Capitolo 21

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Passai l'intera mattinata ad ultimare i miei bagagli e a guardare la televisione. Aspettavo con ansia che arrivasse il tardo pomeriggio in modo che vedessi nuovamente Niccolò per andar via. L'ansia mi stava mangiando viva, ma per fortuna il momento arrivó prima del previsto. Niccolò giunse da me facendo solo una decina di minuti di ritardo ed io lo salutai cordialmente con un sorriso. Dopo che mi fui seduta in treno ripensai a come lui mi avesse gentilmente parlato e salutato fino a quel momento. Lo vedevo tranquillo e aveva i lineamenti del volto che facevano trasparire tutta la sua pacatezza e serenità. Smisi di guardare fuori dal vetro del vagone, e mi voltai per notare i suoi occhi, come loro solito, nascosti dagli occhiali da sole.

-"In quanto tempo arriveremo a Milano?"- domandai di punto in bianco. Lui staccó lo sguardo dal cellulare e mi guardó.

-"Circa tre ore. Non appena arriviamo andremo in hotel perché domani mi spetta una giornata abbastanza pesante"- mi informó dopo esser tornato a guardare lo schermo del suo telefono. Deglutii dopo aver udito la parola 'hotel'.

-"Scusa se te lo chiedo, ma le stanze all'hotel sono separate?"- domandai imbarazzata al solo pensiero di dover passare esattamente tre notti nella sua stessa stanza.

-"Non credo dato che la stanza è stata già prenotata prima che ti invitassi. Quindi immagino che debba stare con me. Ti dispiace?"- domandò tranquillo. Sembrava che ciò non lo imbarazzasse o smuovesse per niente,mentre io già cominciavo a viaggiare con la mente per pensieri che non avrei dovuto fare.

-"No, tranquillo"- dissi per poi guardare altrove. Sospirai convinta di passare i tre giorni più lunghi della mia vita. Ma nonostante ciò non me ne pentii. Ero contenta di stare lì con lui e non avrei mai avuto il coraggio di tirarmi indietro. Di sottecchi lo guardai mentre metteva apposto il cellulare. Insidió una mano tra i capelli e poi sentii il suo sguardo su di me. Sentendomi osservata mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi. Mi sorrise ed io ricambiai mentre spostavo una ciocca di capelli bruni dietro l'orecchio.

-"Ora mi spieghi cosa è accaduto ieri, Aurora?"- mi chiese tornando serio. Mi incupii di colpo dopo aver rammendato l'episodio del giorno precedente. Avevo smesso di pensarci ma ormai ero al punto di partenza.

-"Vuoi che te ne parli qui?"-

-"E quando sennò? Abbiamo tre ore di viaggio"- disse facendo spallucce. Io tirai fuori un sospiro e poi abbassai il capo.

-"Ricordi il ragazzo della sera al ristorante?"- domandai alzando lentamente il capo. Si limitó ad annuire ed io continuai a parlare mentre picchiettavo le mie unghie sul sedile.

-"È il ragazzo amato da quella che reputavo la mia migliore amica. Io, lei, Stefano e Riccardo siamo sempre stati grandi amici ma ultimamente ognuno sta prendendo strade diverse"-

-"Per quale motivo?"- chiese mentre udiva, ciò che dicevo, attento.

-"Perché questa mia amica di nome Francesca, a causa della sua gelosia, ha rovinato tutto. Io non voglio più vederla"- farfugliai nervosa mettendo le braccia a conserte.

-"Ieri mi ha picchiato"- proseguii dopo un momento di silenzio.

-"Cosa?! Che ti ha fatto?"- domandó allarmato e anche se non potevo vederlo, sapevo che ci fosse un pizzico di stupore nei suoi occhi.

-"È bastato uno schiaffo per terminare una volta per tutte la nostra amicizia"- si grattó la testa con due mani spettinando i capelli e poi sbuffó.

-"Assurdo.. ora capisco il perché del tuo umore ieri. Mi dispiace così tanto, Auró"- disse dispiaciuto. Gli sorrisi debolmente e poi posai una mano sulla sua.

-"Tranquillo, è tutto okey. Ora sto bene"- dissi cercando di tranquillizzarlo. Lui abbassò lo sguardo per notare le nostre mani unite e poi vidi una curva sul suo viso. Mi sorrideva ed io mi persi a guardare  quello spettacolo davanti ai miei occhi. Era assurdo come il suo sorriso fosse capace di sciogliermi il cuore in così poco tempo.

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