Chapter 4: Connor

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Il corvino si stropiccia gli occhi con le mani, allunga le braccia verso l'alto e si stiracchia. Stare seduto a terra per ore riempiendo fogli e fogli delle informazioni che il suo migliore amico sta iniziando a racimolare facendo qualche domanda negli spogliatoi dopo gli allenamenti di basket non sembra fare bene al suo fisico.

Se non altro, è riuscito a rimuovere quattro ragazze dalla lista di dodici che aveva qualche giorno prima, quando aveva parlato e mostrato per la prima volta a Sam del diario.

Intanto continua a leggere e rileggere ogni singola parola su quel quadernetto, in cerca di indizi che possano rivelare qualcosa sulla misteriosa ragazza, ma poco o niente.

Sembra avere grossi problemi in famiglia da quanto si legge, che viva con il padre e la moglie di lui, entrambi poco disponibili nei suoi confronti. In ogni pagina di diario descrive il suo umore con un colore e, spesso, questo coincide con il colore del trucco che applica sugli occhi, peccato che nella sua classe tutte le ragazze usino colori diversi ogni giorno. Inoltre, a ogni giornata dedica una parola, come se questa la rappresentasse. Tutti questi indizi però sono inutili, siccome a scuola le ragazze sembrano tutte uguali. Nessuna dà segni di ansia per aver perso qualcosa, il che gli fa pensare che sia molto brava a nasconderlo, oppure che sia sbadata e non se ne sia accorta.

Il ragazzo incrocia le braccia dietro la testa, alzando lo sguardo. È possibile che quella ragazza sia così brava a fingersi qualcuno che non è? Lui non ci riesce proprio, per questo è tenuto alla larga da tutti. Ed è anche lui a tenere alla larga loro, quindi non gli pesa.

Ripensa all'ultima pagina che ha letto. Ricorda il giorno in cui sono stati consegnati quei temi, ricorda benissimo di aver - proprio come la ragazza - scritto un tema introspettivo e di averlo poi cambiato con uno sulla traccia della segregazione razziale.

Sono giorni che si sforza per ricordare se ci fosse una ragazza, quando era uscito alla fine dell'ora, ma solo il buio. Non ricorda niente. Ancora una volta, si maledice per il suo ignorare tutti.

Il suo telefono inizia a squillare e lui risponde senza nemmeno guardare: solo Sam gli telefona.

"Pronto?" Si alza e, dopo essersi stiracchiato di nuovo, si mette a camminare per la stanza, spostando con i piedi i fogli che sono sparsi sul pavimento nel tentativo di dar loro un ordine.

"Elimina Emily dalla lista, ho scoperto che vive sola con la madre e i suoi sono divorziati."

Connor sorride e si abbassa a raccogliere la fotografia di Emily. È felice di tracciarci sopra una grossa X con il pennarello rosso, le poche volte in cui aveva riconosciuto di avere a che fare con lei l'aveva sempre trovata estremamente snob e arrogante, non aveva creduto nemmeno per un attimo che Emily fosse lei, ma aveva dovuto tenerla in lista fino all'arrivo delle prove.

"Grazie amico, ne restano sette." Riferisce quindi.

"Tu hai novità?" Chiede l'altro. Un attimo dopo urla qualcosa a qualcuno che dev'essere con lui. "Taci Josh, non me ne frega niente se vuoi giocare la prossima partita. Hai giocato già le prime tre e Jackson deve ancora entrare in campo dall'inizio della stagione." Esclama stizzito. "Scusa Con, problemi con la squadra. Dicevo, hai novità?" Riprende dunque il riccio.

"Niente. Vuoto totale." Ammette il corvino, gettandosi sul letto e guardando il soffitto.

"Hai almeno guardato le fotografie delle altre? Magari possono dirti qualcosa." Insiste il biondo.

Connor si alza di nuovo con uno sbuffo e inizia a raccogliere le foto delle sette ragazze che sono in classe sua e che potrebbero essere lei, ma ne trova solo sei.

"Amico, sei sicuro che fossero tutte? Me ne manca una." Entrambi aggrottano le sopracciglia, senza sapere che anche l'altro lo sta facendo.

"Dimmi il nome di chi ti manca." È una domanda e il corvino lo sa bene, anche se non suona come tale.

"Aspetta un attimo." Mette il cellulare in vivavoce sulla scrivania e prende l'elenco della sua classe.

Scorre e taglia con una matita i nomi man mano che ne vede le foto, che per sua fortuna hanno i nomi scritti dietro, o non ce la farebbe a ricollegare i nomi ai volti. Quando finisce, cerca il nome rimasto pulito.

"Manca Tessa Morris." Dall'altro capo del telefono si sente un leggero ronzio per qualche secondo.

"La Morris non è la mora frigida?" Domanda Sam.

"Lo chiedi a me? Sul serio, amico?" Connor non sa se ridere o sbattere la testa al muro.

"Vedo di trovarti almeno una foto. Ci sentiamo dopo." Il biondo stacca la chiamata e il tatuato guarda il quaderno.

Tessa Morris? Il nome gli è familiare. O meglio, lo è il cognome. Scuote la testa. Se fosse importante, lo ricorderebbe.

Riprende in mano il diario e ne accarezza la superficie. Lo apre a caso, senza guardare, e la pagina in cui si ferma è esattamente quella che parla della giornata in cui ha restituito i temi.

Gli cade l'occhio sul primo paragrafo, in cui lui stesso è nominato. Lei sa chi lui sia, ma lui non sa chi sia lei. Deve assolutamente scoprirlo. Torna quindi a sedersi a terra e riprende in mano tutti i fascicoli, preparandone uno nuovo per Tessa Morris. Il nome continua a rimbombargli nelle orecchie, senza uscire.

Cos'ha di così importante, questa Tessa?

Apre davanti a sè le foto di tutte le ragazze a classe e si concentra. Da qualche parte, nella sua testa, dovrà pur esserci un ricordo di Tessa Morris. C'è un ricordo persino di Claire, la vergogna del genere femminile, a suo parere. Eppure, più ci prova, più Tessa sembra sfuggirgli.

Deve essere brava a passare inosservata, se non trova proprio nulla, nemmeno un lampo di capelli o uno sprazzo di voce.

"Vieni, Connor, è pronta la cena." Lo chiama sua madre dal piano inferiore.

"Corri fratellone, o papà si mangerà tutto!" Kristin ride, probabilmente inseguita dal padre per aver detto una cosa simile.

Il ragazzo guarda ancora una volta le fotografie, poi decide.

Il giorno successivo cercherà di stare attento all'appello per capire chi sia Tessa Morris.

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