Capitolo 15

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Come quasi ogni pomeriggio, misi i primi vestiti che trovai nell'armadio, e mi diressi al localetto per incontrare Riccardo. Mi chiedevo continuamente cosa mai avesse dovuto dirmi. L'ansia continuava a divorarmi fin da quando avevo letto il messaggio e non avrei resistito ancora per molto. Scesi di casa, dopo aver afferrato le chiavi, e mi incamminai. Non passò molto tempo, prima che arrivassi al nostro locale, ed entrai. Notai Riccardo già piazzato ad un tavolo a bere un drink.

-"Hey Riccà. Come va?"- domandai dopo averlo salutato. Lui mi sorrise e mi mandó un bacio volante. Io nel frattempo attirai l'attenzione di un cameriere ed ordinai un succo di frutta. Avevo bisogno di qualche zucchero.

-"Tutto apposto. A te?"- rispose il biondo scrutandomi con i suoi occhi verdi.

-"Bene. Sei andato a scuola questa mattina?"- chiesi.

-"È inutile che tu finga di interessarti alla mia vita se riesco a leggerti negli occhi la curiosità"- farfuglió alzando un sopracciglio e ridacchiando. Scoppiai in una fragorosa risata e scossi la testa arresa.

-"Ma come fai?"- dissi incredula. Nel frattempo il cameriere arrivò con la mia ordinazione ed io cominciai subito a gustarmela.

-"Allora da cosa comincio? Ah già, da Francesca"- si schiarì la voce. Rimasi in silenzio aspettando con ansia che parlasse. Non riuscivo più a trattenere la mia curiosità. Da sempre ero una ragazza abbastanza curiosa ed interessata ai pettegolezzi. Un po' come la ramata, ma meno impicciona.

-"In realtà non dovrei dirti questo ma lo faccio ugualmente. Solo perché vedo che quello che sta facendo è sbagliato e sta prendendo in giro voi due"- cominciò a raccontare. Smisi di sorseggiare la mia bevanda e poi poggiai il bicchiere di vetro sul tavolo.

-"Noi due chi?"- dimandai guardandolo confusa.

-"Te e Stefano. Ti ha detto quello che è accaduto a casa sua la sera della festa?"- annuii senza proferire parola. Lo intimai a continuare.

-"Bhe dimentica tutto. Sono solo una montagna di baggianate!"- concluse mettendo le braccia a conserte. La mia mente, ormai, era una confusione totale. Non avevo più la capacità di distinguere dove fosse la verità e dove no. Con chiunque parlassi mi sembrava sentire una parte del racconto diversa. A chi avrei dovuto credere?

-"Cosa? Come fai a dirlo?"- indagai guardandolo fisso negli occhi. Non riuscivo più a fidarmi di nessuno. Mi era completamente impossibile in quel momento.

-"Me l'ha detto lei personalmente. Ha detto queste cazzate perché vuole che tu stia lontana da Stefano"- restai indignata a tali affermazioni. La mia angoscia e delusione nei confronti della mia amica aumentava a dismisura.

-"E quale sarebbe il motivo?"- chiesi preoccupata e stizzita. Quello che stavo ascoltando mi stava mandando fuori di testa.

-"Questo non me l'ha detto. Ho voluto avvisarti e metterti in guardia. Francesca mi sembra essere impazzita e ho paura che questo suo atteggiamento possa portare al troncamento della nostra amicizia. Volevo solo dirti di non fidarti, niente di più"- disse con tono premuroso. Sentivo la testa esplodermi. Misi le mani nei capelli e posai i gomiti sulla superficie fredda del tavolo. Abbassai il capo ed osservai distrattamente il liquido arancione del succo volteggiare tra le pareti trasparenti del vetro. Probabilmente gli zuccheri assunti con quella bevanda non sarebbero bastati a farmi stare meglio. Soffrivo troppo spesso di cali di pressione e quella situazione non mi avrebbe aiutato. Da sempre loro erano le uniche persone, dopo mia madre, che avevano reso la mia vita più bella. Avevamo passato tanti momenti insieme ed il solo pensiero, che quegli anni passati tra divertimento e amicizia, sarebbero potuti svanire in un attimo, mi angosció. Era insopportabile sentire ciò e la mia giornata nuovamente si incupì.

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