Chapter 6: Connor

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"Ripetimi come hai fatto a convincermi ad uscire in anticipo dagli allenamenti." È la quarta volta nel giro di dieci minuti che Sam fa questa richiesta.

Connor alza gli occhi al cielo. "Anche tu sei curioso di scoprire chi sia questa ragazza misteriosa."

"Ma come hai scoperto qualcosa di nuovo? Tu non andresti mai e poi mai a parlare con qualcuno." Il suo tono è divertito.

"Infatti non ho parlato con nessuno, ho solo letto una cosa decisamente importante." Esita.

Vuole tenere l'amico sulle spine fino a quando non arriverà a casa sua.

"Amico, dimmi cosa diamine hai letto o ti pianto in asso e torno agli allenamenti." Ringhia il biondo.

Non ha mai, mai saltato un allenamento, anche con la febbre è sempre andato a giocare.

"Basta che poi non inchiodi causando un tamponamento." Ghigna il corvino.

"Spiritoso. È successo solo una volta."

"In realtà erano tre."

Connor si diverte un mondo a prendere in giro il suo amico per tutte le volte in cui, datagli una notizia che non si aspettava mentre era alla guida, aveva inchiodato causando diversi incidenti.

L'altro sbuffa, dall'altro capo del telefono."Me lo vuoi dire o no?"

"La ragazza misteriosa ci conosce e, tra l'altro, si è scontrata con te." Sgancia la bomba.

"COSA?" Il grido del biondo e seguito da un coro di clacson infuriati. Sam impreca, facendo ridere l'amico. "Maledizione, ancora! Arriverò un po' in ritardo, Con, ma poi voglio sapere tutto!"

"E siamo a quattro in tre mesi, Sam!" Conclude il corvino prima che l'altro metta giù. Lancia il cellulare sul letto, sorridendo. Il suo amico non cambierà mai.

"Connor, papà mi ha chiamato e mi ha detto che c'è un incidente per strada e farà tardi, è stato di nuovo Sam?" Chiede Kristin dal corridoio.

"Si Kris, è stato lui." Risponde il corvino.

Esita, e sente la sorella fare lo stesso. Si vogliono molto bene, ma non è facile per loro due comunicare, non dopo Kevin. Era lui il collante.

"Connor," lo chiama di nuovo la minore, che sta oltre la porta con la fronte poggiata su di essa. "tu mi vuoi bene?"

Il tono in cui lo chiede spezza il cuore al corvino, che si rende conto di quanto sia stato un pessimo fratello negli ultimi anni. Apre piano la porta, guardando la ragazzina. Si abbassa al suo livello, prendendole una mano.

"Certo che ti voglio bene, tesoro. Non pensare mai il contrario. È che mi sento in colpa per Kevin." Ammette il ragazzo.

"Non è colpa tua però," Mormora lei, stringendogli la mano. "non era una promessa che potevi mantenere. Lui lo sapeva."

La piccola gli si avvicina, avvolgendogli le braccia attorno al collo. Connor sente i muscoli tendersi, non è più abituato ad essere abbracciato da troppi anni, ormai.

Quando il loro abbraccio si scioglie, la piccola gli abbassa la spalla della maglietta e accarezza uno dei primi tatuaggi che il ragazzo ha fatto: una fenice.

"Rispettalo, Con."Sorride piano. Gli bacia la guancia, poi si volta e torna fuori, lasciandolo solo.

***

Sam e il padre di Connor arrivano insieme, poco più di un'ora dopo.

"Sul serio, ragazzo, devi smetterla di causare tamponamenti a catena. Soprattutto visto che ogni volta ci resto invischiato anch'io." Lo riprende bonariamente Mr. Wilson.

"Mi creda, signore, io ci provo. È suo figlio che mi dà sempre notizie importanti mentre sono alla guida."

"Non credere di poter scaricare la colpa su di me! Sei tu che insisti, Sam." Interviene il corvino, comparendo ai piedi delle scale.

"E tu non sai resistere." Gli fa la linguaccia il biondo.

Connor alza gli occhi al cielo, ma gli fa ugualmente cenno di seguirlo in camera. Come sempre, il proprietario controlla che il corridoio sia vuoto prima di aprire la porta.

Non vuole che la sua famiglia veda le foto di lui e Kevin, loro non capiscono appieno cosa significhi per lui.

"Ebbene?" Chiede Sam, buttandosi sul letto dell'amico.

Ci ha messo anni a conquistare la fiducia necessaria per poter conoscere il suo passato ed entrare nella sua stanza, ogni volta gli ricorda cosa abbia vissuto il corvino e cosa abbia affrontato. Gli ricorda quanto sia forte.

"Questo." Connor mette il diario, aperto sull'ultima pagina letta, tra la mani dell'altro, gli occhi brillano di una scintilla rarissima.

"Diamine, se solo sapessimo quando è successo."Brontola il biondo finita la lettura. "Mi scontro con qualcuno tutti i santi giorni!"

"Oltre a questo, devi sapere che anche oggi Tessa Morris era assente, che sia lei?" Riflette ad alta voce il corvino. "Morris, perchè mi ricorda qualcuno? Morris, Morris..."

La mente lo riporta al passato a cercare un collegamento con la sua infanzia, ma più sente di avvicinarcisi, più in realtà ci si allontana.

"Io ho scoperto che puoi rimuovere Claire -menomale- e Rebeka. Il padre della prima vive a Boston, i genitori della seconda stanno insieme." Riferisce Sam, accorciando la lista.

Ora ci sono cinque possibilità. È un passo avanti, e tra queste c'è ancora Tessa Morris, che resta un'incognita.

"Sai, amico, sono preoccupato per la ragazza che scrive questo diario. Chiunque lei sia, sembra essere vittima di violenza domestica. Se un giorno dovesse succederle qualcosa di grave?"Mormora il corvino, guardando il quadernetto.

Il biondo si fa pensieroso: il suo amico ha ragione, da quello che scrive la situazione è critica.

"Dobbiamo trovarla, amico." Stabilisce Sam. "E sai cosa? La proteggeremo."

Connor aggrotta le sopracciglia. "Cosa?"

"Senti Connor, ti conosco meglio di chiunque altro. Odi le ingiustizie e questa ragazza ne subisce fin troppe. E poi, anche se cerchi di non farmelo capire, vedo benissimo che questa ragazza ti intriga. Ti senti legato a lei, un po' per il quaderno, un po' perché non è come gli altri, proprio come te. Vuoi conoscerla e ti preoccupi già ora, anche se non sai chi sia. Ti stai lasciando coinvolgere, amico. Non mi piace questo tuo interesse, ma sono con te, come sempre."

Il corvino gli lancia un'occhiata, non parla e non fa gesti, ma i suoi occhi ringraziano.

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