raggiungere.

Ora non ci sono dubbi che sia lei.

La guarda, Connor, dall'alto di quel tetto, vedendola bella e trasparente come sempre, troppo per le normali persone.

La mora prende il viso di Sam tra le mani. "È tutto ok, Sam. Ora parlo io con Connor, andrà tutto bene Sam, mi senti? Respira, forza, adesso si sistema tutto, è tutto ok, va tutto bene"

La voce gentile di Tessa raggiunge Connor e, anche se non è rivolta a lui, riesce ad agire sulla sua parte razionale, facendo sì che si renda conto che le cose hanno preso una brutta piega. Sam trattiene i singhiozzi, mentre Tessa gli lascia un'ultima carezza.

"Sam, stai con la sua sorellina, va bene? Dille che andrà tutto bene."

Tessa guarda Sam entrare in casa, gli occhi s'incupiscono quando sparisce alla sua vista.

Aveva sempre visto i ragazzi felici, non aveva mai pensato che le cose fossero così diverse, ma soprattutto non aveva mai pensato che Connor potesse stare male, nè che fosse l'ancora di Sam.

Alza gli occhi grigi, occhi in tempesta, e incontra quelli azzurri di Connor, che ora diversamente da qualunque altra volta non nascondono il vero lui dietro ad una lastra ghiacciata, ma lo mostrano in tutta la sua vera esistenza, come se quell'oceano di emozioni, sensazioni e pensieri che è Connor fosse esondato, distruggendo quella fredda parete che lo rinchiudeva oltre i propri occhi, limitando la possibilità di conoscerlo.

Dal canto suo, Connor si rende conto di avere la mente annebbiata.

Non riesce a pensare, ma non è colpa dell'alcol -ok, forse leggermente, ma solo in piccola parte. Nè è sicuro perchè prima dell'arrivo di Tessa era molto più lucido.

"Connor-"Inizia la ragazza, ma lui la interrompe subito, con gli occhi lucidi.

"Perchè sei qui?" Domanda con un fil di voce.

Nonostante siano distanti due piani, è come se fossero uno accanto all'altro.

Il traffico, il fiume lì vicino, le televisioni nelle case, l'aereo che passa sopra di loro... tutto sembra svanire, come se il mondo volesse lasciare loro del tempo.

"Sam mi ha chiamata." Risponde lei vaga, non può esattamente dire che lui l'ha chiamata piangendo dicendo che lui era lì sul tetto facendo una lista di pro e contro per farla finita.

"Vai via" Connor non sa esattamente quello che sta facendo, si sente come sommerso dall'oceano, come se tutto quello che dice e sente fosse distorto.

"Spero tu stia scherzando, Connor, perché sono scappata dalla finestra per venire qui." Esclama lei, fulminandolo.

Il corvino sbuffa e si stende sul tetto, lasciando le gambe a penzoloni e guardando le stelle.

Odia sè stesso e odia Tessa, perché con la sua sola presenza lei lo sta distraendo, lo sta riportando indietro, ma lui non vuole essere riportato indietro. Lui vuole restare lì, a metà tra il passato e il presente, insieme a Kevin. Vuole vivere nei ricordi in cui lui ancora c'era e...

Non sa nemmeno lui cosa vuole, non sa cosa prova, sa solo che sente un peso al petto, una tormenta dentro di lui.

Rivuole Kevin, ecco cosa vuole. Vuole poterlo abbracciare, parlare con lui, ridere, guardare le stelle, rotolare in giardino dopo aver tagliato l'erba.

Non si rende conto di aver ripreso a piangere se non quando sente un tocco leggero asciugargli le guance con delicatezza.

Davanti ai suoi occhi compare il viso di Tessa, i suoi capelli che ricadono in avanti solleticandogli il collo. Gli asciuga le lacrime e gli fa alzare il capo, permettendogli di posarlo sulle sue gambe. Gli carezza il volto tracciandone i lineamenti, un leggero sorriso a incresparle le labbra.

La lista di pro e contro che aveva ideato prima Connor ora è inutile, nella colonna di 'contro' alla morte c'è scritto a lettere cubitali il nome di Tessa, come se fosse l'unica cosa per cui vale la pena provare a vivere. E forse è proprio così.

Forse può imparare a vivere senza Kevin, con Tessa al suo fianco.

Because of the Blue DiaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora