Chapter 50: Connor (Part 2)

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Il ragazzo rilegge per l'ennesima volta il messaggio inviatogli da Tessa.

Posso venire da te? Ho bisogno di un volto amico.

Sono le nove di sera e il sole non è ancora tramontato del tutto. Connor è seduto in giardino, in attesa dell'amica che, dopo che lui l'ha lasciata a casa sua con la promessa di scriversi più tardi, si è fatta viva solo ora e con questo messaggio.

Al pensiero che suo padre possa averle fatto qualcosa sente la rabbia montare in corpo, ma questa emozione si blocca nel momento stesso in cui vede Tessa superare il cancelletto.

"Tess." La chiama.

Non gli interessa non essere sentito dai suoi, li ha avvisati che Tessa sarebbe passata e, nonostante sua madre abbia brontolato non poco, rivolgendogli occhiate di fuoco, alla fine si è vista costretta ad arrendersi, visto che il figlio stava insistendo tanto sul fatto che si trattasse per certo di qualcosa si estremamente importante.

Certo, non è sicuro che sia effettivamente così, ma per lui è estremamente importante anche solo il fatto che Tessa si sia fatta viva dopo diverse ore con quel semplice messaggio.

La mora si volta di scatto verso di lui, il viso rigato dalle lacrime, gli occhi rossi per il pianto, le labbra screpolate e i capelli arruffati. L'espressione di Tessa è di terrore puro, pare sconvolta come mai prima.

In un attimo lei si piomba tra le sue braccia, cercando il maggior contatto possibile con lui e scoppiando inevitabilmente a piangere.

Ecco, questa è decisamente una dimostrazione che si tratta di qualcosa di estremamente importante. Connor non ricorda di aver mai visto piangere Tessa in quel modo, anzi, non è nemmeno sicuro di averla mai vista piangere.

Il cuore di Connor perde un battito e si stringe, mentre sente il corpo della ragazza cercare più contatto possibile con il suo e le sue braccia minute circondargli il collo, mentre il viso si nasconde nel petto. Lui la stringe a sè, avvolgendola tra le braccia, accarezzandole i capelli e posando le labbra sul suo capo.

La stringe, come a prometterle che niente la toccherà più, come a prometterle protezione eterna. Quando si riesce a calmare un po', Connor le prende il viso tra le mani, asciugandole le lacrime, e abbassa il suo, portandoli ad una distanza minima.

"Cosa c'è, Tess? Cosa ti ha fatto?" Chiede dolcemente lui, continuando ad accarezzarle i capelli con una mano e la guancia con l'altra. Non serve che lei lo dica, perchè Connor sappia che si tratta di suo padre. Solo lui incute questo terrore incontrollabile a Tessa.

Lei scuote la testa, riabbassandola e nascondendo il viso nell'incavo del collo del ragazzo.

"Tess, parla con me, per favore."

Tra i singhiozzi, Tessa sbiascica dei mormorii. "Ha tentato di stuprarmi."

L'unica cosa che Connor riesce a percepire dopo aver sentito le sue parole è una furia distruttiva che lo porterebbe a cercare quel vigliacco, se non fosse che per fare ciò dovrebbe abbandonare Tessa.

È proprio la sua presenza a trattenerlo.

Non sa come si possa calmare una persona che ha subito certe cose dal proprio padre. Non ne ha proprio idea.

A quanto pare però, a Tessa basta poco. Si raggomitola contro il corpo del ragazzo e respira il suo profumo, percependone il calore attraverso i vestiti.

"Ti prego, non voglio tornare, ti prego Con, non farmi tornare là, ti supplico." Riesce a mormorare tra i singhiozzi.

"Stai tranquilla, Tessa, non tornerai mai più in quella casa, non finchè ci sono io. Non ti si avvicinerà nemmeno. Ci sono io a proteggerti. Resterai da me, va tutto bene." Mormora a ripetizione Connor, cullando dolcemente la ragazza che ha tra le braccia, fino a quando lei non si addormenta stremata e con le lacrime secche sulle guance.

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