Chapter 30: Sam

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Sam non si pente di quell'abbraccio dato a Jackson durante l'intervallo tra secondo e terzo periodo della semifinale, ma si pente di non aver controllato che i suoi due amici non lo stessero guardando.

E rimpiange anche di non aver capito che Tessa conosce molto più che i semplici termini specifici dello sport, ma anche ciò che significano. Non si aspettava mica che Tessa vedesse l'incondizionata fiducia e l'affetto che nutre per Jackson in un maledetto look up!

Non può fare a meno di pensare a questo, mentre raggiunge i suoi amici in mensa, che non aspettano altro che il suo arrivo per sommergerlo di domande.

È davanti alle porte della mensa quando, con la cosa dell'occhio, percepisce un movimento alla sua destra. Volta di scatto la testa, trovando Jackson che fa nervosamente avanti e indietro.

Il suo stomaco si attorciglia, come sempre quando gli è vicino, mentre anche il castano alza la testa, incrociando gli occhi di Sam e cercando di forzare un sorriso, ma si vede dalla sua espressione che le cose non vanno bene.

Nonostante sappia che i suoi amici lo riempiranno di ancor più domande, lascia la porta della mensa e si avvicina al ragazzo.

"Jackson, tutto bene?" Domanda.

Sa che probabilmente lui mentirà, ma sa anche benissimo che se ne accorgerà e, forse, riuscirà ad aiutarlo. Jackson non è mai stato capace di nascondergli qualcosa, non a lui, e questo lo ha sempre reso felice.

"Alla grande." Risponde infatti Jackson, ma Sam riesce a vedere nei suoi gesti e nei suoi occhi che non è così.

"La verità, Riv?" Mormora in un sussurro, chiamandolo come solo lui fa. L'altro sussulta, come preso alla sprovvista dalla domanda. "Andiamo, Riv, lo sai che non puoi mentirmi."

Jackson sospira, guardandosi velocemente attorno, poi afferra il braccio del playmaker e insieme escono. Il biondo lo segue senza fare commenti, godendosi anzi il suo tocco sull'avambraccio.

Si fermano una volta giunti sugli spalti attorno al campo da basket, dietro la scuola e accanto al parcheggio, Jackson si siede su uno dei gradoni, prendendosi il capo tra le mani. Sam gli si siede accanto, poggiando i gomiti sulle cosce e guardando il campo, ricordando il primo incontro con il moro.

-"Ragazzi, venite qua!" Li richiama il Coach, per poi soffiare nel fischietto assordandoli.

Sam conclude la sua schiacciata appendendosi tatticamente al canestro, ricevendo un'occhiataccia dal Coach.

"Parker, lo vuoi capire che a livello scolastico è vietato appendersi al ferro?" Lo richiama.

Sam molla la presa, voltandosi verso di lui con un sorriso. "Coach, sarei caduto addosso a Josh se non lo avessi fatto. Se non sbaglio, questo è ammesso dal regolamento."

Ed è in quel momento che Sam incrocia lo sguardo di un ragazzo che non ha mai visto, ma che è decisamente il più bello che abbia mai visto in vita sua.

"Ragazzi, lui è Jackson River. Lo teniamo in prova per un paio di settimane. River,  i ragazzi. Ti presento solo lui, gli altri li conoscerai. Lui-" e indica Sam, "è il playmaker."

I due ragazzi si stringono la mano, ed è proprio con quel contatto che scatta la prima scintilla.-

"Le cose vanno sempre peggio." Ammette in un soffio Jackson. "Con Kent al college, Wendy e James che stanno affrontando la loro fase ribelle, Chris che sta crescendo troppo in fretta per aiutare nostra madre e Lexa che è veramente troppo piccola... papà è tutto il giorno fuori, ha tre lavori, ma riusciamo a malapena ad andare avanti... Il mio datore è a sua volta in crisi, forse dovrà chiudere e io non so cosa fare, devo trovare un altro lavoro, ma nessuno vuole assumere un ragazzo che sta ancora studiando e che è limitato a causa degli allenamenti di basket." Fa, stringendo i pugni. "Ho addirittura pensato di lasciare la squadra, ma..." la sua voce si spegne, e Sam non può evitare di chiedersi cosa lo trattenga dal farlo, se l'amore per lo sport o... Lui.

