Capitolo 2

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A quel punto rimasi particolarmente confusa. Avevo capito di chi si trattasse.

-"Sei serio? Sei davvero il cantante?"- domandai sorpresa.

-"Esattamente. Non mi hai riconosciuto?"-

-"No, il tuo nome lo avevo solo sentito di sfuggita. Conoscevo il tuo nome e la tua carriera, ma non ho ti mai visto da nessuna parte e nemmeno sentito una tua canzone"- non potevo crederci che accanto a me avessi un cantante così famoso. Per quanto di lui conoscessi davvero poco, sapevo benissimo che era famosissimo. Qualcos'altro si mise in moto dentro di me. Nonostante il suo contatto mi piacesse e i dialoghi mi attirassero particolarmente, sapere di chi si trattasse veramente mi aveva letteralmente incuriosita.

-"Ah ecco. Mi sembrava strano che non me fossi saltata ancora addosso"- disse ridendo. Improvvisamente sentii una vampata di calore invadermi completamente.

-"P-perché avrei dovuto??"- balbettai mentre sentivo le guance andarmi a fuoco, e vedere lui che mi guardava divertito non mi aiutava.

-"Qualunque fan vorrebbe farlo"-

-"Ben detto. Io non sono una tua fan."- risposi a tono dopo essermi leggermente ripresa.

-"Peccato"- disse a bassa voce per poi mettere le braccia dietro la testa.

Sbuffai e mi alzai. Arrivai di fronte le sue gambe che ostacolavano il mio cammino.

-"Potresti spostarti? Devo passare"-

-"Per caso hai spostato le gambe quando ti ho chiesto di farlo? Perché dovrei farlo io?"- disse sorridendo in modo arrogante.

-"Si che l'ho fatto"-

-"Si, dopo mezz'ora di litigata"-

-"Esagerato"- mi lamentai.

-"Dove vuoi annà?"- domandò curioso. Non so perché ma cominciava a piacermi quel accento su di lui.

-"Devo anche dirti che vado al bagno?"-

-"Si, dato che devo spostarmi per farti passare"-

-"Esatto, ora levati"- gli dissi secca.

-"Cosa pens-"- cominciò a dire ma qualcosa lo interruppe. Bastó una lieve perdita di equilibrio da parte dell'aereo per farmi cadere. Stranamente sentivo sotto di me del morbido. La botta mi aveva stordito per un breve periodo di tempo ma quando mi fui ripresa aprii gli occhi ritrovandomi altri due color cioccolato che mi guardavano sorpresi. In quel momento realizzai di trovarmi completamente sopra il corpo di quel ragazzo che, da quel che ricordavo, doveva chiamarsi Niccolò. Le mie gambe erano perfettamente a cavalcioni ai lati del suo bacino, le mie mani poggiate tranquillamente sul suo petto, che da quello che potevo sentire, era abbastanza duro e confortevole. I miei capelli tutti da un lato e i nostri visi vicini. Le sue mani si erano posate dietro la mia schiena di istinto. Sembravano quasi bruciare sulla pelle scoperta a causa della magliettina corta che indossavo,e ciò mi provocò mille brividi. Guardavo i suoi occhi, con la bocca semiaperta e il fiato sospeso. Guardavo quelle iridi che sembravano davvero profonde e per un piccolo istante mi ci persi completamente. Fortuna che era tutto buio e molti dormivano e nessuno ci aveva visti, ma questo non fece altro che alimentare la tensione nell'atmosfera. Piccole luci soffuse gli illuminavano il volto abbronzato e gli occhi che brillavano di luce propria. Lui aveva le labbra socchiuse e a fatica sembrava respirare, quasi come me. Spostai minimamente lo sguardo su quelle labbra rosse e carnose che chiedevano insistentemente di essere guardate. E forse di essere anche provate. Scossi la testa a quel pensiero e ritornai alla realtà. La mia espressione da essere quella di una ebete, tornò ad essere corrucciata. Lo guardai male e mi alzai di scatto.

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