Capitolo 36

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-"Non hai bisogno di questi"- mi ripresi allontanandomi da lui e rendendogli gli occhiali. Li appese alla maglietta e sospirò pesantemente.

-"Aurora.."- sussurrò. Lo guardai aspettando che proseguisse.

-"Perché mi hai tagliato fuori dalla tua vita?"- chiese con voce flebile. La sua espressione esprimeva tanta fragilità che mai ero riuscita a notare in lui. Avevo sempre pensato che fosse fragile ma non avevo mai avuto l'occasione di confermare questa mia ipotesi. Ed eccolo lì con l'unica cosa che gli rimaneva. Solo la fragilità. Una caratteristica che ero riuscita a far emergere io stessa e, a pensar a ciò, mi fece solo sentire peggio.

-"Perché credo di esser riuscita a trovare la mia àncora"- dissi sincera riferendomi alla volta in cui avevo spiegato il significato del mio unico tatuaggio. Schiuse le labbra e mi guardó perplesso e sorpreso.

-"Che vuoi dire?"- domandò cercando di capire.

-"Voglio dire che sei la mia àncora"- quelle parole fuoriuscirono dalle mie labbra più vere e sentite che mai. Perché d'altronde, per davvero ero riuscita a trovare la mia àncora. Quel appiglio per la sicurezza e quel peso che riusciva a tenermi ferma sul mio posto felice.

-"La famosa àncora che ti sei tatuata. Dicevi di volerne trovare una nella tua vita.."- sussurrò incredulo non immaginando minimamente di avergli detto certe determinate parole.

-"L'ho trovata."- dissi ferma e sicura guardandolo negli occhi. Le lacrime rischiarono di scendere ma cercai in tutti i modi di mandarle via. Era straziante riuscire a confessargli certe determinate cose in una situazione del genere, dove nulla per me era positivo. La mia era una dichiarazione d'amore seria ma anche dolorosa.

-"E allora se lo sono perché vuoi andare via da me?"- chiese con un tono di voce dispiaciuto e deluso.

-"Perché ho paura. Avevi ragione tu quando dicevi che ho paura dei sentimenti. Avevi ragione su tutto."- commentai cercando ancora una volta di cacciare via le lacrime.

-"Puoi sempre riuscire a superare queste paure. Non puoi mandare a puttane tutto questo!"- esclamò gesticolando nervoso e guardandomi con gli occhi lucidi. Lo stavo pian piano facendo a pezzi e questo non fece altro che peggiorare il mio umore.

-"Non ci riesco.."- sussurrai abbassando la testa arresa.

-"Ma perché?"-

-"Quella ragazza"- dissi alzando la testa per guardarlo. Mi guardó confuso non capendo.

-"Che ragazza?"- domandò

-"Quel giorno quando ti telefonai sentii una voce di una donna mentre parlavi con me. Aveva fatto il tuo nome quindi mi sono convinta che stesse con te"- restó di stucco e per un attimo fu incapace di parlare. Poi scosse la testa nervoso e cercó di spiegare.

-"Auró era solo una serata tra amici tra cui erano presenti anche alcune ragazze. Ma questo non vuol dire niente"-

-"Hai ragione, non vuol dire niente. D'altronde non siamo mai stati insieme e quindi non ho motivo per essere gelosa"- sputai acida voltandomi dall'altra parte per evitare di guardarlo. Mi sentivo tremendamente distrutta e affranta.

-"Ma non dire sciocchezze! Se ciò ti ha dato fastidio dovevi parlarmene e non scomparire!"- rispose alzando il tono di voce e alterandosi particolarmente.

-"Io non sono scomparsa"-

-"Ah no? E cosa hai fatto, sentiamo"-

-"Smettiamola di parlare"- cercai di tagliare di corto mentre mi allontanavo da lui. Ma Niccolò non me lo permise, tanto che mi afferrò dal braccio e mi riportò con il corpo attaccato al suo. Mi strinse tra le sue possenti braccia mentre mi fissava profondamente negli occhi e cercava di dialogare attraverso essi.

La Mia Àncora⚓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora