Chapter 9: Dear Diary

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"Ama, ama follemente, ama più che puoi, e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente."

Caro diario,
durante le vacanze di Natale il professore di letteratura ci ha chiesto di leggere un classico, così sono andata in biblioteca e ho preso Romeo e Giulietta. Non mi aspettavo che anche qualcun'altro scegliesse questo libro.

Ebbene, oggi siamo tornati a scuola e alla prima ora abbiamo avuto proprio il prof di letteratura. Ha chiesto a tutti, uno per uno, di dire il titolo del libro e una frase che ci ha colpiti.

La mia è stata una scelta abbastanza classica ad essere onesta, sono ricaduta nel banale: "Ride delle cicatrici chi non è mai stato ferito". Si, decisamente clichè, ma mi fa sempre uno strano effetto.

Hai idea di chi altro possa aver scelto Romeo e Giulietta? L'unica persona di cui mi importi qualcosa nella mia classe. Sì, è stato proprio Connor Wilson. La cosa che mi ha sorpresa ancor di più, oltre il fatto che il ragazzo dark e tatuato abbia letto una delle più classiche storie d'amore, è proprio che credo gli sia piaciuta.

Lo ammetto, prima delle vacanze ho iniziato a prestargli un minimo di attenzione in più, mi piacerebbe avvicinarlo -come ho già scritto- ma ho due dilemmi fondamentali: il primo, come? Il secondo, voglio davvero gettare il peso della mia vita disastrata su qualcuno?

Ed è proprio il secondo punto che mi frena anche solo dal tentare di farmi notare. Non voglio rendere nessuno partecipe dei miei casini, non posso rovinare anche altre persone. Tenere a me significa soffrire, è non posso permetterlo.

Il punto, diario, è che Connor ha alzato lo sguardo sul prof, distaccato come sempre, e si è limitato a poche parole che, però, mi hanno scossa nel profondo.

"Romeo e Giulietta, prof." Ha detto. Il prof ha alzato le sopracciglia sorpreso, appoggiandosi alla cattedra e incrociando le braccia al petto in attesa.

Nell'aula era calato un silenzio a metà tra l'intimorito e l'interessato. Non aveva guardato nessuno, aveva posato gli occhi sulla lavagna.

"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente." Ha mormorato.

Conclusa la sua parte, il professore è passato agli altri, ma io non sono riuscita a distogliere gli occhi da lui.

Vedevo l'azzurro dei suoi occhi muoversi e mutare, ma non riuscivo ad allontarmene.

Ero incatenata.

Comunque, caro diario, temo che le cose stiano iniziando a peggiorare.

Durante le vacanze mio padre ha approfittato del fatto che non andassi a scuola per esagerare, "tanto i segni non li vedrà nessuno", aveva risposto a sua moglie quando lei gli aveva detto che doveva smettere di lasciare segni così evidenti se non voleva finire nei guai.

E purtroppo ha ragione.

Ricordo benissimo quando avevo provato ad avere un'amica. Aveva funzionato per circa tre giorni, fino a quando non aveva visto i segni sulle braccia e sul collo. Volevo dirle la verità, volevo farlo sul serio, ma sapevo che mio padre avrebbe distrutto anche lei, se lo avesse saputo.

Così ho inventato di essere una tossico-dipendente.

Lei era schifata e se n'è andata, proprio come speravo. Almeno, così, l'ho salvata.

Questo mi basta.

Oggi mi sento nera, totalmente inutile e bruciata fino alla fine.

Mi sento come se non ci fosse più niente di salvabile, in me. Come se non fossi altro che cenere. La gente dice che dalle ceneri si rinasce più forti che mai, ma funziona davvero così anche quando qualunque tentativo di rinascita viene soffocato?

Parola del giorno: ceneri.

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