Il biondo gli prende una mano, aprendogli il pugno e stringendola. Resta in silenzio, conosce abbastanza Riv da sapere che sta cercando le parole.

"Ho davvero pensato di lasciare la squadra, sai? Se questo mi permetterà di aiutare la mia famiglia, è la cosa giusta, no? La famiglia viene prima di tutto. Eppure, per quanto io ami i miei genitori, i miei fratelli e le mie sorelle, ogni volta che sono fuori dall'ufficio del Coach, convinto di entrare per dirgli che mi ritiro, mi paralizzo. Ho addirittura provato a giocare male la semifinale -di proposito, rischiando addirittura di mandare all'aria tutti i vostri sforzi, i tuoi sforzi-, ma non ce l'ho fatta. La tua amica, Tessa, mi ha fatto dubitare del mio piano, ma non è stato per quello che ho deciso di giocare al meglio." Alza il capo, puntando i suoi occhi chiari in quelli color caramello di Sam.

Quest'ultimo non sa cosa pensare, non aveva idea che la situazione fosse talmente critica. Sa che dovrebbe essere arrabbiato perchè hanno rischiato di perdere tutto perchè Jackson vorrebbe dare la precedenza alla sua famiglia, ma non ci riesce.

L'unica cosa presente nella testa di Sam è una semplice domanda: se non sono state le parole di Tessa, cosa lo ha convinto a giocare come ha sempre fatto?

"Cosa ti ha convinto a fare del tuo meglio?" Domanda con voce tremante Sam, cercando di deglutire il nodo alla gola che si è formato e gli da una sensazione di soffocamento.

Gli occhi di Jackson restano fissi su di lui. "Tu, Samuel Parker. Perchè non posso sopportare l'idea di deluderti, perché quando giochiamo insieme mi sento al posto giusto, perchè essere la tua spalla è la cosa più bella del mondo e so che non capisci cosa io stia dicendo, nè perchè, non lo so nemmeno io ad essere sincero, è che ogni volta che siamo insieme mi sento così dannatamente bene e-"

Questo a Sam sembra sufficiente, quindi decide che è il momento giusto per farlo smettere di straparlare. In che modo? Be', è ovvio. Con la mano libera, senza alcuna esitazione, avvicina in viso di Jackson al proprio e congiunge le loro labbra in un bacio intenso, che sa di fiducia, di bisogno, di sentimenti mai rivelati.

"Stavi straparlando, Riv." Mormora Sam quando le loro labbra si separano il poco necessario per parlare.

Il moro lo guarda con gli occhi sgranati e un sorriso ebete sulle labbra.

"Samuel Parker è gay? Non ci credo" Sussurra il moro, senza allontanarsi da lui, con un luccichio negli occhi.

"Davvero non ci credi?" Ribatte Sam, incapace di trattenersi, sentendo le labbra reclamare un altro bacio. Il moro scuote la testa, mentre il sorriso si allarga. "Be', allora te ne darò un'altra prova."

Il playmaker avvicina di nuovo il viso del moro al suo, baciandolo ancora, ma questa volta più dolcemente, come a dirgli che può credergli e che sarà sempre al suo fianco.

Ancora una volta interrompe il bacio."Ora ne sei sicuro?"

Il moro ghigna. "Non saprei, dovresti essere più convincente, caro playmaker."

"Sei proprio difficile da convincere, Riv." Commenta divertito il biondo, attirandolo a se nuovamente.

Se prima aveva qualche dubbio, ora non può che essere certo. Quel sentimento di affetto che aveva sempre nutrito per Jackson è molto più di ciò che credeva. Quel ragazzo gli ha fritto il cervello.

"Jackson River, tu mi hai incasinato tutto, ma non potevo sperare in casino migliore." Soffia il biondo, per poi tornare a baciare il moro.

Because of the Blue DiaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora