Capitolo 31

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Trascoremmo insieme l'intera serata e alla fine mi portò a casa sua.

-"Come mai di nuovo qui?"- domandai curiosa dopo esser entrata in casa. Nonostante ci fosse diverso disordine in giro, proprio come ricordavo, si sentiva un forte profumo. Il suo profumo. Lui sorrise e chiuse la porta a chiave.

-"Mi andava di tenerti con me questa sera. Resti?"- chiese continuando a sorridere. Immediatamente collegai quella frase ad una delle sue canzoni e non riuscii a nascondere un sorriso sincero.

-"Certo, ma avviso mia madre. Non voglio che mi dia per dispersa"- commentai mentre prendevo il cellulare dalla tasca dei jeans. Lui rise e si diresse in cucina. Io mi orientai come se fosse casa mia e mi sedetti sul divano bianco. Divano che mi riportò al momento in cui Niccolò mi salvò dalla strada portandomi a casa sua. Scrissi un messaggio a mia madre, per avvisarla che avrei dormito fuori, e mi alzai. Senza farmi sentire e ne vedere mi avvicinai a Niccolò che intanto era impegnato a bere un po' d'acqua. A passo felpato e con un piccolo sorriso mi avvicinai a lui, che mi dava le spalle, e avvolsi le mie braccia attorno la sua vita. Appoggiai la testa sulla sua schiena e respirai il suo profumo. Immediatamente lo sentii rilassarsi e terminò di bere. Appoggió il bicchiere e posò una mano su una delle mie.

-"Se sentivi già la mia mancanza bastava dirlo"- disse compiaciuto. Lo schiaffeggiai facendolo ridere di gusto.

-"Te l'ho mai detto che sei un idiota?"- domandai mentre fissavo i tatuaggi dietro il suo collo. Rappresentavano due ali e a mio parere erano bellissime. Precedentemente le avevo notate ma in quel momento ebbi l'occasione di osservarle dettagliatamente. Nel frattempo tolsi un braccio dalla sua vita e portai una mano tra i suoi capelli. Morbidi e profumati come sempre.

-"Talmente tante volte che ho perso il conto"- disse sbuffando una risata. Poi si voltò verso di me e mi degnó finalmente del suo sguardo. Poggió le mani sui miei fianchi e mi strinse a sé. Continuai a tener fisse le mie mani attorno il suo viso.

-"Sappi che te lo ripeterò a vita"- commentai. Lui alzò un sopracciglio e sfoggió un sorriso beffardo.

-"Nonostante questo, però, sono il tuo odiota preferito"-

-"Chi te lo dice?"-

-"I tuoi occhi"-

-"Sei troppo convinto"- continuai a punzecchiarlo. Adoravo infastidirlo o sfidarlo in quel modo. Lo trovavo divertente. Poi, però, mi resi conto di aver giocato troppo col fuoco.

-"Vediamo come ti convinco io invece"- annunció mentre camminava verso di me spingendomi in direzione del tavolo. Lo guardai interrogativa e spaesata per un attimo, fino a quando non sentii due mani calde raggiungere le mie coscie. Senza che avessi tempo di realizzare, mi sentii sollevare e provai una sensazione di freddo sotto ai miei glutei. Si posizionó tra le mie gambe e scese con le mani verso il mio fondoschina. Capii subito di trovarmi seduta sul tavolo della sua cucina.

-"Cosa stai cercando di fare?"- domandai provando a rimanere calma. Affondò il suo viso nel mio collo e ci poggió sopra le labbra.

-"Niente.. "- sussurrò contro la mia pelle. Il suo respiro caldo e le sue labbra morbide mi provocarono mille brividi lungo tutto il corpo. Chiusi gli occhi e lasciai cadere leggermente la testa all'indietro.

-"Invece si.. stai facendo qualcosa"- ammisi a voce bassa e già di poco ansimante. Con le mani si intrufoló nella mia maglietta ed accarezzò con una tale lentezza e sensualità che mi fece mancare l'aria. Mentre sfiorava la mia schiena nuda assieme alle sue labbra, sul mio collo, si aggiunse la lingua. La passò sopra delicatamente e poi sentii un leggero pizzicore farsi spazio tra le mille sensazioni che stavo provando. Mi sembrava di star impazzendo.

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