Capitolo 6

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-"Che palle, a sta televisione non fa mai niente!"- mi lamentai roteando gli occhi al cielo. Misi Italia uno sperando di trovare qualcosa di buono ma trasmettevano un film che ormai era già cominciato da mezz'ora. Era davvero inutile cominciare a vederlo da quel momento. Passai a canale cinque con il milionario, poi rete quattro, Rai tre con un documentario e infine Rai due con un vecchio film visto e rivisto. Sbuffai mettendo Rai 1. La cosa mi interessò molto: trasmettevano Sanremo.

-"Almeno qualcosa di accettabile"- parlai da sola facendo spallucce. Cominciai a guardare il programma bevendo il mio amatissimo the con limone. Quello non era uno di quei programmi che seguivo tantissimo o con molto entusiasmo, però in quel momento era l'unica cosa buona che facesse in tv. Inoltre mi piaceva la musica e quindi non mi avrebbe infastidito sentirne un po'. A presentarlo c'erano Baglioni, Bisio e la Raffaele. Tutti e tre mi stavano abbastanza simpatici. Mi facevano sempre fare un sacco di risate. Alzai il volume e sentii il nome di Irama urlato ai quattro venti improvvisamente. Entrò e dopo tutti gli applausi cominciò a cantare la sua canzone che doveva chiamarsi 'la ragazza col cuore di latta'. E dovevo ammettere che la melodia e le parole mi piacquero molto. Lui era un ragazzo carino e con tanto potenziale, e se avesse continuato così, sarebbe andato sicuramente avanti. Poi entrarono i Boomdabash che con il loro 'per un milione' e la loro grinta conquistarono tutto l'Ariston, la grande Loredana Bertè, Arisa, Mahmood, Patti Bravo e Achille Lauro. La canzone di quest'ultimo mi divertii particolarmente perché il ritmo mi coinvolse. Ed eccoli ritornati i conduttori pronti a presentare il prossimo cantante. Il festival cominciava a piacermi davvero e così decisi di guardarlo fino alla fine.

-"Ed ecco signori e signori, ecco a voi Ultimo!"- presentò Virginia per poi susseguirsi una serie di enormi applausi. Avevo sentito bene? Le luci si abbassarono e ci fu una ripresa dell'intero teatro al buio. Poche luci sembravano illuminare un pianoforte nero sul palco. Prima che potessi realizzare il tutto, ci fu una voce che cominciò a cantare. Bastò un primo piano per farmi sputare via il thè dalla bocca.

-"Cosa?!"- eslamai tenendo ben gli occhi sgranati e attaccati allo schermo della tv. Mi pulii le labbra e riposi frettolosamente la tazza sul comodino. Tornai a guardare la televisione e non me ne separai più. Vedevo le sue mani toccare i tasti del pianoforte delicatamente e i suoi occhi guardare verso il pubblico. Quegli occhi. Sarei stata capace di riconoscerli anche tra mille altri. Erano ormai per me inconfondibili, nonostante gli avessi visti davvero solo una volta nella mia vita. Cantava come se fosse la cosa più importante della sua vita e ci metteva tutta la passione e la grinta ad ogni minima parola che pronunciava. Ad un certo punto prese il microfono e si alzò. Indossava un bellissimo abito da sera nero che a lui calzava perfettamente, i suoi capelli sempre disordinati e gli occhi castani che brillavano. Restai a bocca aperta per tutto il tempo, cercando di non perdermi ogni suo minimo movimento. Guardai le sue labbra e come le muoveva quando cantava e ciò mi riportó al momento in cui, mesi prima, le avevo a pochi centimetri da me. Quegli occhi che mi guardavano continuamente e che cercavano insistentemente i miei. Mille ricordi di una sola notte mi raffiorarono in mente, ed io li conservavo gelosamente nel mio cuore. Per quanto lui per me fosse un estraneo, non riuscivo ad ignorare tutto ciò. Ignorare lui che mi aiutó, i suoi comportamenti, le sue iridi profonde o il suo sorriso. Mi sembrava davvero complicato farlo. Si spostava per il palco cantando ed io potetti finalmente sentire la sua voce in tutte le sue sfaccettature. Aveva una intonazione magnifica e la canzone era ricca di significato. Era davvero favoloso vederlo lì a dare il meglio di sé, sembrava essere un bambino pieno di sogni pronto a dimostrare tutto il suo talento al mondo intero. La canzone, a malincuore, terminó e lui salutó l'Ariston con la mano. Io continuavo a guardare ancora i pixel del televisore completamente spiazzata e sbalordita. Chiusi la bocca, che fino a quel momento avevo dimenticato di tenere aperta, e mi tirai dietro i capelli. Ma che era successo? Perché era lì? Mi tirai uno schiaffo sulla fronte.

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