Capitolo 10

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-"Ma no, Niccolò stai tranquillo! Troveremo un passaggio da qualche parte. Non voglio crearti alcun fastidio"- gli dissi. Non volevo che si prendesse qualche tipo di impegno per me e per i miei amici.

-"Mi spieghi dove lo trovi un passaggio alle 4 e mezza di notte?"- chiese alzando un sopracciglio. Non sapevo che altro rispondere.

-"Te ne sarei davvero grato se tu ci portassi a casa! Niccolò, giusto?"- si intromise il biondo porgendogli la mano. Il moro sorrise e gliela strinse annuendo.

-"E va bene mi avete convinto"- risposi arresa roteando gli occhi al cielo. Niccolò ridacchió e poi finalmente lasciammo il locale una volta per tutte. I miei piedi chiedevano pietà e li sentivo quasi esplodere nei tacchi per quanto erano gonfi. Non vedevo l'ora di tornare a casa e di sfilarmeli completamente. Il ragazzo ci accompagnó fino alla sua auto nera e con un gesto veloce l'aprì grazie ad un piccolo telecomando. Riccardo si sedette ai posti di dietro mentre io a quello del passeggero accanto al guidatore. Niccolò intanto entrò in auto chiudendo la portiera e infilando le chiavi dentro la serratura per accenderla. Osservavo ogni suo minimo movimento nel fare qualsiasi cosa. Poi mise in moto e partí.

-"Allora ti sei divertito stasera, Riccà?"- domandai rompendo il silenzio. Non volevo che il viaggio continuasse senza che nessuno spiccicasse parola.

-"Abbastanza. Ho fatto amicizia con due ragazze ed un ragazzo. Abbiamo parlato di diverse cose e poi ballato un po' insieme. Ora mi vuoi spiegare cosa è successo a Francesca?"- lo sentii parlare dietro il mio sedile. Intanto Niccolò assisteva alla scena in religioso silenzio e continuava a guidare. Lo osservai per diverso tempo e notai che non staccava gli occhi dalla strada. Era stremato e aveva bisogno sicuramente di riposo. Quasi mi dispiaceva che lui stesse perdendo tempo con noi, ma era stato lui ad offrirsi. Era stato davvero gentile.

-"Ha bevuto troppo e a malapena si manteneva in piedi così ho detto a Stefano di portarla a casa"-

-"Capisco, ma non mi avevi detto che lui l'ha portata a casa sua?"-

-"Infatti è così. A casa di Francesca non c'era nessuno"- risposi per poi distogliere gli occhi dalla figura di Niccolò. Guardai attraverso il finestrino e chiusi gli occhi. Ero anche io stanchissima e non vedevo l'ora di tornare a casa per rimettermi a dormire. D'altro canto, però, non volevo assolutamente abbandonare l'auto di Niccolò. Avrei tanto voluto continuare a stare in sua compagnia. Forse dovevo smettere di pensare a certe cose. Quello che era accaduto quella sera era stato solo un caso. Un avvenimento il quale lui il giorno dopo avrebbe già dimenticato. Non riuscivo a vederla in un altro modo.

-"Spero che Francesca non si ritrovi incinta nei giorni a venire"- commentò divertito il mio amico.

-"Riccardo!"- lo rimproverai mettendomi una mano in fronte arresa. Quel ragazzo era davvero assurdo. Aveva il vizio di dare voce a qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Udii qualcuno ridacchiare e, quando girai la testa, notai che si trattava di Niccolò. Lo guardai confusa.

-"Cosa c'è da ridere?"- domandai curiosa e abbozzando un sorriso.

-"Non lo so, siete buffi quando litigate fra voi"- raccontò mentre guidava.

-"Ma non è assolutamente vero! Semmai lo è lei che si attacca ad ogni frase che dico!"- si lamentó con tono divertito Riccardo.

-"Ah io? Sei te che dici cose fuori posto di fronte una persona che a malapena conosci"- risposi mettendo le braccia a conserte.

-"Ah stellina, sei pesante però!"- disse sbuffando. A quel punto risi e poco dopo ci ritrovammo tutti e tre a ridere come degli stupidi. Osservai nuovamente Niccolò e mentre rideva mi sembrava di star ad ammirare una delle sette meraviglie del mondo. Aveva quelle meravigliose fossette ed una serie di denti bianchi che facevano del suo sorriso qualcosa di spettacolare. Per non parlare delle labbra che davano quel tocco in più. Passò un po' di tempo prima di arrivare sotto casa di Riccardo. Aveva indicato la strada a Niccolò e quest'ultimo aveva appena accostato una volta giunto sotto casa sua.

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